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16 Luglio, il punto su Basket City. In Europa, ma entrambe con tutte le carte in regola?

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A Panevezys, in Lituania, il 30 settembre riparte l’avventura virtussina in Eurocup. Il 13 ottobre comincerà pure il viaggio europeo della Fortitudo, con l’inizio della Basketball Champions League. Basket City si riaffaccia, insomma, nella sua interezza ad una ribalta internazionale come non accadeva da almeno una dozzina d’anni. Qualcuno ha il sospetto che l’Aquila biancoblu stia per compiere un volo un po’ azzardato; in effetti, il doppio impegno campionato-coppa rischia di dimostrarsi gravoso per una formazione con esperienza e roster che allo stato attuale paiono un po’ limitati. Sì, è vero che a guidarla sarà Sacchetti, che in quintetto schiererà i migliori bomber della scorsa stagione (In Italia), però con tutto il rispetto per i giocatori fin qui sotto contratto tolti Banks, Aradori, chiaramente Mancinelli e in certa misura Happ per tutti gli altri si tratterà di un esordio, così come per alcuni avverrà addirittura un doppio salto di categoria. Urgono rinforzi, insomma, se non si vorrà essere un po’ velleitari, magari ricredendosi sul numero degli stranieri da inserire in formazione, e la vocina che ha sussurrato il nome di Travis Diener sa evidentemente dove andava a colpire. La Fortitudo in altre parole deve rimanere un cantiere aperto ancora per un po’, se non vorrà rischiare di fare nozze coi fichi secchi. Sempre che Meo Sacchetti non arrivi a compiere un ennesimo miracolo allestendo una squadra competitiva con quanto ha oggi a disposizione. Che in Italia potrebbe anche bastare per l’obiettivo minimo dell’accesso ai play-off, traguardo che potrebbe complicarsi tantissimo tuttavia con il doppio impegno.

A una Virtus Segafredo che il suo posticino in Europa al contrario se lo già decisamente guadagnato mancherebbero invece solo un paio di tasselli per dirsi al completo, che per la verità sembrerebbero essere già stati individuati. Sui social e sotto i portici si parla insistentemente di Josh Adams come quarto esterno di regia, oltre a Teodosic, Markovic e Pajola. Sarebbe un gran colpo, c’è poco da aggiungere; il giocatore votato come il più spettacolare del campionato spagnolo lo scorso anno al di là dell’attitudine a gesti atletici estremi è conosciuto per la sua concretezza in attacco e la freddezza nei momenti topici. A dispetto di una statura non straordinaria si giova di due gambe da canguro che gli consentono balzi e reattività impressionanti. Possiede, in pratica, molte delle caratteristiche di cui avrebbe bisogno la Virtus; in più, ha un’età (26 anni) che gli consente spazi di miglioramento elevati, con anche un’esperienza già maturata tra Russia, Turchia, Cina e Spagna. Non essendo ancora presumibilmente il momento di puntare a un top player d’Eurolega sarebbe a mio avviso un investimento di grande interesse, anche per futuri sviluppi a piani superiori.

L’ultimo spazio rimasto in panchina riguarderebbe il posto lasciato liberi dall’ennesimo capitano bianconero che se ne va prima del previsto. Filippo Baldi Rossi ha scelto una squadra che dovrebbe garantirgli un ruolo di maggior protagonismo, come censurarne la scelta, a 29 anni? Fra l’altro, continuerà a giocare praticamente a casa, con lo spostamento della Pallacanestro Reggiana all’Unipol Arena. Il saluto commosso dei tifosi penso gli resterà nel cuore, per lui non mancheranno gli applausi al ritorno sul parquet virtussino, come per quei giocatori dichiaratamente bianconeri, tipo Peppe Poeta o Fabio Di Bella. Chi sarà allora il dodicesimo uomo di Djordjevic? La tendenza pare quella di dare fiducia a Lorenzo Deri, un 2001 che già la scorsa stagione ha dimostrato di avere numeri interessanti, Sotto l’attento sguardo del coach serbo non dovrebbe che migliorare, se ne sono state viste le potenzialità. Con i maestri che si troverebbe accanto per lui sarebbe uno stage continuo. Personalmente, l’idea mi piace molto, anche se potrebbe concedere un uomo in più agli avversari in taluni contesti. O magari no, chissà: qui occorre fidarsi della guida tecnica, che ha dimostrato di gradire di lavorare sui giovani se in loro ha riconosciuto la voglia di emergere. Dopo Pajola, toccherà a Deri il salto di qualità?

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