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Virtus Bologna, un anno dopo la finale di Champions League. Il ricordo di Alberto Aghakhan

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Il 5 maggio di un anno fa la Virtus vinse il primo trofeo internazionale dopo un lungo decennio di insuccessi e di momenti bui, particolarmente triste per un club abituato a grandi vittorie in Italia e in Europa.

Per l’occasione mi sono sintetizzato con la diretta facebook del canale della Virtus per rivivere le grandi emozioni che la finale ha lasciato a tutti i tifosi. Prima delle final 4 le sensazioni erano negative, causa un pessimo andamento in campionato che costò i playoff.

Le agguerrite rivali erano sulla carta nettamente più forti, dalla finalista Iberostar Tenerife ai tedeschi del Brose Bamberg e ai padroni di casa di Anversa. E’ risaputo comunque che i pronostici sono stati fatti per essere ribaltati.

La semifinale contro Bamberg, che l’anno prima giocò l’Eurolega, fu una vera scossa di adrenalina per tifosi e giocatori. Una super difesa e un bel gioco di squadra piegarono i tedeschi, lasciandoli a meno 17 e a solo 50 punti messi a referto. Qualcosa di incredibile, se si tengono in considerazione le pessime prestazioni in difesa in campionato, tra cui quella clamorosa contro Pistoia in casa.

Il serbo Djordjevic, giunto a Bologna per sostituire l’esonerato Sacripanti, riuscì ad isolare il gruppo e a ricaricare il morale di Aradori e soci, che proprio nella final 4 sfoggiarono una condizione fisica invidiabile ed inedita.

Il 5 maggio era in programma la finale, data nefasta agli italiani, per colpa della celebre poesia del Manzoni dedicata alla morte di Napoleone. Dopo aver riletto la poesia e il dramma esistenziale e pessimistico che esprime (cito il famoso incipit : “Ei fu. Siccome immobile, Dato il mortal sospiro,Stette la spoglia immemore”), pensai subito alla bellezza di poter assistere ad una finale e mi tornò subito l’ottimismo.

La partita fu in realtà più semplice del previsto, dominio assoluto in tutti i fondamentali fin dai primi minuti di match e largo vantaggio gestito splendidamente fino alla fine, con un super Kevin Punter, che sarà nominato MVP delle finali. Questo il ricordo a mente fredda un anno dopo, le sensazioni momentanee furono indescrivibili, un mix di gioia e di paura per la rimonta spagnola, che non era improbabile al netto dei pessimi finali a cui era abituata la Virtus. Ci fu solo qualche brivido nel quarto quarto, per fortuna nulla di troppo grave! E dopo la festa, la coppa, la felicità… la Virtus stava tornando nell’olimpo del basket dieci anni dopo l’Eurochallenge, ma questa volta per restarci… The old empire is back!

La Fortitudo nel frattempo si stava preparando a risalire in A1 e tutta Bologna sognava. Un momento unico, magico, forse irripetibile, con la certezza che BasketCity ci farà rivivere le grandi emozioni del passato.

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