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Dell’Aquila e il Leone S3 #12 – Un rammarico positivo

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“C’è rammarico ma è minore rispetto alla prova di carattere mostrata dalla squadra, che ha dato tutto con tanto sacrificio”. Parole, quelle di coach Attilio Caja al termine di Forlì-Fortitudo, che mettono il punto esclamativo sulla partita più che positiva giocata dai biancoblu in uno dei campi più difficili del girone e sfuggita solo all’ultimo secondo. 

La risposta di temperamento messa sul parquet da Fantinelli &co. è preziosa, soprattutto se si considera il DNA forlivese abituato ormai da diverse stagioni ad abitare i piani alti della categoria e a rendersi protagonista di sfide del genere che per sviluppo lungo i quaranta minuti (e oltre) sanno di playoff. 

In effetti l’equilibrio, le difese strette, il punteggio di conseguenza basso e l’inerzia che cambia a più riprese, hanno ricalcato un confronto da fase calda del campionato quando ogni possesso conta tantissimo ed ogni lasciata è persa. 

E’ sereno quindi il tecnico fortitudino, consapevole dopo la trasferta romagnola dello status di grande squadra che sta raggiungendo la Flats Service, forse entrata definitivamente tra il lotto delle big proprio domenica sera, nonostante la sconfitta. Anche i segnali dalla società permettono di ragionare ambiziosamente: “Pronti per la A? A livello societario, sì” ha infatti detto Gentilini ai microfoni del “Corriere dello Sport-Stadio”.

Cosa si può quindi migliorare per far si che quel -3 subito si trasformi in +3. Qualche dettaglio, ovviamente. 

Il cinismo dalla lunetta come prima cosa. Fondamentale per il successo su Rimini, in grado anche di mascherare quella stanchezza fisica figlia da turno infrasettimanale, ma venuto meno contro la formazione di Antimo Martino. Undici errori a cronometro fermo marcano la differenza tra vittoria e sconfitta e infatti l’hanno fatto. La lucidità nei momenti topici della sfida può mancare adesso, in dicembre, all’inizio del girone di ritorno ma non a fine maggio in una ipotetica gara 5 di semifinale playoff se l’obiettivo è la promozione, e i risultati lo stanno suggerendo. 

L’analisi della sconfitta suggerirebbe di tornare anche al sempre verde discorso mercato per allungare e modificare il roster. Vero e giusto, ma fino a che non ci saranno novità tangibili, ormai è assodato, progressi non saranno fatti L’apporto della panchina lo ha sottolineato alla Unieuro Arena per l’ennesima volta, elevando ancora di più, di contrasto, il talento all-around di Mark Ogden, al momento irrinunciabile per più di un paio di minuti. 

Potrebbe nei prossimi giorni tornare di moda il “toto-nomi” da associare alla Fortitudo? La risposta è sì, probabilmente non è nemmeno mai passato di moda e a chi segue la Effe è evidente il perché. Sempre Gentilini, nella medesima intervista, ha parlato della necessità di un altro playmaker da alternare a Fantinelli. Pare si andrà quindi a parare prioritariamente lì, prima o poi. 

Questo mette in luce un’altra certezza, che il parquet ormai ha assodato, Panni, per meriti (o demeriti altrui) sesto uomo di questa Fortitudo, è un esterno o, almeno, rende al meglio da esterno, libero dalle responsabilità in cabina di regia. 

Ragionamenti che ha fatto certamente anche Caja, ora però concentrato sulle prossime due gare prima di Natale, entrambe al Paladozza, terra di conquista per la sola Verona fino ad oggi; statistica che deve necessariamente rimanere tali per continuare a guardare tutti dall’alto della classifica. 

 

 

 

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