Bologna FC
7 Scudetti, 3 Coppe Italia
L’anno in cui cambio l’albo d’oro del Bologna. Sì, è successo davvero. Un ricordo indelebile per un’intera generazione
«Sette scudetti, sette, poche pugnette, poche pugnette!»
«Nonno stai dicendo una parolaccia! Che canzoncina stai cantando?» vi dirà vostro nipote tra quaranta anni. Tu, seduto quasi sprofondato sulla poltrona, sorriderai e ripenserai a quando da piccolo la cantavi perché l’avevi sentita dai più grandi allo stadio o a contorno di qualche reel su Instagram che festeggiava una delle tante domeniche soleggiate di festa al Dall’Ara (ci avete fatto caso? Quando il Bologna vince c’è sempre il sole o uno splendido cielo stellato).
Sette scudetti sì e due Coppe Italia, bisogna ricordare anche queste. D’altra parte questi numeri si sanno a memoria da quando si è piccoli, Sette scudetti e due Coppe Italia.
Un momento…Occhi che fissano il vuoto, poi luccicano…
«E adesso, perché piangi?». E tu in pieno linguaggio da 2025: «Mi è solo entrato un Dan Ndoye al 53′ nell’occhio». Tuo nipote a questo punto rimarrà perplesso, come biasimarlo, lui ha imparato “Sette Scudetti, tre Coppe Italia” perché glielo hai insegnato tu fin da piccolo, la prima volta che lo hai portato al New Dall’Ara per i preliminari di Universal League, quarta competizione globale riservata alle seste classificate europee e le nove delle leghe arabe. Un calcio che non ti appartiene ma comunque segui anche se ormai è meno seguito della Kings League (ma questa è un’altra storia).
Torniamo al futuro. Penserai allo storico palmares dei rossoblù e ancora non avrai metabolizzato, a questo punto non lo farai, che quel lontano 14 maggio del 2025 ti eri svegliato presto la mattina, avevi preso il treno per andare a Roma, avevi girato fieramente per le vie della capitale con tanti tantissimi altri concittadini (le cronache dicono addirittura 35 mila, leggende perse nella pagine di storia), cantato in un locale insieme a loro, sentito incitamenti dai locali, tutti tifavano per voi. Poi avevi fatto parte di un corteo che era entrato fino all’Olimpico, poi di una coreografia clamorosa e poi era successo che il Bologna aveva vinto 1-0 contro il Milan e quello significava aver vinto una Coppa Italia. Se vabbè, ma cosa vuol dire…Non è vero dai, è stata una bella gita, indimenticabile e bona lé.
E invece
E invece, anche se non te lo spieghi perché era dall’inizio degli anni duemila che eri abituato a quella mezza delusione che prende il sopravvento su tutto, avevi sollevato un trofeo (perché, seppur non fisicamente, lo avevi sollevato anche tu). Ti tornerà in mente la prima strofa de “La sera dei miracoli” ascoltata fino alla noia e poi, nuovamente, la canzone degli Skiantos. Ormai la lacrimuccia sarà scesa. D’altra parte in quel lontanissimo 2025 per te l’albo d’oro era cambiato per la prima volta. Eri diventato grande? Anche, avevi pur sempre compiuto 30 anni, ma soprattutto, avevi capito che, anche se in realtà non lo capirai mai, come aveva detto un signore anzianotto scioltosi in un pianto da cinno due gradini sotto di te all’Olimpico, quella notte e, questo te lo ricorderai per sempre: “I miracoli esistono!”
Come è che faceva?
«Sette scudetti, sette..» anche tuo nipote l’ha imparata così, eppure anche quella strofa ti suona strana. Un momento…Occhi che fissano il vuoto…poi tornano a luccicare…
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