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Fortitudo – Ci vuole calma e sangue freddo

La sconfitta contro Treviglio e le parole di Caja: la Fortitudo vive uno dei suoi momenti peggiori da inizio stagione, a ridosso dei Playoff.

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Fortitudo squadra
Crediti: Valentino Orsini - Fortitudo Flats Service Bologna

Un altro passo falso, il secondo consecutivo. La stessa sequela di errori gravi vista ad Agrigento, e ancora prima con Rieti. La stessa mini-rimonta subita sul finale per distrazioni difensive e sufficienza in attacco. Ma questa volta con meno attenuanti, e con più amarezza, frustrazione e rabbia sulle spalle dei giocatori al termine dei 40 minuti. La Fortitudo vive il suo momento più difficile della stagione, proprio a ridosso dell’inizio dei Playoff, a due giornate dal termine della fase ad orologio. E con Caja furioso e preoccupato, inevitabili i dubbi dei tifosi sul futuro a breve termine. L’Aquila deve ritrovarsi psicologicamente al più presto. E ripartire, con calma e sangue freddo, senza fare calcoli di classifica.

I preoccupanti Blackout della Fortitudo

Sulla scia del trend visto ad Agrigento, al PalaDozza ieri per più di metà partita la Fortitudo ha controllato il campo. Non solo dal punto di vista fisico, ma anche sotto il profilo mentale. Inerzia della Fossa o meno, i canestri arrivati tra il secondo ed il terzo quarto hanno evidenziato la profondità dei talenti biancoblú, oltre che l’ormai indiscutibile profondità del roster. Dalle due triple consecutive di Sergio, fino ai canestri di Ogden, i recuperi di Bolpin e gli assist di Fantinelli, la Fortitudo ha dimostrato di essere mentalmente presente, e di poter sfruttare al meglio le proprie rotazioni. Poi, qualcosa si è spento, e tristemente non è una novità. La squadra di Caja ha cominciato a subire il botta e risposta avversario, ha smesso di difendere i continui lanci lunghi di Vitali per Harris e si è adagiata in attacco. Permettendo così a Miaschi e compagnia dapprima di restare a contatto, poi di rientrare e infine di superare i padroni di casa. Un Blackout che è ormai tassa fissa, e che da marzo continua a tormentare i primi minuti dei quarti quarti biancoblu. E che, a ridosso dell’inizio dei Playoff, ora spaventa.

Frustrazione, presunzione, distrazione

La sconfitta di ieri sera si può riassumere in due istanti, fotografie del momento difficile che vive la Fortitudo. Aradori, che dopo un fallo fischiato a sfavore a poco più di due minuti dal termine, scaglia di forza il pallone contro il tabellone pubblicitario, e Freeman, che compie lo stesso gesto ma con l’intenzione di scagliarlo forse oltre Palazzetto. Rabbia e frustrazione evidenti, confermate poi anche dalla rabbia di Caja. Nel Post Partita, l’allenatore è stato chiaro e diretto, e senza mezzi termini ha dichiarato:

Noi dormivano, siamo stati presuntuosi, lo siamo anche ad allenamento e questo poi si vede in partita. Abbiamo perso la seconda di fila dopo 30 partite. Sono preoccupato dall’inizio dell’anno anche perché oggi siamo stati scandalosi.

Superficialità, supponenza, presunzione sono state le dure accuse del Coach nei confronti dei suoi giocatori. Il quale non si è riferito solo alla partita di ieri, bensì anche agli allenamenti.

Un calo drastico

Nelle ultime 11 gare, la Fortitudo ha perso 6 partite. E se è vero che alcune di queste sono arrivate contro squadre che avevano ben più motivazioni (Agrigento deve mantenere la A2), altre sconfitte sono tutt’oggi indecifrabili. Ovviamente, non ci si poteva aspettare una Fortitudo capace di dominare la categoria senza avversari, come si diceva a inizio stagione dopo il clamoroso 8-0. Ma non ci si poteva aspettare nemmeno un calo così rapido e drastico. La speranza, in casa biancoblu, è che questo momento sia di passaggio e figlio del tentativo di non forzare troppo la mano in vista dei Playoff. E, soprattutto, che le parole di Caja risuonino nella mente dei giocatori come un rimprovero a cui ribattere, e non come un atto di rassegnazione.

Ripartire con calma

Con la sconfitta contro Treviglio, la Effe ha perso il secondo posto nel Rosso. Al netto degli infiniti calcoli matematici su chi sarebbe meglio incontrare ai Playoff, la Effe dovrebbe pensare, in questo momento, prima a sé stessa, prima che al potenziale avversario. I passi falsi capitano, ma dimostrarsi svogliati e deconcentrati a lungo sarà inevitabilmente deleterio. Per questo motivo, al momento i biancoblu necessitano di riorganizzare le idee ed assestarsi su una scia chiara e precisa. Anche, eventualmente, con altre sconfitte. Provare a tornare a giocare con la spensieratezza di inizio stagione, almeno per queste ultime due uscite della fase ad orologio, deve essere un obiettivo. Per ritrovare calma, gioco, la difesa solida e granitica vincente della Regular Season ed il giropalla efficace comandato da Caja.

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