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Ma quanto ci si diverte con questa Virtus Segafredo?

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foto di Bianca Costantini per 1000 Cuori Rossoblu/Basket City

 

 

L’accesso alla semifinale di Eurocup per la Virtus Segafredo è di sicuro un ottimo risultato, sebbene ciò che dovrebbe essere tenuto in maggior considerazione sia soprattutto il come questo sia arrivato. Partiamo da una constatazione: 3 su 4 delle prime classificate nei gironi iniziali sono state eliminate. I blasoni altisonanti di Partizan, Badalona e Gran Canaria sono stati esclusi con il ribaltamento del teorico vantaggio casalingo. Gli infiniti ragionamenti sulla posizione in classifica nella prima fase con l’attuale formula si sono dimostrati riduttivi se non incongrui; in più, lo squilibrio fra i due gironi (ora in semifinale tre su quattro sono formazioni del gruppo B) restituisce ancor più valore al “modesto” quarto posto ottenuto dalle Vu Nere, dopo aver affrontato tante gare in profonda emergenza. Alla faccia di chi sosteneva che Ulm fosse un avversario malleabile, addirittura il più comodo, nei quarti, à stato dimostrato dalla realtà dei fatti come non fosse proprio così (chiedere a Badalona, in proposito). Credo che la vittoria di martedì sera, nella ritrovata meraviglia del PalaDozza (a proposito: siamo poi sicuri che come fattore campo funzioni proprio bene? Non è che a conti fatti sia proprio la squadra di casa ad avvertirne la pressione oltre misura?) sia stata una dimostrazione di forza da non sottovalutare. Non so quanto squadre, a questi livelli, sarebbero riuscite a vincere con un 2 su 24 da tre punti. Badalona, col suo 7 su 35 (che è un 20% comunque migliore dell’8% bolognese), ha poi perso, anche perché si è incaponita a cercare il tiro dalla distanza mentre saggiamente la Virtus ha virato (cosa che le è peraltro abituale) verso la ricerca dell’attacco in area, con i pick’n’roll resi efficaci dal genio di Teodosic, in primis, ma pure di Hackett e Pajola (un po’ meno Mannion, per ora, ma si farà). La crescita come giocatore di Jaiteh deve certamente moltissimo alla presenza di questi play, che lo sanno attivare meravigliosamente; lui risponde con la morbidezza di una mano preziosa come non mai in un centro, tanto da poter affermare che l’infortunio a suo tempo subito da Udoh, che tanto ha condizionato la prima parte di stagione della Segafredo, alla fine ha probabilmente concesso al giocatore francese di emergere come forse non avrebbe avuto occasione di fare. Di sicuro, non in un’altra squadra, perché SanTeodosic è solo a Bologna, e Daniel Hackett adesso pure, dietro i quali si sta costruendo il futuro del playmaking italiano. Trovo poi che la gestione di cambi e minutaggi da parte della panchina virtussina abbia rasentato la perfezione, sebbene a ciascuno di noi verrebbe da dire perché non più minuti – o meno -a quello o quell’altro, per cui avviciniamoci alla trasferta di Valencia di mercoledì prossimo con la fiducia che si deve ad un progetto sportivo che non può non piacere: sia per le qualità agonistiche (ma che carattere ha fin qui dimostrato di avere questa Virtus?) che per la bellezza del gioco. Complice la presenza del dio Milos, è da un’infinità di anni che a Bologna non ci si divertiva tanto a vedere la pallacanestro. Intendiamoci, ci si diverte soprattutto quando si vince, ma da quando è arrivato Teodosic restano motivi di appagamento in ogni caso, alla fine di quasi tutte le partite. In questa fase da dentro/fuori le possibilità di vittoria si sono ridotte ad una percentuale fissa, il 50/50, come si evince dai continui ribaltamenti di pronostico. Una cosa è certa: la gara di mercoledì, se ci si arriverà tutti sani (quest’anno va così…) promette momenti epici. Vietato perderla, in tutti i sensi.

Nel frattempo, domani incombe la trasferta a Treviso. Gara solo apparentemente facile, visto che loro si giocheranno la matematica salvezza e alla Virtus non si può non concedere un istante di rilassamento mentale in questa fase. Come ha saggiamente detto Scariolo bisognerebbe andare a cercare il primo posto matematico nella stagione regolare, ma io mi auguro che venga fatto lasciando tanti minuti di riposo a coloro che saranno imprescindibili mercoledì e non hanno propriamente la necessità di ritrovare il ritmo gara. Ci si possono aspettare minuti importanti per Mannion, Ruzzier, Tessitori (perché poi una volta non qualcosa anche per Ceron?), al limite affiancati più da Hervey, Sampson, Belinelli, Cordinier (Alibegovic dovrebbe essere ancora indisponibile), che non i soliti Teo, Weems, Hackett, Pajola, Shengelia e Jaiteh? Il roster è davvero così lungo o è una simil-Milano anche questa Segafredo? Sono certo che non sia così, Scariolo lo ha già dimostrato, in precedenza, e in fondo abbiamo citato quasi solo giocatori che a Treviso sarebbero per lo più in quintetto.  Immagino una bolgia anche al PalaVerde, domani. Ancora una volta, ci sarà da divertirsi.

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