Virtus Bologna
L’affascinante storia della Virtus Pallacanestro. Ventiduesima puntata.
Al palasport di Piazza Azzarita. Nel 1956/57 scudetto solo sfiorato. L’anno dopo Virtus ancora seconda, non bastono 19 vittorie in 22 gare.
Il campionato 1956-57 porta altre novità. Viene abolito il pareggio ed introdotto un tempo supplementare di 5 minuti, in caso di parità. Una novità che deciderà il campionato. La Virtus consolida appena il proprio schieramento immettendovi l’egiziano George Chaloub (lasciato libero dal Motomorini) ed il giovane Andreo ai posti rispettivamente di Battilani e Randi. Battiliani, il primo marine della storia bianconera, diviene allenatore in seconda (anche Tracuzzi come giocatore ha chiuso).
Virtus in Piazza Azzarita
Già alla seconda giornata le V nere sperimentano l’innovazione. Il derby con il Gira (ottavo alla fine) è nervoso, tanto che a metà gara il punteggio è di 12-11; alla fine dei 40′, le squadre sono sul 40-40, ma nei 5 minuti supplementari i bianconeri prevalgono 45-42. Il nuovo palasport è un fortino, ma fuori casa arrivano un paio di sconfitte, 47-39 a Pavia e 83-82 a Varese. Proprio dopo la sconfitta di Varese arriva il Simmenthal: 60-60 alla fine dei 40′ canonici e Virtus ancora più vispa al supplementare, 71-64. La giornata successiva è di nuovo derby, vince la Virtus contro la Motomorini (terza a fine campionato). Alla seconda giornata di ritorno battuto nuovamente il Gira e alla quarta bella vittoria a Venezia, mentre il Simmenthal cade a Bologna contro la Motomorini, dopo essere già caduta anche contro il Gira: per i milanesi tre sole sconfitte in campionato, tutte a Bologna. A questo punto le V nere sono da sole al comando, ma alla quarta di ritorno cadono a Roma.
Supplementare fatale
Alla terzultima scontro decisivo contro il Simmenthal: 63-63 al 40′, ma stavolta il supplementare dice Milano. Le ultime due giornate vedono i bianconeri battere la Motomorini e vincere a Roma, ma ormai il campionato è deciso e si chiude con Milano a 38 e le V nere a 36. Prestigioso il successo nella Coppa Città di Bologna in gennaio, contro una squadra jugoslava, una belga e una polacca. Dopo la fine del campionato le V nere sono seconde al torneo Paul Lentin di Bruxelles. A maggio, nel Premio Comune di Bologna, la Virtus arriva seconda, dietro la Motomorini e davanti al Gira.
Non bastano alla Virtus 19 vittorie in 22 gare nel 1957/58
Nella stagione successiva (1957/58) la Virtus si rinforza con Lucev e Fletcher Johnson, ma la rivale è sempre l’Olimpia. Le due squadre vincono tutte le prime 10 gare di campionato e all’ultima di andata, si trovano di fronte nel confronto diretto in Lombardia. Vincono i padroni di casa. Alla quarta di ritorno i milanesi cadono per la prima volta (e sarà l’ultima per questo campionato) a Varese, ma la Virtus non ne approfitta. Perde infatti a Pavia 57-56 in una gara che ha anche un risvolto giallo. I bolognesi fanno ricorso per due punti assegnati in più ai pavesi. In un primo momento viene accolto e la ripetizione dell’incontro programmata per il 7 aprile; ma poi il risultato del campo viene omologato. Le due rivali non commettono più passi falsi e si ritrovano a Bologna per l’ultima gara di campionato. L’Olimpia vince ancora e si conferma campione, per la Virtus un’altra piazza d’onore, nonostante le 19 gare vinte su 22.
Gianni Corsolini
Il vice di Tracuzzi è Giovanni Corsolini, per tutti Gianni, che ha allenato per anni le giovanili, nella chiesa di San Nicolò in via San Felice, ma anche tantissime altre squadre (Acli Labor maschile e femminile, Motomorini, Libertas femminile) Scovò un giovanissimo Lucio Dalla, i fratelli Bonaga, Paolo Conti, poi divenuti personaggi importanti della pallacanestro e non solo. Tracuzzi, lo volle come assistente e gli affidò la juniores, che annoverava nelle sue fila Beppe Nannucci, divenuto poi un punto di riferimento nel commercio di dischi, Fiero Gandolfi, che come giocatore si ricorda soprattutto per i 52 punti segnati in una gara giovanile, ma che sarà presidente delle V nere ai tempi dello scudetto del 1976.
Dagli oratori alla Hall of Fame
A fine stagione Corsolini andò a Cantù, dove fu allenatore e dirigente, ma senza impedirgli di raggiungere importanti ruoli dirigenziali nella sua professione lontano dal basket, ma il suo impegno e le sue capacità nella pallacanestro lo portarono a essere presidente di lega e ad essere inserito nella Hall of Fame. Fu il desiderio di inseguire una realizzazione nel lavoro che gli fece rifiutare la proposta, fattagli da Giorgio Neri (il capitano per antonomasia, ricordate?), di ritornare alla Virtus per allenare in Serie A, nella sua Bologna.
Piero Neri
Non solo grandi giocatori ha allenato Corsolini, ma tutti sono rimasti i suoi ragazzi come Piero Neri, che racconta: “Ero stato punito da mia madre perché non avevo molta voglia di studiare: per evitare che andassi a giocare mi rinchiuse in bagno; io non volevo mancare alla gara, mi calai dalla grondaia, percorsi di corsa la strada fino al dopolavoro ferroviario. Mi diedero una maglietta e i calzoncini, ma giocai con le scarpe che avevo ai piedi. Vincemmo l’incontro, giocai tutti i 40 minuti, ma alla fine, stremato, mi sdraiai in panchina con il cuore che batteva fortissimo. Una grande gioia, ma il rientro a casa non fu indolore”.
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