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Dell’Aquila e il Leone S2 #33 – Bicchiere mezzo pieno

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Titolo inopportuno e che farà irritare i tifosi? Molto Probabile.

Chi però andrà oltre questo scoglio e si addentrerà nell’articolo capirà meglio cosa oggi, proprio oggi e in questo momento critico della stagione, può far vedere alla Fortitudo il bicchiere mezzo pieno (forse pieno per un quarto) anche perché parlare di quanto tutto vada male è fin troppo scontato (e forse anche un po’ nocivo). A quello si può tranquillamente lasciare la risposta: “tutto il resto” ovvero tutto quello che è già sotto gli occhi di ogni appassionato senza la necessità di sottolinearlo per l’ennesima volta. 

Allora, quali positività emergono dalle ultime settimane biancoblu? Detto che bisogna comunque addentrarsi in un ragionamento non meramente superficiale, ma neanche particolarmente analitico, c’è più di qualcosa da salvare e a cui aggrapparsi in chiave playoff e in vista dell’estate. 

Prima di tutto, l’inserimento dei giovani Niang e Bonfiglioli nelle rotazioni della squadra. Il primo, Saliou, doveva già essere parte fissa del roster della Fortitudo già da inizio stagione ma le condizioni fisiche non gliel’hanno permesso fino ad ora. Nell’emergenza generale, poter fidarsi e contare su di lui è la miglior presa interna che Dalmonte potesse fare ragionando anche su una futura pedina per nella costruzione del prossimo anno. Anche la sua posizione in campo si sta definendo meglio con il passare dei minuti accumulati; se partiva come ala piccola o guardia, il suo gioco vicino al canestro potrebbe spostarlo ad esterno alto. 10 rimbalzi, anche offensivi contro Piacenza e punti derivati proprio dalla sua presenza in extra possesso, caratteristiche importanti per ritagliarsi un ruolo prezioso in questa Effe, non solo relativamente al momento corrente. Il secondo ha giocato 3 minuti a Torino e 9 domenica, presenza in crescendo che ha messo in evidenza almeno una parte delle sue qualità. In difesa tiene l’avversario con la sfrontatezza giusta per approcciare la pallacanestro, mi si passi il termine, professionistica. In attacco, come lo stesso Niang benché il classe 2004 sia più coinvolto, deve ancora entrare al meglio negli schemi biancoblu ma è fisiologico. La Fortitudo ha quindi non uno ma due risorse in più da spendere e chissà che anche Natalini e Mingotti non possano riservare sorprese.

Emerge anche un gioco più elementare. La Effe, priva di Aradori e Panni, ha puntato su una pallacanestro “semplice”, cioè fatta da movimenti e transizioni ben note ma non per questo meno efficaci. In avvio di gara, in particolare, è dimostrato come questo funzioni e riesca a volgere la gara dalla parte giusta (sul proseguimento è un’altra storia che ricade sempre in quel “tutto il resto” citato prima). La scelta di un basket facile, inteso con accezione vantaggiosa, è giustificabile sia dallo stravolgimento di ruoli e minutaggi sia dalle difficoltà che presuppongono cambiamenti. Dalmonte potrebbe aver deciso di ripartire easy, dalla base conosciuta a tutti anche a chi si ritrova a giocare un ruolo diverso dal solito. 

Chi ne ha giovato è certamente Candussi, come dimostrano le statistiche. Il pick’n’roll con Fantinelli funziona ed esalta le sue qualità spesso superiori ai dirimpettai avversari, soprattutto quando gioca il post basso. Contro Piacenza ha anche acquisito fiducia dall’arco, spazi che si è preso tenendo a galla la squadra mentre affondava. 

Tutto qui? Non è molto, è vero, però è quel qualcosa che in questo momento più che critico dell’anno può fungere da appiglio su cui lavorare e da cui rientrare in campo senza essere già sconfitti. E’ poi quel che è successo nelle ultime due uscite. 

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