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Scariolo: «La separazione con la Virtus è stata una decisione che ho incoraggiato»

L’ex allenatore della Virtus Segafredo Bologna ha parlato della sua avventura in Virtus e nello specifico di quelle che sono state le dinamiche che lo hanno allontanato dalla realtà bianconera

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Scariolo Virtus
Sergio Scariolo (Virtus Pallacanestro)

L’ex Virtus Bologna Sergio Scariolo, esonerato a pochi giorni dalla Supercoppa 2023, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di SKWEEK. L’attuale CT della Spagna ha parlato anche degli ultimi mesi in bianconero e di quelle che a suo tempo furono le impressioni riguardo la società dell’Arcoveggio.

Le parole dell’ex Virtus Scariolo

«In realtà, è stata una decisione che in un certo senso ho anche incoraggiato io. Perché la situazione era cambiata completamente rispetto a quando la Virtus mi aveva convinto. All’epoca, avevo appena firmato il mio nuovo contratto triennale con i Raptors. E la Virtus si era presentata con un programma di alto livello. Quindi, la prospettiva, l’obiettivo, era quello di crescere, migliorare anno dopo anno. E, alla fine del terzo anno, essere in grado di competere con le grandi potenze del basket europeo. Purtroppo, le cose non sono andate così». 

Cosa non ha funzionato?:

«La società, l’azienda proprietaria, ha iniziato ad andare sempre peggio. E il budget è stato tagliato più e più volte. E tutti si sentivano molto a disagio nella nuova situazione. Soprattutto perché, secondo me, mancava un po’ di coraggio nel dire chiaramente alla gente che la situazione era completamente cambiata.Bisognava cambiare prospettiva, obiettivi. Quindi, quando ti trovi in una situazione del genere, ti rendi conto che le ragioni per cui sei tornato in Europa, lasciando l’NBA, non esistono più. Sono completamente scomparse. E purtroppo, quello che è successo dopo la mia partenza — e non lo dico con gioia, lo dico con tristezza — ha confermato che la difficoltà sarebbe diventata sempre più grande.  Quindi, a quel punto, ho preferito forzare un po’ la situazione». 

E’ stato quindi qualcosa di più determinate rispetto al campo?:

«In campo, hai sempre la possibilità di lavorare con i giocatori che hai. Ma la situazione era completamente cambiata. E tu decidi di fare un certo tipo di impegno, di aderire a un programma, a degli obiettivi, e anche ad alcuni strumenti, no? Per raggiungere quegli obiettivi. Poi, quando la situazione cambia completamente, ti senti fuori posto. E io, in quel momento, mi sentivo davvero fuori posto». 

Ha rimpianto di aver lasciato l’NBA per la Virtus?:

«No, penso di no. Perché ero felice di essere tornato e di aver vinto subito una competizione molto dura come l’EuroCup. È stata una grande stagione, seguita da due anni consecutivi in finale contro una squadra di altissimo livello come Milano, vincendo anche due Supercoppe. No, non lo rimpiango». 

 

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