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Stasera in Salaborsa la presentazione del libro “Virtus Campione”
La stagione 2024/25 della Virtus Bologna rappresenta l’essenza dello sport ma anche della vita: momenti in cui tutto sembra perduto, notizie che spezzano le gambe ma anche la forza di rialzarsi e la capacità di conquistare l’inaspettato. La storia del diciassettesimo scudetto bianconero è stata così raccolta in un libro che vive dei testi di Dario Ronzulli e delle immagini di Matteo Marchi. Un racconto che passa per tutti i momenti cruciali della stagione conclusa a Brescia con lo scudetto in mano.
Belinelli e Zanetti (©Virtus Bologna)
Il libro verrà presentato questa sera alle 18 in Salaborsa. Saranno presenti gli autori, il presidente Massimo Zanetti (che firma la prefazione) e Marco Belinelli. Il tutto coordinato da Alberto Bortolotti.
L’intervista a Matteo Marchi
A presentare il progetto sulle colonne del Resto del Carlino è stato Matteo Marchi, fotografo ufficiale delle V Nere: «La Virtus ha deciso di realizzarlo perché restasse qualcosa di tangibile di un’annata incredibile. A marzo sembrava tutto perduto e invece la squadra, assieme ai tifosi, è riuscita a fare qualcosa di storico».
Il momento in cui si è iniziato a capire che qualcosa di eccezionale si stava materializzando: «A partire dalla serie con Milano durante i playoff abbiamo tutti iniziato a pensare, e a dirci, che forse ce l’avremo fatta».
I protagonisti più significativi: «Nessuno, si è vista la squadra. Non c’era un giocatore sopra gli altri o un altro indietro. Tutti sono stati super e ognuo ha messo il suo mattoncino. E’ cosi, alla fine, che vinci».
Polonara e Belinelli (©Virtus Bologna)
All’interno del libro tutti i protagonisti, ovviamente anche Belinelli e Polonara: «In copertina c’è il capitano dell’anno scorso e in fondo quello attuale, Alessandro Pajola. Beli del resto è anche simbolo del basket italiano ed è importante che abbia chiuso la stagione vincendo. Per quanto riguarda Polonara, siamo tutti con lui».
Sulla stagione in corso: «Sta andando bene, anche se è ancora molto presto per parlare. Ma come l’anno scorso c’è un bel gruppo: tutti insieme si va avanti e si combatte».
Dall’NBA alle Olimpiadi, le emozioni del lavoro: «E’ bello perché racconti delle storie senza necessariamente dover scrivere. La storia la fanno le squadre e i giocatori e tu devi stare lì e attendere. Non crei, sei un testimone. Ed è una gran bella soddisfazione».
Fonte: Letizia Gamberini – Il Resto del Carlino
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