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Virtus Bologna

Virtus-Siena 73-59

A mezzogiorno del 13 novembre 2005 Virtus-Siena vede la netta vittoria bolognese, ma quante storie in una sola gara

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Virtus-Siena. Markovski durante un timeout
Virtus-Siena. Markovski durante un timeout (Foto Virtuspedia)

Ore 12 del 13 novembre 2005, la neopromossa Virtus batte Siena 73-59. Bologna vince la sesta delle prime otto gare e si issa al comando della classifica (non succedeva da quattro anni), in coabitazione con i toscani e Treviso. Ma più del risultato in sé, stupisce il modo, infatti il risultato è bugiardo, dopo il 6-10 del 6′ è quasi un monologo bianconero. Subito un parziale di 8-0 per il 14-10 del 10′, poi 24-15, 33-21 a metà gara, 44-26 al 23′ con un ispirato Drejer. Dopo avere rifiatato e subito uno 0-8, con Bluthental e Di Bella si arriva al 51-34 dell’ultimo intervallo e al 59-34 al 32′, con un incredibile 15-0, tenendo Siena a digiuno per 7′.

I punteggi dei protagonisti di Virtus-Siena

Dopo le V nere si rilassano, ma Bluthental (19 punti, 16 nel secondo tempo) garantisce un tranquillo finale. Dopo David, punteggi personali equilibrati. Rodilla 10, English 9, Drejer 8, Di Bella, Lang e Milic 7, Pelussi 6. Un discorso a parte merita English: unico bianconero messo in discussione nell’ottimo avvio di campionato della squadra di Markovski, tanto che per qualche giorno era arrivato ad allenarsi con i bianconeri Armands Skele, guardia lettone di 22 anni, che poi si accaserà in Belgio subito dopo questa partita. Ebbene Carl risponde al meglio, segna subito il canestro del 2-0, poi anche un canestro da 4. Ma non è giusto parlare troppo di singoli, dopo una grande prova difensiva e a rimbalzo (45-29), nonostante l’assenza di Lacey, in panchina per onor di firma.

Le altre storie della gara

Questa cavalcata trionfale nasconde però anche altre storie. L’esordio tra i dodici di Andrea Binelli, 14 anni, suo padre aveva esordito a 16, vincendo senza giocare anche lui. Andrea entra in squadra perché premiato per meriti sportivi (iscritto al primo anno all’istituto tecnico commerciale Rosa Luxembourg). Augusto esordì con la Virtus nell’aprile 1981, finale scudetto tra Sinudyne Bologna e Squibb Cantù. Augusto, che all’epoca indossava un’insolita maglia numero 7, fu gettato nella mischia (in panchina c’erano Renzo Ranuzzi e come direttore tecnico il professor Aza Nikolic), perché quella Virtus, iellatissima, aveva perso Jim McMillian poi, nella prima sfida in Brianza, aveva dovuto fare i conti con il ko del brasiliano Marquinho. Per un Andrea Binelli all’esordio, un altro figlio d’arte che lascia. Lo striscione “Ciao Luciano”, srotolato dai Boys, è per Luciano Andalò, figlio del mitico Amato, che era stato molto più che custode del PalaDozza; Luciano, che aveva seguito le orme del padre lavorando al PalaMalaguti è all’ultima partita, si dedicherà poi alla ristorazione, ma con un occhio di riguardo sempre al basket: il suo Mulino Bruciato sarà tappa fissa dei post partita del playground dei Giardini Margherita, ma anche sede privilegiata di cene dei tifosi.

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