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BasketFortitudo Bologna

Un’analisi del roster della Fortitudo 2025/2026

Dal quintetto titolare alle alternative dalla panchina, passando per gli equilibri offensivi e difensivi voluti da Caja: un’analisi della nuova Effe, tra obiettivi da raggiungere ed un gioco che punta su coesione, ritmo e solidità.

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Attilio Caja (© Fortitudo Flats Service Bologna)
Attilio Caja (©Fortitudo Flats Service Bologna)

Squadra che non vince, si cambia. La Fortitudo cambia (quasi) tutti gli interpreti, ad eccezione di capitan Fantinelli in campo e di coach Caja in panchina, ed affronterà quindi la stagione 2025/2026 con una rivoluzione praticamente totale del personale. Il resto del roster è stato completamente reinventato con dieci pedine. Moore, Sarto, Sorokas, Benvenuti, Della Rosa, Anumba, Moretti, Mazzola, Guaiana e Della Rosa, oltre al giovane esterno 2005 Gamberini, che dovrebbe essere prelevato dal BolognaBasket2016. Una scelta che punta sul gruppo, sulla difesa, sulla quantità operativa più che sulla presenza del canonico uomo copertina.

Il primo obiettivo sembra quindi quello di superare i limiti di coesione dell’anno passato, dove Caja non aveva potuto plasmare fin dall’inizio quella compattezza difensiva, mentale e di gruppo che ambiva a mettere in campo. Nella stagione che verrà, tuttavia, se la difesa sarà solida e l’attacco fluido, senza egoismi statistici fine a sé stessi, forse ci si potrà togliere qualche bella soddisfazione.

Attilio Caja © Fortitudo Bologna Pallacanestro 103

Attilio Caja © Fortitudo Bologna Pallacanestro 103

Il possibile Starting Five della Fortitudo 2025/2026

Playmaker – Matteo Fantinelli (capitano)

L’unico volto confermato, Fantinelli rimane la mente organizzativa della squadra. Ormai da sette stagioni continua a dimostrare lucidità nella direzione del gioco, un buon controllo del ritmo-gara e leadership in spogliatoio. Considerando anche il premio di best-assistman della A2, è praticamente impossibile privarsene nello schema tattico di Coach Caja.

Matteo Fantinelli crediti Fortitudo Pallacanestro

Matteo Fantinelli crediti Fortitudo Pallacanestro

Guardia/Ala – Alvise Sarto

Una buona mobilità e tiro da fuori ad alte percentuali (40 % FG da tre nell’ultimo anno) lo rendono uno dei potenziali giocatori da quintetto. L’esperienza in A2 e qualche spicciolo di A l’hanno sicuramente reso un giocatore da tenere d’occhio ad alti livelli. In quintetto titolare potrebbe agire sia come stretch four, duck-in classico dietro gli esterni, o come ala moderna, quindi con tagli, uscite dai blocchi e spot-up shooter. Potrebbe rivelarsi una ottima via di mezzo fra penetrazione e perimetro.

Guardia – Lee Moore

Miglior quintetto dell’ultima Pro B francese, Moore è un giocatore duttile che unisce scoring, rimbalzi e una buona visione di gioco. Viene da stagioni di doppia cifra in Polonia, BNXT League e appunto Pro B (16,2 punti, 4,5 rimbalzi, 5,2 assist), con uscite da 30+ punti. Ha fisicità (193 cm), visione e imprevedibilità: può giocare le due guardie o da tiratore intelligente che riconosce la rotazione. In quintetto titolare sarà risorsa preziosa, soprattutto sui blocchi e nelle situazioni di transizione.

Ala grande – Paulius Sorokas

204 cm, con 9,8 punti e 5,9 rimbalzi nell’ultima A a Scafati. Rilevante nei due blocchi (fronte e spalle a canestro), difensivamente duttile, discretamente mobile. Può dar equilibrio sotto le plance e su situazioni di rim-protection. Pur non essendo dominante, dà spessore fisico e valore di squadra nella metà campo difensiva e nelle fasi statiche in attacco. Nel suo ruolo adattato potrebbe diventare quello che sulle suddivisioni americane chiamano “3‑and‑D”, tiro discreto e anticipo nella metà campo avversaria. Potrebbe mettere valore togliendo punti facili all’avversario e innescando transizioni rapide.

