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Fortitudo, puoi davvero sognare in grande?

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Crediti: Valentino Orsini - Fortitudo Flats Service Bologna

I biancoblú ottengono la terza vittoria, consecutiva tra le altre cose, in campionato. Nella teoria (e in realtà anche nella pratica) sono due punti che raccontano poco, ancora troppo poco per poter dare giudizi, in una stagione composta da tre lunghe fasi. E che si concluderà se va bene a giugno, se va male un po’ prima. Eppure la partita contro la squadra del grande ex Martino qualche segnale lo ha lasciato. Andiamo con ordine.

Partendo dai numeri e dai risultati…

Imbattuta e a punteggio pieno. In testa alla classifica a 6 punti al fianco della candidata numero 1 alla promozione Trieste. La Effe, completamente rivoluzionata nell’organico nell’estate appena trascorsa, ha cominciato la stagione a ritmi sorprendentemente alti. Complice una Pre Season sottotono, con una Supercoppa appena respirata, era difficile ipotizzare un esordio di questo livello, soprattutto sul fronte difensivo. Il primo dato da tenere d’occhio in queste partite è quello dei punti subiti: 188. La Fortitudo è la squadra che ha subito meno punti non soltanto del girone rosso, ma di tutta la Serie A2 LNP complessiva fin qui, con una media di appena 62.6 punti concessi. E ha tenuto Cinciarini e compagni ad appena 63, dominando il terzo quarto (fino a quel momento la squadra di Martino ne aveva segnati prima 78 e poi ben 99 contro Nardò, surclassando i pugliesi nel terzo quarto con un terribile score di 32 a 11). Come se non bastasse, la Effe vince anche il dato dei tiri da due punti segnati dagli avversari: soltanto 94. Indicativo anche il dato sulle palle rubate: ben 30, seconda appena dietro Nardò. Coach Attilio Caja è stato un grado di dare un’identità difensiva ad una squadra che soltanto fino a 5 mesi fa soffriva proprio in quella zona di campo. Non è comunque oro tutto quel che luccica: la Fortitudo non concede i tiri agli avversari dalla media distanza o da sotto canestro, ma al contempo sul pitturato commette tanti falli (dopo Udine è la seconda squadra ad aver subito più punti ai liberi) e questo potrebbe rivelarsi un fattore da non sottovalutare, a lungo andare. Sul fronte offensivo, la Effe ha ancora qualche difetto da migliorare: dall’arco per esempio ha la quinta peggior percentuale del girone rosso. Ma d’altronde, “l’attacco vende i biglietti, la difesa vince i campionati”, giusto? Non proprio, forse vale solo per il calcio.

…passando per i singoli…

Sono il numero 4” è un film di fantascienza del 2011 prodotto da Michael Bay. Qui di fantascientifico c’è ben poco: Pietro Aradori vive uno dei periodi di forma migliori della sua carriera ed è chiaro ed innegabile che l’esordio contro Chiusi sia stato soltanto un lapsus. O almeno questo spera la Fossa. Ora, è vero che la continuità è il fattore più importante a lungo termine, ma Aradori alla veneranda età di 34 anni macina ancora. Quarto miglior realizzatore del girone rosso, con 19.7 punti a partita e 4.3 rimbalzi, con una percentuale da due punti del 57 percento: la Guardia sembra vedere il canestro grande come una vasca da bagno. Soffermarsi su tutti è impossibile quindi passiamo solo ad alcune pedine chiave (e non). Fantinelli: il solito tuttofare, un Capitano di nome e di fatto perchè guida la nave e laporta all’orizzonte“. Fortunatamente non è ancora affondata come l’Olandese Volante. I due americani Ogden e Freeman: un lavoro di reparto eccezionale, fanno il loro e forse qualcosa in più. Bolpin è la vera sorpresa di questo inizio di stagione: con 34.3 minuti giocati è il secondo più presente in campo dopo Johnson, di Rimini. Il suo apporto lo dà sempre e soprattutto all’esordio ha dimostrato di meritare il minutaggio concessogli. Caja crede in lui e lo sprona continuamente: una vera rivelazione. “E Conti?” Bella domanda. Se lo stanno chiedendo tutti in sala. Lontanissimo parente dell’MVP di Serie B della scorsa stagione, deve ritrovarsi al più presto e dimostrare a Caja di meritare la sua fiducia. Fin qui è la più grande delusione del mercato.

…e arrivando agli assunti finali.

Dunque, ci sono i presupposti per pensare in grande? La risposta è sì, i presupposti ci sono. Perché la difesa gira, perché gli schemi funzionano, perché in panchina c’è un’esperienza decennale, una certezza. In un momento in cui la Effe ha disperato bisogno di certezze. In questa Serie A2 ci sono tante candidate alla promozione: Trieste, Udine, Cantù, la stessa Forlì. Ma è difficile pensare ad una Effe così tanto distante da questo blocco. 

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