Basket
Una rivoluzione chiamata Italbasket: grazie di cuore
Italbasket vince la finalina per il bronzo con la Francia e sale sul terzo gradino del podio dopo 30 anni dall’argento di Brno

Sembra una favola. Anzi, sembra un sogno, qualcosa che non si poteva nemmeno immaginare ripensando a un mese fa, quando tra le notizie circolava anche quella della rottura del legamento crociato di Matilde Villa. Una fuoriclasse di quelle che ne nascono poche, un playmaker dal talento cristallino, insomma, una donna al comando. Crack. Un girone durissimo, in casa, sì, ma si sa che Italbasket spesso e volentieri si complica la vita da sola, figuriamoci contro alcune delle potenze europee del basket femminile. Difficile aspettarsi qualcosa, da Italbasket, già prima che la prima palla a due fosse lanciata in aria. Ecco, mai pronostico fu più sbagliato.
Italbasket,è tutto vero
Lo dicevano, loro, che qualcosa era cambiato. In ogni dichiarazione delle Azzurre c’era un “state attenti, ci siamo“, un “siamo cresciute“, un “occhio“. Nessuno, però, che credeva realmente che quel gruppo di ragazze potesse andare a competere per un posto tra le big. Fuori la Serbia, fuori la Slovenia, fuori la Lituania, brave, sì, ma in Grecia sarà un’altra cosa. Fuori la Turchia, sì, ma non era una delle big three europee come Spagna, Francia e Belgio. E allora sotto col Belgio, che da campione in carica è riuscito a vincerla all’ultimo tiro, all’ultima azione, facendosi il segno della croce nell’ultimo tentativo di Verona dall’arco, ferro, fuori. Avranno dato tutto, sono stanche, la Francia è vicecampione olimpica. 54-69 alle “cugine” francesi, dopo una prestazione sontuosa, soprattutto in difesa, dove ognuna ha messo un mattoncino pesante come una pietra. E allora sì, Italbasket, sei bronzo europeo.
Vorrei avere più cose da dire, almeno per rendere un pelo più interessante il pezzo ai lettori, eppure mi viene difficile anche solo trovare le parole. Italbasket non ha solo giocato un europeo perfetto, chinando il capo solo davanti a uno stratosferico Belgio dopo una prestazione sontuosa, ma ha anche portato con sé una nazione intera. Chi salito in corso d’opera, chi sul carro stava da un pezzo, chi ha acceso la televisione per vedere il ciclismo e si è trovato Italia-Francia. Chi si è trovato a urlare dal divano, chi ha fatto i bagagli per andare ad assistere al Pireo a questo piccolo capolavoro. E poi ci sono loro, le Azzurre, che non hanno fatto altro che tapparsi le orecchie davanti a tutto quello che questo Europeo portava con sé, archiviando pronostici, pregiudizi, opinioni e confronti non richiesti.

Jasmine Keys (©Women’s Eurobasket 2025)
Grazie, Azzurre
Che importa se chi era in spiaggia non ha visto questo spettacolo. Che importa se, da qualche parte, qualcuno avrà avuto di meglio da fare. E che importa se qualcuno, annoiato all’idea di vedere 12 ragazze correre verso il ferro, avrà preferito cambiare canale, alla ricerca di un reality di qualità scadente o un documentario sui rettili. Oggi importa che chi c’era abbia visto, che una ragazzina si sia innamorata del basket vedendo il piede perno di Cubaj, che un giorno, quando cercherà il canestro, penserà al rilascio di Zandalasini. E che un ragazzo, un playmaker, pensando a chi passarla, cercherà di trovare la stessa visione di gioco di Verona. Così nascono le piccole rivoluzioni, che il basket femminile ha atteso per 30 anni.
Oggi hanno vinto tutti. Ha vinto Italbasket, di nuovo sul podio, maschile e femminile, 21 anni dopo l’argento di Atene e 30 dall’argento di Brno. Ha vinto la pallacanestro femminile, che da anni brancola nel buio, ma oggi ha finalmente trovato, forse, l’uscita dal tunnel. E ha vinto l’Italia, che ha trascinato appassionandosi le meravigliose Azzurre. Ha vinto Capobianco, vincitore di una scommessa che meritava pazienza. Hanno vinto tutti, tutti. Forse un po’ mi sento di aver vinto anche io, sentendo mio padre entrare in casa un’ora prima, e alla mia domanda del perché sentirmi rispondere “c’è la partita“. E allora, si, abbiamo vinto, avete vinto, Azzurre, evviva!
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