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La Virtus si gode un meritato primato. Oltre a Lawson e Umeh, c’è un super Rosselli – 28 nov

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Primato in classifica – La Virtus si gode la testa della classifica, in coabitazione con Treviso. La squadra di Ramagli, però, è avanti per lo scontro diretto vinto all’Unipol. Proprio in quel Palazzo che sta diventando sempre più un fortino. Solo Ravenna è riuscita ad espugnarlo fin qui. E, per un istante, la gara di ieri poteva anche riportare alla mente proprio i fantasmi di quella sconfitta. Ma così non è stato e ora Ramagli si gode la quarta vittoria in altrettante gare.

La reazione nonostante la stanchezza – Una vittoria che gli dà più di qualche motivo per sorridere. Primo fra tutti la reazione della sua squadra, dopo che Verona aveva trovato i canestri della parità. Una reazione arrivata, nonostante la stanchezza mostrata dalla squadra. La Virtus ha accusato le tre gare in una settimana, giocate prima della sfida con Verona. Ma in un sistema cestistico che prevede grande dispendio di energie, e si basa sull’intensità difensiva, un calo ci può stare. E può starci, anche considerando le rotazioni ridotte (ancora assente Ndoja, ndr). Dopo aver toccato il +16, la Virtus subiva la rimonta della squadra di Dalmonte. Ma, nel momento in cui sembrava che Verona ne avesse di più, a togliere le castagne dal fuoco ci pensavano i “tre americani”. Tre, perché Guido Rosselli ha giocato da americano aggiunto ad Umeh e Lawson. L’ex Torino è stato decisivo sia nel primo, che nell’ultimo quarto. Dopo aver trovato 10 punti nei primi dieci minuti, Rosselli piazzava anche la tripla del +6 nell’ultimo quarto (63-57). Ottimo anche l’asse con Lawson, a più riprese cercato dall’ex Torino nel momento in cui giocava da “finto play”.

I “tre americani” – Dietro ad Umeh e Lawson, per punti realizzati, c’è proprio Rosselli. Sta viaggiando ad 11.3 di media e sta dimostrando perché Ramagli lo ha voluto in Virtus. L’ex Torino è sempre più leader di una squadra che, oltre ai due americani, sa di poter contare su di lui. Per il resto, Umeh è stato prezioso prima dell’intervallo lungo con sette punti consecutivi (i canestri del 33-16 al 17′, ndr). Mentre Lawson, che in avvio non era apparso il solito fattore, tornava ad esserlo dopo una schiacciata nel terzo quarto. Nei momenti caldi, come sempre ha risposto presente. Lo ha fatto su ambo i lati del campo, come dimostra la stoppata a Robinson.

Intensità difensiva – Ma Ramagli, oltre che per la reazione, sorride anche per quell’intensità difensiva che ha portato Verona a produrre soli 7 punti nel secondo quarto. La Virtus l’aveva costruita lì la vittoria, prima della rimonta gialloblu. E se l’andamento della gara poteva rievocare la gara di Ravenna, per lunghi tratti si è rivista la difesa prodotta con Treviso. Perl’ennesima volta, anche i cambi hanno contribuito a tenere alta l’intensità. Indubbiamente è questa una delle armi più efficaci della Virtus targata Ramagli.

Ndoja e il mercato – Ramagli sorride per la vittoria, ma il pensiero va inevitabilmente alle condizioni di Ndoja. Anche contro Verona il coach bianconero non ha potuto contare sul suo apporto. La società sta pensando se intervenire, o meno sul mercato. Ma molto dipenderà dal recupero dell’ala ex Mantova.

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