Fortitudo Bologna
Mercato Fortitudo – Il punto della situazione
Uno sguardo al mercato Fortitudo: 5 innesti e la conferma fino al 2027 del capitano, la squadra è in divenire, ma interessante
Siamo al 28 giugno, ci stiamo rendendo lentamente conto che il mercato di serie A2 per certi versi è di gran lunga più appassionante delle corse di cavalli per Nikola Jokic e che, alla fine dei conti, siamo tutti più impazienti di vedere una squadra subito al completo che di vedere un roster costruito con moderazione. Certo, sarebbe bello essere della sponda Scafati oggi (preso Pullazi, 2 promozioni in 2 anni), così come sarebbe bello esserlo in casa veronese, visti i nomi che i rispettivi club stanno portando tra le proprie file, pronti a compiere il grande salto. Ciò che in casa Fortitudo non si è imparato, però, è che non sempre i grandi nomi di mercato portano con sé grandi garanzie. Si veda Kenny Gabriel, caso eclatante, ma la lista è comunque bella lunga.
Un piccolo prequel
Vediamo di fare il punto della situazione, a oggi, delle acque nelle quali si naviga in terra biancoblù. Dopo Gara-5 con Cantù 9 giocatori su 10 hanno scelto altre vie, chi polemizzando su mancate telefonate, chi, come dichiarò scherzosamente Caja, dando della poco di buono alla ragazza che lo aveva rifiutato poco prima, chi con semplice riconoscenza, spendendo una riga o più in questi comunicati ufficiali anche detti “social“. Ah, senza dimenticare il divorzio bolpiniano, che ha sollevato una discreta polvere qualche giorno dopo l’arrivo di Portaluppi, nuovo GM biancoblù. Sin dalle prime ore di lavoro sotto l’ala dell’Aquila l’ex Olimpia ha dovuto capire che da sgobbare ce ne sarebbe stato parecchio.
Il mantra della società è la parola “pazienza“. Una pazienza che è forse mancata lo scorso anno nella fase di costruzione della squadra, vedasi la fretta (che col senno di poi, tutto sommato, non pagò) nella scelta del coach, eclissatosi dopo pochi mesi in favore del rientro trionfale di Caja. Eppure, nella fretta della passata estate, si andò a creare una squadra che in quanto a nomi sembrava non essere seconda a nessuno. Al pari di Udine e Cantù, forse, ma sicuramente non inferiore. La SuperCoppa sembrava lasciar presagire questo.
La storia recente, però, si conosce, tra un collante sul parquet che non è arrivato, gabrielate&freemanate, sfighe varie in infermeria, qualche bizza di troppo, e altre squadre più concrete. É certo che, qualunque strada si volesse battere nel mercato estivo, difficilmente la Fortitudo avrebbe potuto riportare sotto alle Due Torri la stessa dose di talento che aveva nel roster lo scorso anno, anche se avesse seguito un mercato maggiormente improntato sui grandi nomi (difficile, di ‘sti tempi). E poi, come è stato dimostrato lo scorso anno, i grandi nomi non sempre funzionano tra loro.
Mercato Fortitudo – Linea italiani
Passando alla squadra attuale, teniamo in primis conto di un fondamentale aspetto: la rosa al momento conta 6 nomi, per cui quasi la metà del gruppo è da definire. Gli stranieri, come dichiarato dal club nella conferenza di presentazioni di Portaluppi, si andranno a inserire nel roster una volta che sarà definito il famoso pacchetto italiani, che sta creando non pochi problemi non solo alla Fortitudo, ma a tutte le squadre che stanno battendo il mercato. Perché, come si è detto circa un milione di volte dall’inizio del mercato, gli italiani buoni costano, e bla bla bla. Ma andiamo con ordine.
Registi e mani calde
Mettiamo un momento da parte il rinnovo di Fantinelli, specchio del legame indissolubile che lega il capitano alla piazza e viceversa, un matrimonio alla Orsolini, insomma, un simbolo oltre allo sport. Dai piani alti arriva Della Rosa, che sì non viene da cifre stratosferiche col suo amato Pistoia, ma che come cambio del Fante pare avere più che le carte in regola per fare bene. Poco prima di lui la Fortitudo aveva firmato Alvise Sarto, unico vero nome, a oggi, che ha destato vero scalpore in casa biancoblù. Due ottime stagioni con Rieti alle spalle, definito ugualmente “una scommessa” da parte di Caja (principalmente in riferimento all’età, 25), anche se i numeri rendono il ragazzo una solida realtà, più che un giovane da buttare nella mischia.
