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Dell’Aquila e il Leone S2 #10 – Di necessità, virtù

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Non è una settimana facile quella che sta vivendo la Fortitudo, anzi forse è la più complicata finora affrontata. D’altra parte coach Dalmonte lo ha detto più volte che durante la stagione ci sarebbero inevitabilmente stati momenti più duri di altri, questo è uno di quelli.

Cosa porta a questa considerazione è sotto gli occhi di chiunque segua il mondo fortitudino. Il mix tra infortuni e nervosismi diffusi, con i primi in parte conseguenza dei secondi sfociano in una prova ben inferiore alle precedenti considerata l’avversaria. Anche al di sotto delle aspettative? Nì, tendente al sì.

Se è vero che l’assenza di Aradori ti fa perdere una buona percentuale di flusso offensivo e quella di Davis la fisicità necessaria in difesa, è anche vero che Thornton è protagonista di una prova dove è antagonista di sé stesso e ben tre giocatori del roster a disposizione gestiscono male la tensione finendo espulsi.

La Fortitudo quindi si trova e si troverà, perché gli infortunati lo saranno ancora per un po’, tecnicamente limitata ma non automaticamente meno favorita nei prossimi confronti rispetto alle settimane precedenti.

Sebbene possa ricordare i cugini, è necessario fare di necessità, virtù, studiare soluzione alternative in grado di rimanere competitivi; altro mantra ripetuto in diverse occasioni dall’allenatore biancoblu.

Un piano partita che ragioni senza i 15 punti del numero 4 rappresenterebbe un ostacolo per qualsiasi squadra di serie A2, ovviamente lo rappresenta anche per la Effe, ma sa che può affidarsi ad altre bocche da fuoco. Fantinelli ha dimostrato di saper aggiungere al proprio pacchetto una produzione di punti da primo violino, Panni di fare il “Fantinelli” mentre Cucci di dire la sua sotto le plance (falli a parte). Indispensabile è però includere nel ragionamento Marcus Thornton, pur presente, elemento mancante. L’americano deve ritrovarsi e riportare su di lui l’attenzione delle difese avversarie liberando spazio ai compagni, i quali potranno e dovranno alternarsi e adattarsi alle situazioni di gioco che si presenteranno. Niente di sensazionale o illuminato, semplicemente una riconversione parziale degli schemi. 

Contro Mantova a dire il vero sprazzi di soluzioni si sono visti, è mancata la lucidità di applicarle senza frenesia. Ragionando in questa direzione è fondamentale non lasciarsi trascinare dal ritmo della squadra avversaria ma rimanere sul proprio con freddezza e cinismo senza cedere alle pressioni, rendere virtuosa la novità. 

Non è solo la lista infortuni a richiederlo ma anche un calendario che prevede un dicembre tutt’altro che semplice per la Fortitudo. Affrontare a distanza ravvicinata Pistoia, Forlì e Cento (per la prima di ritorno) equivale a giocarsi una buona fetta di credibilità come squadra da piani alti del girone. Affrontarla potenzialmente senza il top player e uscirne bene manderebbe un avviso serissimo a tutte le altre formazioni.

Con questa prospettiva si affronta il lavoro quotidiano, compattando il gruppo, responsabilizzandolo, focalizzandosi sui punti di forza individuali rendendoli arma collettiva. Una missione non semplice ma se fosse semplice non si starebbe scrivendo di Fortitudo.

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