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La Virtus Segafredo ritrova in Eurocup carattere e vittoria, vincendo a Monaco 68 – 74

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foto Monaco


A.S. MONACO – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA   68 – 74    (25-10; 40-22; 56-47)

Monaco: Bost  17, Choupas, Demahis n.e., Inglis 3, Knight 13, Ndoye 3, Ratton n.e., Yeguete 4, Willis 2, O’Brien 8, Lessort 10, Rebic 8. All. Mitrovic

Virtus Segafredo: Tessitori 2, Deri n.e., Abass 9, Pajola 4, Alibegovic 2, Markovic 2, Ricci 8, Adams 2, Hunter 5, Weems 13, Teodosic 12, Gamble 15. All. Djordjevic

Arbitri: Foufis, Nikolic, Hadzic

Tiri liberi: MO 14/23; BO 16/20

Rimbalzi: MO 28; BO 27

Falli: MO 21; BO 23

Tiri da 2: MO 12/27; BO 23/34

Tiri da tre: MO 10/28; BO 4/19

Come poteva rispondere la Virtus Segafredo a quanto accaduto nelle ultime 48 ore? Per chi aveva dubbi, urlando di essere una squadra vera, portando a casa una gara che pareva gettata alle ortiche per la difficoltà di superare il complicato momento appena vissuto, recuperando con unghie e denti da un gruppo che a tutti i costi voleva confermare la propria fiducia nella conduzione tecnica del loro allenatore.

Partita che propone il quintetto Virtus con Markovic, Adams, Weems, Alibegovic e Gamble; Monaco risponde con Bost, Knight, O’Brien, Inglis e Lessort. È un rapido 7-0 in avvio, che il solo Adams pare in grado inizialmente di tamponare, fino ad un tap in stellare di Alibegovic. Con il risultato di 8-15 al 7° Djordjevic cambia l’intero quintetto tranne Markovic, che esce poco dopo comunque per Pajola. Il trend peraltro non cambia: alla prima sosta Virtus sotto di 15, 25-10, con una media al tiro dall’arco imbarazzante, 0/7, contro il 5/7 dei francesi, che fa la differenza, per ora.

I virtussini non sono sereni, sbagliano troppi tiri aperti. I francesi si giocano l’ingresso alle Top16, e si vede, hanno le energie e la concentrazione per fare sempre canestro, soprattutto da fuori, liberi o marcati cambia poco. In questo quarto i bianconeri difendono anche meglio, ma in attacco è buio pesto: con 0/11 da 3, 22 punti all’intervallo sono roba d’anteguerra punica. Si ripartirà da un 40-22 su cui resta poco da dire, se non che le scorie di inizio settimana si fanno sentire, eccome.

Teodosic sbaglia tiri e passaggi per lui di solito elementari ed inizia ad innervosirsi, gli altri faticano a tenere i contatti: sono segnali inequivocabili di una condizione psicofisica non proprio ottimale anche alla ripresa. Finalmente arriva una tripla, da Ricci, al 24°; Bost dal’arco replica al tentativo di riavvicinamento dei bolognesi risaliti a-13, però adesso anche i monegaschi cominciano a scendere come media al tiro. Su un parziale di 8-14 Mitrovic chiama time out a 3’53 dalla sirena del periodo, sul 48-36, e Bost risponde al rientro con un gran canestro. Poi un quintetto senza serbi, e soprattutto con Pajola, muta per un momento sul finale del quarto l’inerzia della partita e all’ultima sosta la Segafredo è quasi incredibilmente a -9: 56-47.

Una tripla di Abass dall’angolo parrebbe riaprire la partita ad avvio ultimo periodo, uno “strano” antisportivo fischiato a Weems rischia di richiuderla ma non produce alcunché. Teodosic ha un’occasione super per dare una mazzata ma fallisce di nuovo una tripla aperta, ma poi riesce a trovare un rocambolesco -5. A poco più di 5’ è comunque una gran cosa. Punto a punto infatti arriva addirittura il pareggio, col serbo tornato Santeo, a 1’48” dalla fine, 66-66. Una lotta insperata infiamma il finale. Sul 68 pari Weems rimedia ad un doppio errore ai liberi con rimbalzo e canestro a 21”, e la Segafredo trova il primo vantaggio della gara. In attacco Monaco butta la palla, Teodosic ai liberi cercati dai francesi fa 2 su 2. Markovic recupera l’ultima palla e fissa il risultato sul 68-74. Incredibile. Viene da dire. Monaco, guidata da Bost, Knight e Lessort, poteva meritare forse qualcosa di più, tuttavia alla lunga è uscito il carattere di una squadra che ha mostrato di avere attributi da vendere, alla faccia dei tanti gufi scatenatesi sui social con la vicenda delle esonero/reintegro del coach. Che ha avut come la squadra sia inequivocabilmente con lui, e questa è la migliore risposta che poteva giungere da questa insidiosissima trasferta.

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