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Djordjevic: “La mia Virtus? Anima più italiana”

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A pochi giorni da una Supercoppa Italiana che sarà, nel suo format, una sorta di campionato diviso in gironi, prologo della nuova stagione che, al momento, dovrebbe iniziare il 27 settembre, la Virtus Bologna ha iniziato il ritiro a Folgaria. Il coach Djordjevic ha parlato al “Resto del Carlino”, puntando sull’importanza di rendere sempre più “azzurra” l’identità del club. “Abbiamo preso due italiani come Tessitori e Abass, più un giocatore di formazione italiana come Alibegovic. Nel mercato della scorsa estate abbiamo scelto giocatori non residenti in Italia da due anni, per poter sfruttare le agevolazioni fiscali, ora abbiamo invece preso solo uno straniero, Adams”. Ma come sta la Virtus, fisicamente? “I ragazzi si sono presentati tutti fisicamente in forma. Abbiamo riscontrato grande tenuta fisica e una grande professionalità. Sono molto carichi e felici di tornare a lavorare insieme”. In un’epoca in cui desideriamo tutti guardare avanti e lasciarci alle spalle i problemi, non si può però voltarsi per un attimo indietro all’amaro epilogo della stagione 2020, che per il club sarebbe potuta essere una annata da ricordare. Ma Djordjevic ha le idee chiare: “Ci ricorderemo questa annata molto più per il virus che per le questioni sportive. La vita è il bene più prezioso, però noi siamo sportivi e dobbiamo parlare di medaglie, scudetti e vittorie. Ci dispiace perché avevamo fatto un bel salto di qualità. Quattro anni fa eravamo in A2, ora ci sono grandi ambizioni e tutti noi puntiamo in alto per rimanerci il più a lungo possibile”.

Argomento campionato: qualche nome che può spiccare? “Milano ha forza economica e mediatica, Venezia porta consistenza e fermezza, e a Varese si sono create le condizioni per tenere un grande campione come Scola. Siamo sulla strada per avere più impatto mediatico come campionato. Anche la Fortitudo, con 4.500 abbonati, dimostra che BasketCity sta tornando, e noi come Virtus puntiamo sempre più al made in Italy. Le altre? Roma e Sassari sempre in prima fila, la crescita di Trieste e Pesaro che ha puntato su un grande allenatore per ripartire”. La Supercoppa disturberà, dopo un mese di lavoro? “Io vedo quelle partite più come delle amichevoli, ma è giusto averla messa in calendario. Speriamo che i tifosi possano tornare a palazzo, ne abbiamo bisogno. Dovremo convivere con la pandemia, primo passo per iniziare a tornare alla normalità. Abbiamo bisogno del calore della gente, e anche i club ne hanno bisogno come risorsa”. Chiusura sugli obbiettivi, a stretto e a lungo raggio. “Continuare a lavorare sugli obbiettivi. La crescita sempre più consistente di Pajola è un obbiettivo primario, così come lavorare anche in funzione della nazionale. Dare un 5 all’Italia è importante, Tessitori è stato preso per questo. Noi allenatori dobbiamo impegnarci anche per la nazionale, perché è lei il vero motore del movimento. Riposeremo anche qualche carattere guerriero di alcuni nostri giocatori, per poter ricreare quell’empatia con l’ambiente che avevamo in casa e che abbiamo vissuto anche in trasferta”. Sì ma, la Virtus? Che fa? “Qui si va in campo per i titoli e per le finali. Rispetto per tutti, paura di nessuno”. Firmato Sasha Djordjevic.

 

 

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