Hic Sunt Leones – La classe operaia va in paradiso

Hic Sunt Leones (S2, E3) – Era il ’71 quando Elio Petri usciva con “La classe operaia va in paradiso“. Era il 28 settembre 2025 quando coach Attilio Caja ha citato questo film in conferenza stampa nel postgara di Fortitudo-Scafati. 54 anni dopo, anche se nel film di parla di fabbriche e lavori estenuanti, nel secondo caso del bravo Moretti, uscito dalla prima casalinga con un discreto bozzo nella parte dietro per una schiacciata griffiniana terminata malino, ma tra gli applausi dei Paladozza che, tutto sommato, ha dimostrato di apprezzare e non poco la voglia di sbattersi a rimbalzo del ragazzo. “É la classe operaia che va in paradiso, baby“, avrebbe potuto dire bussando in camera. Ora che gli abbiamo dato l’idea, non possiamo fare altro sperare che accada nella prossima partita.

Fortitudo-Scafati: è suonata la sveglia, finalmente

Che poi sì, si potrà definire anche classe operaia, ma tante cosine che si sono viste domenica, tra Moretti 33 e il resto della truppa, si possono anche considerare di piccola borghesia. Una difesa solida, un po’ di sano cinismo dall’arco, la garra giusta nell’aggredire l’avversario e la palla a rimbalzo. Non stiamo parlando del Dream Team ’92, chiaramente, ma rispetto alla timidezza rosetana la risposta è stata chiara ed efficace. E, soprattutto, è valsa 2 punti.

La sveglia è suonata per giocatori che servono come l’aria come Sorokas, Sarto e Della Rosa, complice sicuramente anche un Paladozza dalle gole spiegate, ma l’impressione è che, forse, un po’ d’olio si sia finalmente infilato dentro ai meccanismi biancoblù. Non eravamo qui a sospirare la disfatta dopo la trasferta a Roseto, non siamo qui a dichiarare la serie A dopo la vittoria di 30 su Scafati. Si tratta solo di uno step in una maratona composta da 38 giornate, dove tirare le somme dopo una gara è inutile, dopo due (e una vittoria) forse meno. Correre, correre. E se lo step va verso l’alto, meglio.

Gianluca Della Rosa, tra i più positivi nella gara contro Scafati (©Fortitudo Pallacanestro)

Cividale, parola d’ordine: giovani e forti

Una è fatta. Ora ne restano… 36, dove la prima della lista sarà la brava Cividale, della quale tanto si è parlato in estate tra gli enfants prodiges Ferrari e Marangon, l’ex Amici, l’approdo di Freeman. Una squadra che arriva sull’onda, anzi sulla cresta dell’entusiasmo avendo battuto la grande favorita Verona, che nella trasferta friulana è parsa sconclusionata, a tratti goffa, e ancora alla ricerca di un po’ d’identità, come normale accada dopo un’estate di rivoluzioni. Cosa che invece ha da vendere la banda pillastriniana, che potrebbe trovarsi dentro la gabbia di un leone e uscirne illesa. Gabbia dei leoni, appunto, che troverà domenica al Paladozza. Chissà se Redivo e compagnia arriveranno a Bologna surfando sull’inerzia positiva della gara con gli scaligeri, o se, finalmente, il Madison di Piazza Azzarita incuterà un po’ di timore ai gialloblù, cosa che non accadde un anno fa.

Bravi, belli e cazzuti: poteva capitare un’avversaria peggiore alla Fortitudo alla sua terza uscita stagionale? Forse no. Dopo aver ricordato l’incontro riccionese di più di un mese fa tra le due squadre (e dopo aver ribadito che i risultati in preseason hanno il valore, a volte, delle parole al vento di un certo patron granata), non possiamo fare altro che sperare che la special stuff spacejamesca di Caja continui a fare effetto. E poi chissà, forse scopriremo se l’allenatore biancoblù ha veramente scambiato i suoi 12 giocatori con un gruppo di carpentieri presi in cantiere dopo la trasferta rosetana: nel caso, faremo finta di non esserci resi conto di nulla. E allora sì, sarà proprio la classe operaia che va in paradiso, baby.

Samuele Moretti (©Fortitudo Pallacanestro)

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