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22 Ottobre, il punto su Basket City: emozioni ed altalena

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photo Virtus - Giulia Pesino


La risposta data sul campo dalla Virtus Segafredo alle critiche arrivate dopo l’inopinata sconfitta con Reggio Emilia è stata perentoria, ancorché sofferta nella sua costruzione. L’AS Monaco si è confermata ottima squadra, benché priva del suo giocatore forse più temibile (ma ormai fuori dai giochi presumibilmente per questa stagione): fisico, tecnica, anche carattere, come ha dimostrato respingendo fin quasi alla fine i tentativi di rimonta dei bianconeri. I quali, tuttavia, proprio negli ultimi minuti hanno saputo ritrovare quella concretezza che dovrebbe rappresentare una loro peculiarità, ma quest’anno stanno faticando a far emergere. È stata una bella partita che ha dato anche altre risposte: ad esempio, che nel basket si può utilizzare il tiro da tre con raziocinio (la Virtus ha atteso oltre mezza partita per effettuare il primo) ma se poi vuoi vincere purtroppo ti serve. Infatti la Segafredo è riuscita a riacciuffare e infine scavalcare i transalpini anche grazie a quelle triple che aveva risparmiato per tanti minuti, fra l’altro uscendo con una media (5/11=45%) che contraddice chi sostiene che il tiro dalla distanza sia sempre un handicap per questa squadra. Brava intanto la società a confermare pubblicamente la fiducia nel gruppo e nel suo allenatore, così come impeccabile è parsa la replica di Djordjevic ai detrattori che com’è consuetudine sorgono come funghi con i primi problemi. Allora tutto bene? Non proprio, giacché resta un problema la forma fisica di diversi giocatori, per i più svariati e anche giustificati motivi, per cui non escluderei una trasferta sofferta sabato prossimo a Varese, contro l‘ennesima squadra che si presenterà col coltello fra i denti e avendo potuto sfruttare l’intera settimana per preparare l’incontro. Per la verità, anche Varese ha dovuto recentemente risolvere problematiche interne non indifferenti e questo potrebbe acuirne la pericolosità per l’inevitabile desiderio di riscatto. Una volta di più il segreto del successo per la Virtus risiederà nella intensità difensiva: il ritorno di Pajola, che in coppia sul parquet con Hunter contro Monaco è stato determinante, è certo una bella notizia per le Vu Nere, ma occorrerà verificare lo stato di forma psico-fisico di un po’ tutto il roster perché non si ripresentino i problemi fin qui emersi in campionato. Ma occorre pazienza: il campionato è lungo, la formula dei play off consente partenze non fulminanti senza doverne necessariamente pagarne lo scotto.

Pure in casa Fortitudo Lavoropiù si legge come capitan Mancinelli predichi calma e fiducia in sé stessi. Soprattutto quest’ultima, visto come si è di fatto buttata al vento la chance offerta da una Sassari imbrigliata a lungo alla perfezione dal gioco preparato da Meo Sacchetti. Anche per i biancoblu si può ripetere quanto scritto sopra sulla lunghezza del campionato, con una differenza, tuttavia: l’adeguatezza di una panchina che a certi livelli fatica davvero tanto. Il lavoro di Sacchetti comincia però a dare frutti importanti, si comincia a vedere una difesa a tratti convincente, dove si intravede una fruttuosa aggressività. Il fatto è che ora cominceranno a moltiplicarsi gli impegni, con l’avvento della Champions League, mentre compaiono i primi acciacchi. Dovendo scegliere tra rischiare Withers e Fantinelli, contro Milano, o lasciarli riposare per assicurarne una più rapida ripresa, non avrei dubbi, ma a nessuno piace perdere in partenza e fin qui le sorprese sono state tante. Staremo a vedere, con la consapevolezza che la gara con Milano non sarebbe così strano che si rivelasse l’occasione per una sgambata con una squadra di tutt’altro livello.

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