Bologna FC
A Roma non c’era solo il Bologna
A Roma non solo la squadra a difendere i nostri colori, ma anche moltissimi artisti (e non solo) bolognesi a tifare la nostra squadra.

L’evento, per chi è Bolognese Doc, era troppo ghiotto per farselo sfuggire e non raggiungere Roma per la finale. La partita che aveva un preciso expertise (“finale di Coppa Italia”) non era solo un evento sportivo, ma una particolare revanche di un periodo “buio” in cui era finito il calcio bolognese. Gli ultimi due sono stati una sorta di resurrezione, ma ancora tanto, tantissimo c’è da fare, per stabilizzare il Bologna e farlo ritornare “lo squadrone che tremare il mondo fa”.
Ma intorno al Bologna, da tanto tempo, si creano storie e concomitanze che ricordano a tutti come la nostra città sia una culla di uno “speciale modo di vivere” e che chi vi arriva ne subisce il fascino. Il fascino di una discreta qualità della vita che ci pone spesso ai primi posti in quelle ricerche demoscopeiche che tendono a chiarire in quale parte d’Italia si vive meglio.
La Coppa portata a Roma da Baggio e i cantanti bolognesi stretti intorno alla squadra
Forse Roberto, memore di quel meraviglioso anno passato a Bologna, è stato talismano portafortuna per la vittoria di ieri sera. E’ stato lui a portare la Coppa in campo, prima che fosse consegnata al Capitano Ferguson e probabilmente a lasciare un’aurea di univocità alla manifestazione di mercoledì notte.
Ma dobbiamo anche ricordare chi c’era intorno al rettangolo verde dell’Olimpico di Roma, personaggi che hanno reso famosa Bologna, tramite la loro musica.
Gianni Morandi, emblema della bolognesità, che di fronte alla vittoria, in campo, si è messo a piangere, lui tifoso di lunghissima data dei colori rossoblù. Ma dobbiamo ricordare anche Cesare Cremonini che
canticchiava, insieme ai 35mila, L’anno che verrà di Dalla, dopo essere sceso sulla pelouse dell’Olimpico, per abbracciare i suoi giocatori. E la televisione ce lo ha rimandato in differenti frame, commosso, come un autentico bolognese può esserlo.
E ieri l’elenco dei presenti era lungo: il Mitico Villa, Stefano Domenicali, Angelo Rimbano (uno degli eroi del 1974, sempre a Roma), Beppe Signori, fino ad arrivare a Luca Cordero di Montezemolo, bolognese puro. Ne abbiamo sicuramente dimenticati qualcuno che era giunto a Roma per sostenere i ragazzi. Ora la leggenda vuole che “non c’è il due senza il tre e il quattro vien da se”. Dopo due annate meravigliose consecutive (che ci portano in Europa), occorre il terzo anno di consolidamento: ci sono tutte le prerogative, dentro e fuori dal campo per poterci riuscire.
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