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Dell’Aquila e il Leone #9 – “Fortitudinità”

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Domenica 7 novembre, ore 18.30 circa, primo piano stretto sulla faccia di Baldasso dopo aver messo le bombe della staffa.               

Stacco e flashback a qualche mese prima. Siamo in piena estate, viene presentato Jasmin Repesa come nuovo head coach biancoblu ed il presidente Pavani conia il termine “fortitudinità” come parola chiave della stagione alle porte. Non delinea chiaramente degli obiettivi ma insiste su questo concetto: che chi farà parte del roster dovrà avere quello spirito fortitudino fatto di grinta, tenacia ed impegno, così si vincerà e si supereranno le difficoltà che una squadra di nuova costruzione potrà incontrare.

Dichiarazioni che, unite alla figura di Repesa, infiammano la piazza. Passa poco tempo, i giocatori sbarcano a Bologna ma gli infortuni cominciano ad occupare più di una mano. Comincia la stagione con la Supercoppa, come se non fosse iniziata. Un disastro. Manca tutto, compresa la famosa fortitudinità.

Nonostante il pessimismo diffuso ed i giocatori a disposizione contati, l’esordio in campionato va meglio del previsto. Tutto sommato la delusione a fine partita è contenuta ma ecco che a sorpresa, o almeno la si prende con sorpresa per le tempistiche di annuncio, il coach croato rassegna le dimissioni.

Poi l’arrivo di Martino, di Durham, altri infortuni e le vicende delle ultime settimane che non è necessario ripercorrere fino a domenica. 

Fino a domenica pomeriggio, appunto. Nel weekend in cui tutta la Bologna sportiva vince e manca soltanto la Effe a completare la festa che coincide anche con il ritorno della Fossa al Paladozza

Già durante il riscaldamento si percepisce che il fine settimana può concludersi positivamente ma la storica rivale trevigiana è più forte e non si batte soltanto con il contorno. Però, aiuta. Quando nel basket si apostrofa il tifo come uomo in più sul parquet, per la Fortitudo si può allargare il discorso e parlare di uomini in più, e giocare in centinaia vs 5 è più semplice. 

La mano di Antimo Martino ha toccato ormai una squadra che da questa settimana può cominciare a chiamarsi tale, forte, finalmente, non solo della prestazione ma anche della vittoria; consapevole che l’attende un cammino ancora tortuoso ma che non è così insuperabile come si poteva pensare qualche giorno fa, con un quid in più, appunto, tra le mura amiche.

Ritorno a domenica ore 18.30, l’inquadratura su Baldasso si allarga e prende tutto il Paladozza, questa è “fortitudinità”. 

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