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La Virtus Segafredo sbanca Brescia: 103-74 alla Germani

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GERMANI BRESCIA – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA  74 – 103 (21-32; 45-56; 67-77)

Germani: Gabriel 6, Moore 1, Mitrou-Long 16, Petrucelli 10, Della Valle 17, Eboua, Parrillo, Cobbins 7, Biatchan.e., Burns 9, Laquintana 5, Moss 3. All. Magro

Virtus Segafredo: Tessitori, Mannion 9, Pajola 8, Alibegovic 11, Hervey 5, Ruzzier, Jaiteh 11, Ceron, Sampson 9, Weems 22, Teodosic 15, Cordinier 13. All. Scariolo

Arbitri: Rossi, Nicolini, Vita

Tiri liberi: BS  17/21; BO 15/19

Falli: BS 20; BO 19

Rimbalzi: BS 32; BO 33

Tiri da 2: BS 12/30; BO 29/40

Tiri da 3: BS 11/32; BO 10/24

Vince nettamente la Virtus Segafredo al PalaLeonessa dove la Germani Brescia resiste per circa tre quarti, ma alla lunga cede di fronte al maggior tasso tecnico e fisico di una formazione già priva di Belinelli e che perde Teodosic durante la gara per un doppio tecnico per lo meno discutibile. Molto bene tra i padroni di casa Della Valle, Petrucelli e Mitrou-Long, forse più in attacco che in difesa, mentre tra le Vu Nere è ancora una volta il collettivo ad imporsi, sebbene Weems sia parso quasi onnipotente soprattutto in avvio di gara.

In partenza Pajola, Teodosic, Weems, Hervey e Sampson è il quintetto virtussino; Mitrou-Long, Della Valle, Moss, Gabriel, Burns quello di Brescia. In avvio per Bologna fa tutto Weems, canestri, rimbalzi, palla persa, fino a un “tunnel” capolavoro di Teodosic, ma Brescia non si spaventa e risponde pan per focaccia distribuendo, anzi, le sue conclusioni fra i giocatori, con una bella circolazione di palla. A metà periodo però la coppia Weems-SanTeo produce l’11-17 che costringe Magro al time out. Tra i bolognesi a questo punto riaffiora peraltro una certa pigrizia in fase difensiva, di cui i lombardi – Della Valle soprattutto – beneficiano volentieri. La partita è comunque piena di bellissimi gesti tecnici, con un Cordinier esplosivo. Alla prima sosta la Segafredo ha già subito 21 punti, ma ne ha poi segnati 32!

Nel secondo quarto sale in cattedra anche Mannion, e il divario cresce, cresce ben oltre la doppia cifra. Il gioco è molto divertente, grazie anche alla buona interpretazione della gara da parte di Brescia, ma sono i funambolismi bianconeri ad essere straordinariamente spettacolari. Il fatto è che a furia di predicare SanTeodosic ha seminato talmente bene che i virtussini stanno diventando tutti grandi passatori, oltre che ottimi finalizzatori. La difesa non è allo stesso livello? Arriverà. Quella si costruisce con l’allenamento, diamo tempo a una squadra che in effetti rischia sempre così di vanificare tutto quanto di buono costruito. All’intervallo è infatti “solo” + 11, 45-56. Ricorda un po’ la gara con Valencia…

Al riavvio si scaldano un po’ gli animi anche perché è francamente poco sopportabile quanto viene concesso alle difese su Teodosic, che reagisce malamente e si becca un tecnico che ci sta, per la protesta, giustificata però francamente da quanto sta subendo senza interventi arbitrali. In questi casi la Segafredo perde inerzia, quasi si addormenta patendo la tensione creata, e la Germani ne approfitta per rientrare nel punteggio. I ritmi sono calati parecchio, il gioco non è più così spettacolare e viene da chiedersi se la Virtus risenta più del momento psicologico o della fatica fisica. All’ennesimo fallo non fischiato Teodosic prende il secondo tecnico ed è costretto ad andarsene, con i lombardi che ora si esaltano e la terna arbitrale abbastanza fuori giri. All’ultimo break è 67-77, la partita è tutta da giocare, ma resta l’amarezza di una espulsione che quantomeno dovrebbe far più riflettere che discutere ai vertici del Comitato Italiano Arbitri.

Senza Teo e Belinelli la Virtus muore? Parrebbe di no: con la coppia Pajola-Mannion in regia la Segafredo torna a giocare e a servire una palla più bella dell’altra. Gli uomini di Magro ne restano come ipnotizzati e il divario trona a crescere fino al massimo vantaggio oltre i venti punti. Una ditata in un occhio di Laquintana a Pajola in contropiede spaventa un po’, ma sul +25 a 3 minuti e mezzo la Segafredo può anche permettersi di fare a meno del play della nazionale. Finisce 74-103, e probabilmente è il risultato più adeguato alle differenze viste sul parquet. La Virtus Segafredo ha imposto, oltra alla tecnica, una personalità che ultimamente era stata messa in discussione. Non è mai facile vincere in trasferta, e Brescia ha dimostrato progressi enormi rispetto all’avvio della stagione. Un + 29 si commenta da solo.

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