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Fortitudo Bologna

Cuore Fortitudo! Battuta al Paladozza la capolista Verona 55-47

La Fortitudo offre una grande prestazione difensiva e batte Verona al Paladozza: eroico Fantinelli, prezioso Sorokas

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Matteo Fantinelli crediti Fortitudo Pallacanestro
Matteo Fantinelli (©Fortitudo Pallacanestro Bologna 103)

FLATS SERVICE FORTITUDO BOLOGNA 55-47 SCALIGERA VERONA (17-8;12-13;12-18;14-8)

Flats Service Fortitudo Bologna: Flats Service Fortitudo Bologna: Braccio ne, Moore 10, Sarto 10, Anumba ne, Della Rosa 3, Sorokas 12, Guaiana 2, Fantinelli 15, Barbieri ne, Moretti 3, Gamberini ne. All. Caja

Scaligera Verona: Baldi Rossi 7, Pittana, Mecenero, Poser 3, Bolpin, Ambrosini 5, Kuzmanic, Zampini 5, Mc Gee 20, Monaldi 2, Serpilli 5, Spanghero. All. Cavina

Qui le statistiche complete

La più limpida delle partite che erano state tanto pronosticate in estate: difesa, sangue, carattere. E un punteggio che, forse, non si vedeva da tempi dove la ruota ancora doveva essere inventata. Verona tenuta a 47 punti, per giunta, con un McGee oasi nel deserto, capace di segnare da solo 20 punti. Fantinelli anima della festa, con gli altri a seguire il ritmo, anche se a volte, forse, confondendo il pop con il jazz, la classica con il folk. E che importa se alla fine si è ballato fuori tempo, perché alla fine dei conti la serata vale 2 punti, e soprattutto, un ritorno su un discorso che, 7 giorni fa, sembrava essersi interrotto.

La cronaca di Fortitudo-Verona: primo tempo

Quintetti iniziali:

Fortitudo Bologna: Fantinelli, Moore, Sarto, Guaiana, Sorokas

Scaligera Verona: McGee, Bolpin, Poser, Baldi Rossi, Serpilli

Applausi e qualche fischio per Bolpin, prima partenza nel quintetto per Guaiana, queste le novità del sabato paladozziano, e via che si comincia. Un cesto per parte nei primi 2′, entrambi dalla lunga, e nient’altro, in pratica. Pochi ma buoni in Fortitudo, con una difesa al limite dello stalking e, davanti, qualcosa di più degli avversari in casacca gialloblù, fermi a 3 dopo 5′. Più la legna che il fuoco a scaldare il Paladozza, in un ininterpretabile ritmo smorzato da una quantità d’errori degna del peggiore degli alunni liceali. Coast to coast di Moretti che si infrange con una tragica stoppata, il primo quarto si conclude 17-8 che, tutto sommato, male non fa.

Museo degli orrori anche i primi minuti della seconda frazione, e se da un lato la Fortitudo non approfitta a pieno dei buchi difensivi gentilmente offerti dal menù veronese, dall’altro gli scaligeri sembrano vedere il canestro solo attraverso le lenti di McGee, e poco altro. La verve dell’americano (11 punti su 16 a metà quarto) tiene a galla una Tezenis fiacca, scollata, disorientata davanti alla difesa tentacolare della Effe. Non brillante come al solito Moretti, sterile dal campo e meno onnipresente rispetto alle ultime uscite a rimbalzo. E, come nel quarto precedente, stoppata su suo tiro sullo scadere del tempo. Se porta fortuna, bene, e comunque si va pausa lunga sul 29-21.

Paulius Sorokas crediti Fortitudo Bologna

Paulius Sorokas (©Fortitudo Bologna)

Secondo tempo

Rientro nel segno di McGee, che con troppa facilità permette ai suoi di volare sul -2. Si abbassano le percentuali dell’Aquila, alla ricerca di buon gioco anche sotto al ferro, ma troppo poco avventuriera, forse, e sicuramente armata di frecce troppo poco precise. Aggancio della Scaligera dalla lunetta con Serpilli, preghiera sulla sirena di Fantinelli che riscuote gli animi calpestati da McGee, la sensazione è che stasera non vincerà il migliore, ma chi avrà le ginocchia abbastanza forti da reggere fino al minuto 40. Della Rosa è meno lucido di Ferrero quando chiese a DAZN dove fosse la sua regina, Verona sale ancora la china e si ritrova dopo tempo immemore sopra alla Fortitudo, che ritrova un confortante vantaggio a una manciata di secondi dal gong, col buon Sarto. 41-39, 10′ da giocare.

Della Rosa si fa perdonare le follie precedenti con un buon bis di tripla e rubata, che favorisce il coast to coast di Moore e soprattutto il nuovo +7 biancoblù. Chi ci capisce è bravo, con Sorokas e Bolpin a fare qualche concitata chiacchiera in seguito a un contatto, e la lotta a rimbalzo che spesso e volentieri viene vinta dal più piccolo dei grandi, Guaiana. Ultimi 3 giri di cronometro, Verona trova il primo canestro del quarto e Cavina decide di regalarsi un tecnico sul -8, che diventa in fretta -11. Finisce 55-47 nella baraonda generale, il Paladozza in festa e le lingue che toccherebbero a terra, se potessero. E si torna a vincere tra le mura di casa, finalmente.

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