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Pesaro-Fortitudo Bologna, la conferenza stampa pre-partita di coach Luca Dalmonte

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Sabato ci sarà la prima partita di Luca Dalmonte sulla panchina della Fortitudo Bologna. La Lavoropiù andrà a Pesaro a giocare un delicato match con la VL degli ex Jasmin Repesa e Carlos Delfino. 

Queste le parole in conferenza stampa di Dalmonte: 

Intanto ringrazio i presenti, perchè al di là dei problemi è sempre meglio parlarsi con un mezzo. Pesaro è molto solida, e al di là delle passate stagioni ha costruito un sistema in cui l’allenatore ha un ruolo centrale. Inutile parlare di Repesa, per quello che rappresenta nel movimento: Pesaro l’ha scelta, e anche per merito suo è stata costruita una squadra all’interno della sua visione di basket. Ovvero una grande organizzazione difensiva e un attacco in cui Robinson e Delfino sono uomini di rottura, e un punto di riferimento interno come Cain. Vanno tutti rispettati: Filloy, Zanotti, Massenat, e attenti al loro grande equilibrio. Contro la loro solidità serve alzare il nostro livello di competitività, dal punto di vista emotivo. Serve un atteggiamento ben definito da parte nostra, che ci permetta di essere competitivi in entrambe le metà campo. Ci saranno regole di partita, ognuno deve sapere cosa fare, ma in particolare per questa gara oltre al cosa fare sarà decisivo il come farlo: con quale aggressività, presenza, cazzimma, tutto questo decide l’efficacia delle scelte stesse. Oggi è il secondo vero allenamento di contatto, quindi sono chiaramente in difficoltà a dare risposte sullo stato tecnico della partita, in relazione al tempo. Dobbiamo capire il come fare le cose, partendo dalla volontà, la disponibilità, la capacità e la durezza mentale di accettare e superare l’errore senza che questo ci condizioni per i possessi successivi”

Ci saranno delle novità tecniche?Ne abbiamo introdotte, lavorando comunque su un canovaccio già presente. Ho poi visto buona volontà da parte di ogni singolo giocatore: non ci sono formule magiche, ma quello che oggi dobbiamo alzare, senza se e senza ma, la presenza mentale all’interno della partita e come, anche con errori, sapremo reagire a quello che capiterà

È per questo che avete lasciato fuori lo striscione della Fossa?No, ma se uno striscione esprime certe idee, colorite e soggettive, non siamo in Bulgaria: massimo rispetto per l’opinione, io con il promemoria ho fatto presente che quando si entra in un contesto questo debba essere conosciuto. Vale per tutti: dobbiamo ricordarcelo

Nonostante il ritiro della Virtus Roma, la Fortitudo rischia di poter retrocedere?L’obiettivo è essere consapevoli di dove siamo e chi siamo, oggi. Da qui nasce poi il resto. Non c’è nessun altro pensiero se non quello di dover uscire da questa situazione, senza porci tempi, fosse anche all’ultimo secondo dell’ultima giornata tirando da metà campo. Quanto successo ieri è passato, quanto succederà domani è nelle mani dell’esistenza, noi dobbiamo lavorare sull’oggi. Solo noi possiamo uscirne, con le nostre forze

Può essere la negatività dell’ambiente?Il tempo non deve essere un alibi, per me come per tutti. Non posso, dopo due soli allenamenti, avere opinioni certe. Ma questo non deve essere un alibi, è solo un dato oggettivo. Devo comportarmi di conseguenza, e se si rompe il pullman devo essere io il primo a scendere e sporcarmi per aggiustarlo

Che tempi vi siete dati con la società, per intervenire sul mercato?E’ un pensiero che non deve appartenermi, perché non voglio che si inquini l’attenzione del momento. Io oggi ragiono, penso, lavoro, cerco di dare il massimo con questi giocatori. Abbiamo una cadenza di partite che non ci permette altro, non possiamo farci distrarre da altre considerazioni. Poi dovremo essere bravi noi ad ottimizzare il tempo, e quando respireremo un po’ di più si faranno altre considerazioni. La Fortitudo adesso è questa

Come cambia il campionato senza Roma, con un ritorno ad un numero dispari di squadre?Tanta amarezza, e mi dispiace per il presidente Toti. Nessuno deve essere giudice sulla persona e sulla situazione. So che per lui, con questa rinuncia, sono scomparsi 20 anni di sforzi economici, domeniche di passione, e sono dispiaciuto per l’Ingegnere Toti, per rafforzare il concetto. E’ un peccato, anche per la perdita di esposizione

 

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