Virtus Bologna
L’affascinante storia della Virtus Pallacanestro. Quattordicesima puntata.
La ripresa dopo la Guerra. Il Campionato Provinciale del 1945. L’insolito cammino verso il primo scudetto. A Reggio Emilia la Virtus si guadagna le finali di Viareggio.
A parte quattro amichevoli contro la squadra militare americana, tre vinte e una persa, l’attività del 1945 è imperniata sul Campionato provinciale. Le V nere iscrivono tre squadre. Partecipano anche la polisportiva Cisponi, la Cassa di Risparmio e la squadra dei Ferrovieri. La Virtus C si piazza al quarto posto mentre le prime due squadre, la Virtus e la Virtus B dominano il campionato, concludendo appaiate in testa a 9 punti.
Si ricomincia dal Ravone
La finale è in programma al campo del Ravone il 15 giugno, a meno di due mesi dalla liberazione. Un folto pubblico assiste alla gara che è particolarmente entusiasmante. La Virtus B, trascinata da Ranuzzi e Ferriani, chiude il primo tempo avanti di tre lunghezze. Nella ripresa gli “anziani”, nelle cui file i migliori risultano Dondi dall’Orologio, Marinelli e Bersani, riescono proprio in volata ad avere la meglio per 30-29. Undici dei sedici giocatori in campo quel giorno, conquisteranno almeno un titolo di campione d’Italia nei tre anni successivi (senza contare che nella Virtus C c’era Battilani che sarà protagonista dei due scudetti degli anni cinquanta). Quattro giorni dopo, stesso campo, simpatica gara di pentathlon per cestisti. I virtussini si fanno onore, piazzano cinque atleti tra i primi sei. A prevalere è Marinelli con 26 punti, gli altri sono Paganelli, Valvola, Ranuzzi e Foschi.
La strana storia del cammino verso il primo titolo della Virtus
Il primo scudetto ha una storia particolare. I dirigenti della Virtus furono sospesi perché sospettati di vicinanza al fascismo e così l’inizio del campionato fu disputato da una squadra mista Virtus-Fortitudo, sotto il nome di Fortitudo Sisma. Intanto i giocatori della Virtus si preparavano. In luglio avevano disputato due tornei volanti e un altro lo giocano il 10 marzo 1946, la Coppa Franco Mariani e Tonino Rosini, in ricordo dei due ex giocatori morti sulle colline di Monte San Pietro. Non è più disponibile la Santa Lucia, il campo del Ravone, il presidente Buriani è morto il 20 dicembre, sono passati pochi mesi e il terreno l’ha comprato Dall’Ara.
Si gioca allo Stadio
Si gioca allora nel campo ricavato sopra la Piscina dello Stadio Comunale. Non è una novità, al Littoriale si era disputato un derby Virtus-Fortitudo nel maggio 1937 e alla piscina un’amichevole contro la Rappresentativa d’Alsazia Lorena un anno dopo. Vince la Virtus battendo in semifinale l’Asip 65 a 37 e in finale la Timo 53 a 37½. Sempre in amichevole, sullo stesso campo la Virtus, perde una settimana dopo, contro il CS Lombardo Milano sezione Triestina 23 a 17, mentre il 31 marzo batte la Reyer 31 a 30, un buon segno premonitore.
Prosciolti i dirigenti Virtus
Nel frattempo la Fortitudo Sisma aveva vinto il girone regionale emiliano. I dirigenti della Virtus vengono prosciolti solo a primavera. Giusto in tempo perché la squadra possa riprendere la denominazione Virtus e vincere a Reggio Emilia il girone B della fase semifinale nord. Nella giornata di domenica 21 aprile una netta vittoria contro il Genoa, 31 a 15, ma le gare decisive sono in programma il lunedì. In mattinata, con un irresistibile Girotti, autore di quattordici punti, le V nere battono la Ginnastica Torino 26 a 19. Nel pomeriggio l’incontro decisivo, contro il San Giusto Trieste (Trieste aveva tante squadre, San Giusto è il centro storico con la cattedrale omonima sulla collina che domina la città): partono meglio i triestini, ma già a metà gara Bologna è davanti. Nella ripresa la Virtus allunga ancora e vince 31 a 25; migliore marcatore Cherubini con undici punti.
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