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Quarant’anni fa la gara che portò la Virtus alla prima finale di Coppa dei Campioni

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5 marzo 1981. Si gioca la nona giornata del girone di ammissione alla finale di Coppa dei Campioni. La Virtus ci è arrivata con un percorso fantastico: vinta la prima gara a Mosca, ha battuto in casa il Real, in dicembre quando ancora c’era in panchina Ettore Zuccheri. Alla ripresa nel nuovo anno, con in panchina l’accoppiata Ranuzzi-Nikolic, viene battuto il Bosna, poi si sbanca il campo del grande Real. Inopinata sconfitta di un punto in Olanda, ma le V nere tornano al successo nella prima di ritorno contro l’Armata Rossa. Battuti a Tel Aviv i bianconeri vincono al supplementare a Sarajevo, poi arriva la gara del 5 marzo contro il Real, se la Virtus vince è in finale con una giornata d’anticipo.

 

Gli spagnoli sono senza Brabender e nel primo tempo perdono anche Abromaitis per falli, ma riescono a rintuzzare i tentativi di fuga bolognesi: quando Marquinho firma il 31-24, rientrano sul 33-32; poi il brasiliano 6 su 7 in questi ultimi dieci minuti, segna il canestro del 43-34, ma il Real piazza un parziale di 0-5 e chiude sul 43-39 il primo tempo. Al riposo 7 su 11 per Marquinho, e 6 su 11 per McMillian, che dopo aver cominciato con un 5 su 5, commette però 5 errori di fila. Stesso copione nella ripresa, con la Virtus che scappa sul 63-54, ma dopo undici minuti e mezzo del secondo tempo gli iberici si portano in parità, 64-64. Finalmente la Sinudyne opera lo strappo decisivo e si porta sul più dodici 80-68. La squadra spagnola non si dà per vinta e torna a meno quattro, 84-80, ma Caglieris segna i liberi della sicurezza: 88-83 il finale con 24 punti di Marquinho e 18 di McMillian. Finale raggiunta e festeggiata con tanto di tamburi che l’avvocato Porelli aveva fatto eccezionalmente entrare nella bomboniera di Piazza Azzarita in una delle gare più importanti della storia bianconera.

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