Fortitudo Bologna
La Effe da 0 a 100 – 10 statistiche di Fortitudo-Brindisi
La Fortitudo batte Brindisi e si mantiene al secondo posto della classifica insieme a Rieti (vincente su Verona) a quota 14, dietro Pesaro a 16
“T’immagini / se fosse sempre domenica…“, cantava Vasco, ma la Fortitudo decide di aggiungere anche il sabato alla lista di quelle giornate meravigliose che sanno di serenità e, perché no, anche di vittorie. Poi, chi scrive preferisce Ligabue (poi vabbé, ci sarà un qualche bravo collega che da un altro lato del campo sentenzierà che ‘sti giovani hanno dei gusti musicali discutibili, ma d’altronde, che possiamo farci), ma il succo sta nel fatto che, sabato o domenica che sia, questa Fortitudo sta facendo qualcosa che è altamente complicato in questo casino di campionato: sta convincendo, vincendo, e soprattutto sta trovando una continuità incoraggiante, figlia di mattoncini appoggiati coralmente, uno per uno. Ecco 10 statistiche di Fortitudo-Brindisi (77-66).
10 statistiche di Fortitudo-Brindisi
1 – I canestri dal campo di Cinciarini. Il diavolo della Tasmania brindisino aveva fatto macelli sino a ieri sui vari parquet della serie A2, ma un tragico 1/12 al tiro è specchio di una serata dove non solo la regia degli ospiti ha faticato non solo a trovare la rotta, ma soprattutto a decollare. Non sono i dati al tiro dell’ex Azzurro a dirlo, ma la stella della Valtur è sembrata capire poco, o forse quasi nulla, immersa nella garra difensiva biancoblù. Il maestro portato a scuola.
1 bis – I punti di Guaiana. Che dato sarà mai, direte voi, con alcuni pagellatori che spesso e volentieri si basano solo sulle mere statistiche, senza pensare che non basta leggere il tabellino a fine gara per giudicare le partite. Altra gara di sacrificio del numero 14 dell’Aquila, fatta di rimbalzi spesso e volentieri difficili, di palloni che arrivano dove devono arrivare e di una difesa ai limiti del commovente su chiunque gli capiti a tiro. Uomo di Caja.
2 – I falli tecnici fischiati durante la partita. Chi ci capisce è bravo, chi vede tutto è bravissimo, chi fa entrambe le cose dovrebbe fare, appunto, l’arbitro. Una volta per parte Caja e Bucchi decidono sonoramente di fregarsene di regalare il libero+possesso e scambiare due amichevoli parole coi grigi. Il protagonista che non vorresti, ecco.
2 bis – I giocatori usciti per falli della Fortitudo. Sarto e Della Rosa salutano con anticipo la gara, regalando a Caja solo la possibilità di indemoniarsi ancora di più con chiunque gli passi sotto tiro. Con Moore e Mazzola a quota 4, per giunta. Alla fine conta portarla a casa, sì, ma tenendo conto che probabilmente il numero di giocatori della Effe a disposizione potrebbe tranquillamente entrare in un solo ascensore (robusto, sì, ma ci siamo capiti), la gestione falli deve diventare certamente un poco più assennata.
Della Rosa, finalmente!
8 – Gli assist di Fantinelli. Chiaro messaggio a tutti quelli che dopo la gara pistoiese avevano chiamato preoccupati i carabinieri denunciando la scomparsa del capitano biancoblù. Il numero 21 non solo distribuisce pani, pesci e palloni per le varie scorribande dei compagni, ma diverte, gasa, urla in faccia a tutto il parterre che l’uomo al comando è uno, ma con tutta la ciurma al seguito. 20 assist di squadra a fine gara, contro gli 11 di Brindisi.
16 – I punti di Della Rosa. Toc-toc, l’uomo più atteso del mercato estivo ha finalmente lanciato un chiaro segnale, anche se nelle ultime gare era comunque ben evidente la crescita del playmaker toscano. Si sbatte come un dannato in difesa e si prende la scena con quelle splendide giocate ignoranti da far esplodere il Paladozza. E la sua foto a mo’ di Hulk la dice lunga, lunghissima di quanto anche lui stesso attendesse di sbloccarsi in maglia Fortitudo. Ketchup Della Rosa.
Gianluca Della Rosa (©Fortitudo Pallacanestro)
20 – La valutazione di Sorokas. Lo ribadiamo: come si fa a non volere bene al ragazzone lituano arrivato sotto alle Due Torri quest’estate? La vince praticamente lui, sportellando sotto al ferro, cecchinando dalla lunga, subendo falli, girandosi verso la Fossa, all’ennesimo cesto, con un’espressione che ha fatto sobbalzare qualsiasi psichiatra in visione della partita. Iconico. Uno di quei classici amici tuttofare che vorresti sempre al tuo fianco: per rimorchiare in discoteca, per montare una doccia o per fare il bagno in mezzo agli squali.
Paulius Sorokas (©Fortitudo Pallacanestro)
23 – I minuti di Mouaha. L’idolo indiscusso di chi scrive ai playground dei Giardini Margherita. Il nome da villan più villain del campionato di basket più importante del mondo. Non sarà una prestazione da 0 punti a farci cambiare idea sulla stella dei Couponlus FaceFoundation, sotto copertura, durante l’anno, con i colori di Brindisi.
Totale dominio a rimbalzo
27 – I rimbalzi concessi a Brindisi. Se confrontati con quelli catturati dalla Fortitudo sullo stesso parquet (39) sono un numero esiguo, se paragonati a quelli generalmente acciuffati dalla banda di Bucchi prima di sabato sera (40.1) la statistica diventa la cosiddetta prova provata di quella tanto cercata concretezza sotto al ferro. Capolista Sarto con 8 (!) conquistati, e ripetiamo: meno male che quel giorno Alvise decise di giocare a basket, piuttosto che dedicarsi al violino, al cucito, agli scacchi o a qualsiasi altra cosa in cui probabilmente eccelleva.
200 – I tifosi brindisini al Paladozza. Va bene, lo ammettiamo, anche se il numero sfora da quello ammesso in questa rubrica, ci pareva corretto inserirlo. Ci perdonerete. Legittimi sfottò a parte da ambo le parti, la cornice di un Paladozza sold out è stata perfetta anche grazie a un settore ospiti pieno, innamorato, sventolante, urlante. E alla fine ad aver ragione è sempre chi vince, sì, ma onore ai vinti, sul campo e sugli spalti.
I tifosi della Valtur Brindisi al Paladozza (©Fortitudo Pallacanestro)
Ci concediamo un 11esimo dato, che numero non è:
Tutti – Quelli che alla caduta di Moore nell’ultimo minuto e mezzo tenendosi la caviglia hanno provato terrore. Sperando e scongiurando che l’americano biancoblù non si aggiunga all’infinita lista di sfighe che hanno già incluso Anumba, Benvenuti, Imbrò, Mazzola e Fantinelli nel precampionato, è bene ricordare che Lee Moore si sta rivelando un giocatore fondamentale per il gioco biancoblù. Definizione di tanto arrosto e niente fumo.
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Giovanni Esposti
10 Novembre 2025 at 15:51
Veramente complimenti per gli articoli che scrivi qui! Un amalgama perfetto di ironia e approfondimento! Due doti che solitamente si possiedono in modo alternativo, complimenti ancora 👍🏼
Elisa Fiorini
10 Novembre 2025 at 21:00
Grazie mille!