Centro – Lorenzo Benvenuti

Reduce da una stagione da capitano a Cento in cui ha chiuso con 10,4 punti, 5,9 rimbalzi e il 60% da due. Benvenuti porta in dote carisma, solidità mentale e versatilità tattica, frutto di oltre dieci stagioni ad alti livelli e un percorso tecnico che l’ha visto emergere definitivamente già a Bergamo nel 2018/19. Capace di coprire sia il ruolo di lungo fisico che di ala con tiro perimetrale (34% da tre nelle migliori annate), si adatta perfettamente al gioco collettivo di coach Caja: difensore intelligente, presenza costante a rimbalzo e profilo ideale per quintetti “grandi” o per valorizzare il sistema di pick’n’pop insieme a Fantinelli e Moore. Resta da capire se, in fase di rotazioni, potrebbe lasciare il posto ad Anumba in coppia con Sorokas.

Attilio Caja (©Fortitudo Flats Service Bologna)

Attilio Caja (©Fortitudo Flats Service Bologna)

La panchina

La panchina per Caja sarà fondamentale: per due stagioni consecutive si è rivelato uno dei maggiori punti deboli della squadra. Questo nuovo roster aggiunge equilibrio tra esperienza (Della Rosa), fisicità (Guaiana e Anumba) e prospettiva. Servirà per mantenere i ritmi imposti dal coach, sopperendo alla stanchezza che si farà inevitabile dei titolari e dando continuità difensiva. In uno schema “cajesco”, con rotazioni fitte e pressione costante, chi parte dalla panchina può fare la differenza nel garantire intensità, tenuta a rimbalzo e fluidità offensiva.

Lavagna tattica della Fortitudo

Con Caja confermato, si replica il mantra difensivo: skating rapido, raddoppi sul perimetro, velocità nel coprire l’uomo sul lato debole. Il tecnico in questi due anni (parentesi Cagnardi a parte) ha costruito la squadra su princìpi semplici: attacco collettivo, rotazioni responsabilizzate, velocità e responsabilità individuali di rim-protection. Molto probabilmente questo roster non punta all’ampio throughput offensivo di un’interiorità dominante, ma a una flessibilità moderna: più blocchi, più tagli, più soluzioni fluide dal perimetro, e una transizione robusta anche in difesa.

Fase offensiva

Probabilmente, Caja deciderà di proporre un attacco moderno, dinamico e perfettamente sincronizzato con le sue idee di collettività e lettura del gioco. Al centro dell’impianto offensivo Fantinelli e Lee Moore, architetti designati del pick & roll e del pick & pop: situazioni in cui la lucidità e la visione dei due portatori di palla permettono ai lunghi di aprirsi (Sarto) o rollare con fisicità (Sorokas), creando mismatch e spazio per le letture secondarie. A dare respiro al sistema ci penseranno le percentuali da oltre l’arco: Sarto e Della Rosa, pericoloso in uscita dai blocchi, spalleggiano Moore nella minaccia perimetrale, mentre Anumba, anche se meno temuto al tiro, può diventare utile nel costringere ai raddoppi e generare rotazioni difensive scomposte.

Il vero tocco “cajesco”, però, lo si nota nei movimenti senza palla: tagli backdoor, incroci sulla linea di fondo e penetrazioni tempestive modellano un attacco che non vive di isolamenti, ma di continui flussi di posizione e movimento.

Ipotesi schema offensivo Fortitudo (©Roberto Ligorio - 1000 Cuori Rossoblù)

Ipotesi schema offensivo Fortitudo (©Roberto Ligorio – 1000 Cuori Rossoblù)

Difesa: 

L’identità di squadra si costruisce sull’intensità individuale e sull’esecuzione rapida degli switch, con ogni giocatore responsabile nella marcatura dell’uomo e nella lettura tattica delle situazioni. A proteggere l’area, dovrebbe ergersi il trio Benvenuti–Sorokas–Sarto, garanti del rimbalzo, sostenuti dal contributo laterale di Fantinelli e Moore sulle seconde palle per evitare quei pericolosissimi extra-possessi che tanto hanno fatto soffrire la Effe nella passata stagione. Il pressing lontano dalla palla dovrà essere feroce specialmente contro formazioni abituate a giocare esterno area. Questa la situazione-tipo ipotetica: Anumba e Moore stringono gli angoli sul perimetro, mentre Fantinelli guida le rotazioni e dà ordine nella copertura. Ma è nelle transizioni difesa-attacco che la Fortitudo può davvero cambiare l’inerzia: appena recuperato il possesso, le ripartenze dovranno essere fulminee.

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