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Riecco la Fortitudo! Urania Milano superata 73-64

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Foto di Valentino Orsini/Fortitudo Pallacanestro


FLATS SERVICE FORTITUDO BOLOGNA – URANIA MILANO 73-64 (13-17; 17-29; 23-13; 20-5)

 

Statistiche:

Fortitudo: Bonfiglioli ne, Thornton 7, Aradori 22, Barbante 8, Panni 6, Vasl 4, Candussi 10, Fantinelli 16, Niang ne, Italiano, Cucci ne. All.Dalmonte.

Urania: Potts 14, Piunti 2, Ebeling 10, Valsecchi, Hill 7, Amato 12, Montano 10, Ciccarelli ne, Marra ne, Pullazi 7, Cavallero 2. All.Villa

 

Tiri liberi BO 21/27 MI 9/13

Tiri da 2 BO 20/40 MI 11/27

Tiri da 3 BO 4/18 MI 11/44

Rimbalzi BO 41 MI 44

Falli BO 17 MI 25

 

Arbitri: Salustri, D’Amato, Mottola

 

Quintetti iniziali: 

Fortitudo: Panni, Thornton, Aradori, Italiano, Candussi.

Urania: Potts, Amato, Pullazi, Ebeling, Hill.

 

Dopo la deblace di Piacenza un riscatto era non solo sperato ma atteso. Il primo quarto, privo di tifo, non è esattamente definibile uno spettacolo sportivo mentre il ritmo si alza nel secondo ma a favore di Milano. Serve una ripresa difensivamente ottima per ribaltare una partita giocata sugli errori altrui e sulle giocate di Aradori da un lato e Amato e Potts dall’altro. La Fortitudo vince perché oltre ai singoli si compatta come squadra, anche in assenza di Cucci e Panni (nel finale) ritrovando un Candussi decisivo sotto le plance nel terzo quarto e un Fantinelli in completa leadership.

Forse per la non decisività della gara, forse per poca lucidità al tiro, i canestri rimangono inviolati per quasi due minuti, quando Aradori la sblocca con un 2+1 che rimane sostanzialmente isolato per i successivi possessi. Senza il tifo della Fossa, scioperante nel primo quarto con tanto di striscione esposto, il ritmo della sfida non accenna a decollar e i fischi si prendono il sopravvento. Le triple di Potts e Aradori sono gli unici spunti degni di nota in avvio che dopo i primi 6′ piange un 6-9 non all’altezza del contesto. L’ingresso di Barbante, che rileva un Candussi nuovamente gravato di due falli in poco tempo, permette alla Fortitudo di trovare una migliore verticalità, utile ad impattare e a chiudere il proprio pitturato. I giri dei due motori rimangono comunque bassi e chi esce dalla panchina non riesce a dare una spinta diversa ad esclusione dell’ex Montano, omaggiato ad inizio partita dal Paladozza ed autore della tripla che chiude il primo periodo sul 13-17.

Fuori i “cosiddetti” canta la Schull subito prima di far salire i decibel ed accompagnare i biancoblu in campo. L’effetto, però, è opposto: a galvanizzarsi sono gli ospiti che in meno di 90 secondi firmano un parziale di 0-8 e si portano sul +10 (15-25). Occorre un timeout per risvegliare Bologna, più viva in attacco sebbene continui a concedere troppi spazi dall’arco agli uomini di Villa, che ringraziano punendo con Amato e Potts. Se non in rari casi, il cinismo al tiro non è di casa né per una formazione né per l’altra: a 3′ dall’intervallo il punteggio avanza quasi esclusivamente a cronometro fermo trasformando la partita in un tiro al bersaglio con pochi vincitori. Ebeling è uno di questi e grazie a una doppia bomba fa lievitare il distacco a +13 (26-39) quando manca 1’30” alla pausa. Gli ultimi secondi sono praticamente un assolo meneghino e il passivo si fa ancor più pesante grazie a Potts e Amato: 30-46 a metà gara.

La musica deve cambiare con effetto immediato per la Fortitudo se vuole ribaltare la sfida. I primi possessi della ripresa sono incoraggianti benché poco concreti. Candussi ritrova fiducia in se stesso e firma sei punti consecutivi mentre presso l’area avversaria Pullazi ed Ebeling trovano fin troppo spazio. Si mette in proprio anche Fantinelli nel tentativo di accorciare lo svantaggio che dopo i primi 5′ del terzo quarto si assesta a -12 (41-53). Messo in chiaro che l’attacco gira bene, quanto meno meglio di prima, rimangono da limitare gli extra possessi concessi all’Urania, in grado di mantenere la doppia cifra di margine fino a -2′ dalla fine del periodo quando la Effe riesce, non senza fatica, a ridurre il gap fino a -6 (51-57) aumentando anche pressione ed attenzione difensiva. Con Milano in bonus, i liberi diventano fondamentali: non deludono né Aradori né Panni legittimando una partita apparentemente riaperta: 53-59 a 10′ dal termine.

 

La grinta biancoblu è evidente, la mira un po’ meno. Con Milano intrappolata oltre l’arco, la Fortitudo fatica a far entrare la palla nel cesto se non dalla lunetta. Ben vengano quindi le eccezioni come la tripla di Aradori che vale il -2 (57-59) dopo 3′ nel quarto quarto. L’equilibrio più che precario di una sfida ora del tutto imprevedibile governa i minuti successivi: il pareggio di Panni a poco più di 5′ dalla fine riporta la sfida sullo 0-0 tanto che il pubblico esulta come a un gol al vantaggio di Fantinelli. Momento di gioia che precede una sfiga, l’ennesima fisica per la Flats Service che un minuto dopo perde Panni, costretto ad abbandonare il campo sorretto dai compagni. Sul 61-59 i biancoblu capiscono che devono compattarsi senza perdere la solidità difensiva, la tripla del capitano lo sottolinea e soprattutto mette due possessi di distanza tra le squadre quando sul cronometro mancano meno di 3′ al termine e soprattutto, la formazione ospite è ancora a bocca asciutta nel quarto quarto. Digiuno che si prolunga e si trasforma in nervosismo e perdita di lucidità. Intanto la Fortitudo, questa volta sì, non permette alle occasioni di sfuggire dalle proprie mani aumentando la forbice a proprio favore: si entra negli ultimi due minuti sul 66-59. Il cronometro scorre, Milano si sblocca con Potts, evento che, considerando il punteggio, rimetterebbe in ballo qualsiasi squadra ma non questa Urania, non più in grado di rincorrere né di ferire se non fallosamente. La Fortitudo allora  gestisce facendo buona guardia a rimbalzo e segnando quanto basta per mettere in ghiaccio la prima vittoria della fase due (73-64) e tornare a festeggiare sotto la Fossa a fine gara. 

 

 

 

 

 

 

 

 

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