Fortitudo Bologna
La Fortitudo cade a Cremona, non basta la rimonta finale: finisce 68-58 al PalaRadi
La Fortitudo paga un primo tempo pessimo e nonostante la vigorosa rimonta perde sul campo della Juvi Cremona
FERRARONI JUVI CREMONA 68-58 FLATS SERVICE FORTITUDO BOLOGNA (24-19;20-7;10-12;14-20)
Ferraroni Juvi Cremona: Panni 10, Mcconico 7, Zugno, Di Croce ne, Del Cadia 4, Fiodo ne, La Torre 2, Barbante 8, Allinei 15, Garrett 6, Bartoli 8, Bortolin 8. All. Bechi.
Flats Service Fortitudo Bologna: Moore 13, Sarto 8, Anumba, Della Rosa 8, Sorokas 8, Imbrò, Guaiana 5, Fantinelli 8, Barbieri ne, Moretti 8. All. Caja
La lezione di domenica scorsa evidentemente non è stata sufficientemente chiara alla Fortitudo: se si gioca arrampicandosi su svantaggi che si aggirano (o sfondano) il ventello, peraltro contro avversari della stazza di Bortolin e Barbante, è difficile pensare di vincere al Paladozza (vedasi Pesaro), figuriamoci in traferta (vedasi Cremona). Poi sì, come 7 giorni fa si prende di buono la reazione arrembante dell’ultimo quarto, che pare però un affannoso vogare sulla barca a remi cercando di fare a gara con lo yot di Antonini. Seconda X consecutiva, pedalare, pedalare, che sabato al Paladozza l’avversario sarà di altra caratura.
La cronaca di Juvi Cremona-Fortitudo Bologna: primo tempo
Quintetti iniziali:
Juvi Cremona: Mcconico, Del Cadia, Allinei, Garrett, Bortolin
Fortitudo Bologna: Fantinelli, Moore, Sarto, Sorokas, Moretti
La Juvi capisce intelligentemente che per segnare serve stare dalle parti del ferro e la Effe si arma di metro per prendere le misure alla volenterosa squadra di casa. Sono comunque 10 i punti in meno di 4′ per gli oroamaranto, roba da far drizzare peli e capelli a Caja. La sfida tra Barbante e Moretti ricorda quella tra i Monstars e Titti in Space Jam, ma in realtà la Ferraroni segna un po’ da ogni parte, con la Fortitudo alla ricerca di una scala per riuscire a contenere i muscoli e centimetri cremonesi. Già 2 falli per il 33, dentro Guaiana a falsolungheggiare anche abbastanza bene ma se la partita si fa dalla distanza il risultato diventa chiaro: 1/7, per ora, il fatturato biancoblù sul 24-19 casalingo, con il canestro di Panni alla Panni sul gong del primo quarto.
Male malissimo la Effe al rientro sul parquet, con Sarto che continua a sparare a vuoto e Panni che tramortisce i suoi ex compagni infilando dalla lunga qualsiasi cosa che gli passi tra le mani. Bortolin si presenta al PalaRadi una spanna sopra a tutti (nel senso effettivo del termine, chilometrico) e Moretti prova a rispondere con la stessa moneta, pur faticosissimamente. Si accende anche Garret, la Fortitudo sprofonda a -19, potrebbe pure piovere, con Del Cadia che abbatte Sorokas dritto verso il ferro per schiacciare. 4 punti in 8′ per la Fortutudo, degna del più tremendo dei film horror: Caja si gioca la carta Anumba che fa così il suo esordio ufficiale in veste Aquila, ciccando però il tiro sulla sirena di metà partita. Fine primo tempo, 44-26 in favore Juvi con un orrorifico parziale di 20-7.
Secondo tempo
Finisce la fiera del canestro del quarto precedente e la Fortitudo, anche se non la mette dentro, almeno non prende sberle. Detto fatto, Juvi a +21 ma Aquila che risponde finalmente con Sarto, uscito (forse) da una buca profondissima. Non cambia però la musica, la voce palle perse urla terribilmente 10 e ogni gentile regalo offerto dalla Juvi è tragicamente dilapidato dai biancoblù. Botta e risposta Guaiana-Barbante da 3, poche emozioni e tanti errori, da un lato e dall’altro, ma con Cremona che guarda le legnate biancoblù. Ancora Guaiana a guidare per grinta e carattere la sua Aquila insieme a Fantinelli, poi Della Rosa si intrufola tra le file casalinghe e fa arrampicare il pallone tra tabella e ferro. Altri 10′, 54-38.
Arriva un altro lampo nella notte per Sarto, Guaiana beffa la difesa della Juvi e alla fine 13 punti di svantaggio non sembrano forse forse nemmeno così tanti, se si gioca così. Altre perse che hanno il sapore di latte vecchio di due settimane, ma Cremona effettivamente non fa quasi più canestro, e allora perché non provarci? Moore firma il primo -8 dopo una vita, poi Della Rosa si inventa il nuovo -7, uscendo però dal campo per crampi. Mcconico mette quella che probabilmente è la pietra tombale sulla Fortitudo, facendo partire i titoli di coda a meno di un minuto alla fine. Sirena, 68-58, si prende di buono la reazione, e poco altro.
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