Matteo Fantinelli, ufficiale oggi fino al 2027 (©Valentino Orsini)
Scommesse e “usato sicuro”
Scommessa potrebbe definirsi invece Guaiana, coetaneo di Sarto, reduce dalla cavalcata vincente in quel di Roseto e osannato dalla piazza in tante occasioni, addio incluso. Un calore dovuto alle sue buone prestazioni (11,6 punti a gara) ma anche da una tenuta difensiva, robina che a Caja piace tanto, e il cosiddetto buon vecchio cuore che mai fa male alla causa Fortitudo. Parlare di minutaggi è ora prematuro, sia perché è nota la tendenza del coach a preferire l’usato sicuro al brivido del gioco d’azzardo, ma investire su gambe pronte alla lotta è meglio che puntare tutto su giocatori con prospettive non sconfinate. Largo ai giovani, evviva, anche perché l’età media della passata stagione era un pelo sopra la media.
Il termine scommessa non calza a pennello ad Anumba, che la serie A2 la conosce bene e che ha sfiorato col suo Rimini la promozione in massima serie. Un’annata così così (4,5 punti e 2,7 rimbalzi di media) che però non si allontana particolarmente dall’arrivo di Mian lo scorso anno, alla ricerca di riscatto dopo la stagione stellare di Trapani, dove però l’ala piccola aveva trovato poco spazio. Portando con sé un atletismo diverso rispetto all’ex che ha recentemente firmato a Rieti, anche se con meno punti nelle mani. Anche qui, tanta difesa, come piace a Caja.
Spostandosi un paio di piani d’ascensore più su, eccoci a Benvenuti. Reduce da un bis di stagioni alla Benedetto XIV, ma dalla decennale esperienza in serie A2, viene da un’annata da 10,4 punti e quasi 6 rimbalzi a partita. Tenendo conto della penuria di italiani in giro per il mercato e del fatto che alla Fortitudo di lunghi ne mancano ben due (dei quali uno straniero), il colpo piazzato con Benvenuti offre centimetri e muscoli alla causa.
Chiudendo
Se sono tanti a non essere convinti dell’efficacia del mercato Fortitudo a oggi, si possono proporre alcune suggestioni. Anzi, qualche dato di fatto. Il primo è che mancano 4 giocatori nel roster, in particolare i 2 stranieri, vero e proprio ago della bilancia di una stagione, molto spesso. Le faraoniche cifre sul quale viaggiano i giocatori (italiani, anche di medio livello) di questi tempi non sono inaccessibili a squadre come la Effe, ma a buona parte della serie A2.
Il mercato lo scorso anno si chiuse a ridosso della preparazione con colpi sì come Cusin, stagionato ma utilissimo alla causa nonostante il basso minutaggio, ma la prova che i veri conti a squadre quasi concluse si fanno alla fine. E allora meglio la pazienza, dove si valuta, decide, con calma e attenzione. Certo, si potrebbe muovere la lamentela in merito a chi farà punti il prossimo anno, data l’impronta prettamente difensiva del roster sinora allestito, ma la risposta è sempre una: pazienza.
In secondo luogo, non va dimenticato che due anni fa una squadra che non pareva avesse qualcosa da dire arrivò in finale playoff, non abbassando la testa davanti a quella Trapani. I tempi sono cambiati, alcune realtà di serie A2 oggi potrebbero competere con la seconda metà di classifica dell’LBA, ma resta il fatto che Caja non ha quasi più niente da dimostrare a questa società. O meglio, eccome se ce l’ha, ma merita tutta la fiducia del mondo per provare a compiere l’ennesima scalata che, come ha già fatto vedere, si può fare anche senza grandi nomi e grandi budget. E poi chissà, sarà il campo a parlare, ma i traguardi si tagliano quando si arriva in fondo, non quando si scelgono le scarpe da corsa. Che sì, sono importanti, ma non quanto e come corri.
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook
