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Virtus, che succede?

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Finalmente. Per quanto in modo tardivo, con le smentite odierne dell’AD Alessandro Dalla Salda la Virtus ha fatto la sola cosa che avrebbe dovuto fare fin dall’inizio della settimana appena trascorsa, la peggiore, su piano mediatico, vissuta nella storia bianconera dalla fine dell’era Sabatini. Purtroppo, non è nemmeno del tutto una novità, visto come era stata gestita, ad esempio, la questione del capitano con la fuga di notizie sul passaggio della fascia da Qvale ad Aradori. Ma questo era un problema relativo, di spogliatoio o poco più, amplificato dalla leggerezza con cui la società, appunto, si era comportata riguardo allo scorrere delle voci sotto i portici. Fatto sta che oggi Dalla Salda si è intrattenuto con i giornalisti, al termine della conferenza stampa prepartita di coach Sacripanti, per spiegare che non è vero alcunché di quanto uscito sui giornali, che la società avrebbe piena fiducia in Sacripanti, che il posto sarà suo fino fine stagione (ma non aveva un contratto biennale?). Intanto, però, il DS Martelli è stato “licenziato” ieri… Sorgono, di conseguenza, enormi dubbi: l’intervento è sincero, Sacripanti non si deve preoccupare? Perché, allora, queste dichiarazioni non sono state fatte in modo tempestivo, per tacitare la stampa pettegola? Le dichiarazioni sono state fatte per salvare ufficialmente il salvabile alla vigilia di una settimana decisiva per la stagione virtussina? Con quale spirito allora squadra e allenatore sapranno affrontare l’impegno di domani a Cantù? È vero che si tratta di professionisti, ma la questione motivazionale non è certo secondaria, nello sport. Mentre all’orizzonte continua a veleggiare lo spettro di un altro allenatore che, guarda caso, si sarebbe liberato dagli impegni pregressi. Come primo anno della nuova gestione sembra andare tutto a rotoli: la stagione è iniziata, con grandi aspettative, all’insegna dell’arrivo di tre figure su cui programmare il futuro: Dalla Salda, Sacripanti, Martelli. Quest’ultimo è stato fatto fuori perché “il rapporto fiduciario non c’era più”. Per quanto riguarda Dalla Salda e Sacripanti dobbiamo stare a quanto detto ufficialmente, ma la sensazione è che anche loro siano estremamente vicini all’uscio di casa. Resta, tuttavia, il fatto che questi momenti dovrebbero essere condotti in tutt’altro modo. Un conto è non correre dietro a ogni spiffero sotto ai portici, un altro è lasciare che il venticello si trasformi in una bufera facendo finta di niente. Che poi niente, ribadiamo, del tutto non è, giacché Martelli se ne è poi dovuto andare. Meno male che la Virtus non è quotata in borsa, altrimenti avrebbe già rischiato il default. Non è solo una questione di “stile Virtus”, di nostalgie porelliane, qui si tratta di condurre a termine una stagione già abbastanza complessa sul piano sportivo da non dover complicare ulteriormente la situazione. Ci sta che ci si renda conto, in itinere, di avere sbagliato alcune scelte, ma gli eventuali turnover devono essere programmati e realizzati in modo che la parte agonistica ne riceva impulsi positivi, non carichi d’ansia. E invece, Virtus, che succede?  

 

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