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Lundberg: «Ho sentito l’amore di tutti, con Banchi c’è più fiducia»

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Foto Virtus Pallacanestro


Iffe Lundberg è passato dall’esilio a sesto uomo di lusso in poco più di qualche mese, eppure il danese arrivava a Bologna con la nomea di giocatore esperto della categoria Eurolega oltre ad avere un passato in Nba. Lo scorso anno il suo rendimento è stato effettivamente altalenante e Scariolo nel finale di stagione ha deciso di toglierlo definitivamente dalle rotazioni, le vicende estive sono ormai ben note, così come l’arrivo di Luca Banchi: uomo chiave per il “nuovo” Iffe. 

L’intervista 

Decisivo già in svariate gare, l’attuale numero “1” bianconero sta diventando centrale nello scacchiere di coach Banchi, in quanto capace di prendersi la squadra sulle spalle nei momenti finali delle partite, ultimo esempio quello contro il Barcellona della scorsa settimana. Proprio Lundberg però ha avuto anche la palla decisiva nel finale di partita contro Milano, dove gli è mancata la giusta forza nelle gambe per appoggiare a canestro, lui l’ha vista così: «Ho sbagliato. A volte succede di fare canestro e vincere o andare ai supplementari, a volte no. In questi casi dipende da me.» Per la legge dei grandi numeri Iffe non aveva ancora sbagliato un tiro di quelli, tanti, decisivi che si era preso da inizio stagione, un errore quindi che nell’economia di una stagione risulta essere fisiologico. A maggior ragione un errore sul finale può arrivare dopo tante gare una vicina all’altra giocate ad altissimo livello battendo squadre che puntano alle final four: «Giocare quattro partite in sette giorni è molto difficile ma fa parte del nostro lavoro. Siamo abituati a farlo e dobbiamo continuare così, sopportare la fatica e andare avanti su questo percorso migliorandosi ogni giorno.» 

La scorsa stagione 

«Non so cosa sia successo e non penso di essere la persona a cui rivolgere questa domanda. Qualsiasi cosa sia stata però è passata. Penso solo al presente» Una graduale uscita di scena dai piani della Vu Nera, questo è stato il percorso dell’esterno bianconero prima dell’arrivo del nuovo coach che ha voluto dargli una seconda possibilità: «E’ stato un processo molto difficile, non ho smesso di credere nelle mie capacità e nelle persone a me vicine. In tanti a Bologna hanno continuato a supportarmi e a tifare per me nonostante la situazione creatasi, e di questo sono veramente grato. Ho sentito l’amore di tutti.» 

L’arrivo di Luca Banchi 

«A livello personale non ha cambiato nulla in termini di visione di me stesso come giocatore, mentre penso che come allenatore mi abbia dato più fiducia nelle mie capacità in campo.» L’effetto Banchi è sembrato proprio questo su tutto il gruppo, tanto lavoro tattico certamente ma una mentalità di squadra molto più definita e positiva che fa trapelare l’unità di un gruppo forte in cui anche Iffe sembra essere più coinvolto e sopratutto sfruttato nei finali di partita: «Mi è sempre piaciuto assumermi le responsabilità, sopratutto nei momenti decisivi» 

Fuori dal campo 

«Direi che sono un ragazzo con i piedi per terra, amo la mia famiglia e ad essa dedico il mio tempo libero». Quello con Bologna è stato un odi et amo carico però di voglia nel ritrovarsi più forti insieme e la dimostrazione è stato il primo ritorno in campo al Paladozza dove tutti i tifosi hanno accolto Iffe con un grande applauso: «Adoro Bologna, mi piacciono molto sia la città che la gente». 

Il futuro di questa Vu Nera 

Neanche nelle più rose aspettative avremmo potuto immaginerà una Virtus terza in classifica a metà dicembre e questo lo sanno anche gli stessi giocatori – ora però?: «Guardando il nostro poster e il modo in cui giochiamo adesso, penso che la squadra abbia ciò che serva per “fare rumore”». Manca ancora più di metà stagione regolare, sognare è lecito ma si sa che in Eurolega molte squadre iniziano a carburare da gennaio in poi con lunghe strisce di vittorie, l’obiettivo realistico di questa squadra per Lundberg è quello di puntare ai playoff: «da lì può succedere tutto».  

Fonte: Luca Muleo – Il Corriere dello Sport

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