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Il Partizan passa a Bologna: Virtus battuta 79-88

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VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – PARTIZAN MOZZART BET BELGRADO 79-88 (26-28; 21-17; 16-16; 16-23)

 

Statistiche:

Virtus: Mannion, Belinelli, Pajola 9, Bako 4, Jaiteh 14, Lundberg ne, Hackett 5, Mickey13, Weems, Ojeleye 13, Teodosic 11, Abass 10. All.Scariolo

Partizan: Vukcevic ne, Leday 10, Avramovic, Punter 17, Smailagic 9, Papapetrou 3, Exum 17, Nunnally 16, Lessort 5, Trifunovic, Andjusic, Madar 11. All.Obradovic

 

Tiri liberi VI 17/22 PA 12/15

Tiri da due VI 19/30 PA 29/47

Tiri da tre VI 8/20 PA 6/18

Rimbalzi VI 26 PA 29

Falli VI 23 PA 23

 

Arbitri: Hierrezuelo, Bissang, Cici.

Quintetti iniziali:

Virtus: Hackett, Teodosic, Ojeleye, Mickey, Jaiteh.

Partizan: Punter, Madar, Nunnally, Leday, Smailagic. 

 

A Bologna arrivano oltre 1500 sostenitori serbi a spingere un Partizan focalizzato e presente sul parquet fin dall’inizio. L’omaggio a Danilovic, presente all’Arena funge da introduzione perfetta alla sifda, equilibrata per tre quarti nonostante le troppe palle perse dai padroni di casa, privi di Shengelia, restino un problema non da poco anzi decisivo alla fine. Gara fisica e fallosa che la Segafredo soffre, affidandosi ai lunghi e a Teodosic per rimanere aggrappata alla precisione di Nunnally, Punter ed Exum. Basta per 35 minuti, non per 40. 

Caricati dall’atmosfera delle grandi occasioni, i giocatori impiegano pochissimi secondi per entrare in ritmo, sia dal perimetro sia nell’attaccare il ferro. Gli ospiti sono più concreti anche nelle azioni successive e firmano un primo +6 (7-13) dopo 3’30”. Gap che la Virtus fatica a ricucire ritardando le chiusure difensive e rimanendo imprecisa sotto canestro. Non basta un “magata” di Teodosic dall’arco a scuotere i bianconeri, ancora decisamente disattenti e leggeri nelle proprie manovre. Prezioso è invece l’ingresso di Pajola, capace di far girare bene i compagni, Ojeleye su tutti, e ridurre a 2 i punti di ritardo: 26-28 dopo10′.

La buona inerzia virtussina di fine primo quarto si trascina nel secondo, aperta dalla tripla di Pajola che significa sorpasso. Condizione non semplice da mantenere se si considera l’atteggiamento combattivo del Partizan, sebbene non altrettanto cinico. 31-31 a meno di 7′ dall’intervallo. L’aggressività ai limiti del consentito contagia anche la Virtus che, però, questi limiti li sorpassa concedendo il bonus con ancora 6′ sul cronometro e autocostringendosi agli straordinari per rimanere avanti o comunque a contatto. Il surplus è dato da Abass, autore di 7 punti consecutivi che valgono il momentaneo +4 (38-34). Momentaneo ma predittivo dei minuti seguenti, quando le maglie serbe si allentano in difesa e creano quegli spazi che le Vnere occupano senza esitazione facendo lievitare a +8 il vantaggio (44-36) quando manca 1’40” alla pausa. Gli ultimi possessi sono prove di forza prima da un lato del campo e poi dall’altro, se la Segafredo si affida alla fisicità dei lunghi, gli avversari optano con precisione ritrovata per soluzioni dal mid-range. Va meglio alla formazione di Obradovic che ricuce parte del divario: 47-45 a metà gara. 

La voglia di riprendere il controllo della gara da parte del Partizan prevale su tutto in avvio di ripresa, lo 0-7 in 2′ lo testimonia benissimo. Soltanto dopo il timeout forzato da Scariolo, i bianconeri riprendono la propria corsa, trasformata in rincorsa. Jaiteh e Mickey rispondono all’ex Punter in un duello che continua a favorire Bologna sotto le plance e Belgrado dalla distanza. 54-56 al 5° minuto terzo periodo, momento in cui la Virtus raggiunge nuovamente i cinque falli di squadra agevolando di fatto la situazione di vantaggio avversaria. Le rotazioni permettono ancora una volta di raddrizzare l’andamento della sfida per la Segafredo, in grado di alzare la propria intensità difensiva e colpire dalla lunetta. Pajola e Bako trascinano gli altri e costruiscono con Mickey il pareggio (63-63) con il quale si comincia l’ultimo minuto del terzo quarto, caratterizzato unicamente dal canestro di Nunnally: 63-65 a 10′ dal termine. 

Si gioca sui nervi e coi nervi una partita del genere. I primi possessi del quarto quarto sono ragionati e soppesati, una sbavatura non è ammessa e, infatti, non appena la Segafredo perde un pallone è punita in contropiede, non appena si distrae un attimo a difesa schierata, è penetrata. Succede 4 volte e i serbi volano a +10 (67-77) a 4’30” dalla fine. La spinta virtussina prova a riaccendersi con la tripla di Teodisic, efficace per sbloccare l’attacco ma non esaustiva per bloccare quello di Obradovic. Palla che gira velocemente tra gli ospiti obbligando la Virtus a fare lo stesso per non cedere definitivamente il passo quando manca poco più di 1′ alla fine e la bomba di Abass permette il -5 (79-84). Poteva essere la sliding door decisiva per i bianconeri che al rientro sul parquet si chiudono in difesa creandosi la possibilità di giocarsela fino alla fine. Eppure non va così, un’altra palla gettata al vento nella metà campo del Partizan sancisce la vittoria di Belgrado sempre più proiettata verso le Final Eight, obiettivo che continua ad essere complicato per la Virtus. Alla Segafredo Arena Partizan batte Virtus 79-88.

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