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Dell’Aquila e il Leone S2 #31 – Perché Fortitudo-Urania è un crocevia e perché no

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Nuova lunga pausa terminata e nuovi interrogativi da sciogliere in campo per la truppa di Dalmonte. Una truppa forse non così acciaccata come qualche giorno fa ma certamente non al 100% delle proprie potenzialità. Al momento della palla a due però, le chiacchiere stanno a zero e dal momento che le rotazioni ci sono, il focus deve essere sulla gara. Parole dello stesso coach che ieri, nel presentare la sfida, ha ribadito l’impegno necessario per le sfide restanti della seconda fase della stagione prima dei playoff a partire da stasera, fondamentale per dimenticare il flop di Piacenza. 

Dopo i dubbi e le difficoltà dell’ultima settimana, non ci si chiede se ma quanto la partita di oggi contro l’Urania Milano sia importante. A dire il vero anche il “se” può far parte dei dubbi intorno alla gara. 

Se ormai, infatti, da un lato questo “orologio” improprio è poco più che interlocutorio dall’altro è anche vero che l’energia e la fiducia in vista del futuro si ricostruisce in questo periodo quando la prestazione supera l’importanza del risultato, a maggior ragione sapendo che i ranghi sono ridotti e quindi occasione di ricompattarsi ancor di più. Concetti certamente veri in linea teorica ma attesi alla prova critica dei fatti, aka la gara. Cosa aspettarsi quindi da Fortitudo-Milano? Forse è più corretto chiedersi: cosa vorrebbero vedere i tifosi? 

In prima battuta, una reazione d’orgoglio davanti al pubblico di casa senza sconti non solo nell’approccio che spesso è buono ma soprattutto nella tenuta in campo con l’avanzare dei minuti senza che l’avversario finisca per soccombere a metà terzo quarto, un classico della stagione biancoblu. Questo ripetersi di errori reiterati, come già ampiamente sottolineato da mesi, si confermano il punto debole di un roster che, invece, avrebbe avuto i valori adatti per qualche colpo in più. Ancora questi valori li ha, infortuni a parte, ma devono trovare la gestione giusta per essere incanalati correttamente. 

In vista dei playoff, il momento davvero topico dell’anno in cui i valori non si azzerano ma si “livellano”, questo flusso corretto di gioco deve essere trovato e queste partite sono i banchi di prova ideali per assestarsi se non lo si è già fatto durante la regular season come dimostrano i risultati per la Effe.

In ultimo, per la fazione “gara fondamentale”, va aggiunto anche il fattore ambientale. Un’ulteriore sconfitta favorirebbe una sfiducia collettiva e diffusa che nuocerebbe a pubblico e poi a cascata alla squadra. Per quello spesso si parla di vittoria “scaccia crisi”. 

Ora, messe in chiaro le motivazioni circa l’importanza dell’incontro odierno, sarebbe incompleto dire anche che, con la massima onestà sportiva, il risultato finale di stasera non determinerà scenari certi né in caso di vittoria né in caso di sconfitta. Considerando la classifica del gironcino blu, la Fortitudo partendo con 4 punti e avendo perso le prime due su sei sa che non potrà ribaltare il banco ma al massimo scalare un paio di posizioni, comunque non utili a conquistare il fattore campo per il primo turno playoff. Quasi sfumato quest’obiettivo, andrà definito l’avversario che a questo punto è probabile venga dal gruppo delle prime, ovvero una squadra che sulla carta parte comunque un passo avanti rispetto a Bologna. Anche nel caso in cui la Fortitudo vincesse contro l’Urania, lo scenario ipotizzabile non assumerebbe dei connotati così differenti da quelli del momento.

Oltre la forma, rimane quindi la sostanza della prestazione e, seguendo questo ragionamento va letta la sfida di stasera. Continueranno i dubbi sulla Fortitudo e la sua tenuta sul parquet oppure riuscirà a dimostrare che una Effe diversa è possibile e la post season può riservare un epilogo meno scontato del previsto?

Quaranta minuti di crocevia per sciogliere qualche nodo in più.

 

 

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