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A TU PER TU CON…ALESSANDRO MELLI

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“Le amicizie nel calcio sono talmente forti e intense quando le vivi nello spogliatoio ma
altrettanto deboli al momento che ci si allontana dal calcio” (cit. Alessandro Melli)
 
Il Team Manager del Parma, Alessandro Melli, ex centravanti di Parma, Modena, Sampdoria,
Milan, Perugia e Ancona, fa il punto sulla stagione dei gialloblù e ci presenta il derby Parma-
Bologna che si disputerà domenica, in posticipo alle ore 18, al Tardini. Contrario alla figura
“esterna” del mental coach per giocatori/allenatori, Melli sul calo tecnico e fisico dell’ex rossoblù
Belfodil, afferma che i motivi… beh non posso svelarvi tutto nell’anteprima, ma sicuramente
augurarvi una buna lettura!
 
Grazie Alessandro per la disponibilità dell’intervista. Siamo giunti ormai al termine
del campionato, è tempo di bilanci. Soddisfatto della stagione del Parma o ti
aspettavi qualcosa di più di una tranquilla salvezza?
 
Il nostro obiettivo all’inizio della stagione era quello di arrivare alla salvezza il prima
possibile e ci siamo riusciti. E’ logico che, dopo un girone d’andata così importante,
speravamo di toglierci qualche soddisfazione in più, ma nel calcio bisogna non dare nulla
per scontato, ci servirà da lezione in futuro.
 
Cosa manca, a tuo avviso, al Parma attuale per puntare all’Europa League?
 
Credo non manchi molto, ma sicuramente dobbiamo crescere in ogni settore.
 
Te la senti di spiegare ai nostri lettori quali sono le competenze di un Team
Manager, ruolo che ricopri a Parma dal 2005, dopo un grandioso passato da
calciatore?
 
Le competenze di un team manager sono varie, e variano da team manager a team
manager. Io personalmente mi occupo di organizzare tutte le trasferte della squadra
durante la stagione, nonchè organizzare i ritiri estivi ed eventualmente invernali, sono
delegato a stare sempre e ovunque con la squadra e ad aiutarli a gestire e a risolvere
qualsiasi tipo di problema sia personale che familiare, esempio: mi occupo di trovare
loro la sistemazione di casa al loro arrivo e aiutarli, nell’eventualità che avessero figli,
con scuole e asili e ogni tipo di piccolo problema, sono da collante tra lo staff tecnico,
i giocatori e la società, e sono il riferimento dei tifosi sia singoli che gruppi organizzati.
In più, avendo la fortuna di aver praticato questo gioco per anni, a volte posso essere
interpellato su vicende tecniche, logicamente se chi gestisce la società e chi gestisce
lo staff tecnico lo prende in considerazione, altrimenti rimango fermo alle mie mansione
organizzative e gestionali.
 
Che partita ti aspetti tra Parma e Bologna?
 
Mi auguro un bello spettacolo, anche per il fatto che la nostra società per quella data
sta organizzando, e io in prima persona, i 20 anni della storica finale vinta a Wembley.
Dunque arriveranno tutti i componenti tecnici e dirigenziali di quell’evento ( tra cui il
sottoscritto) e sarei felice se anche la partita fosse di spessore e, logicamente, con un
nostro successo.
 
Hai dei ricordi particolari di precedenti derby tra Parma e Bologna, sia da calciatore
che da Team Manager?
 
Da calciatore ne ho giocati alcuni, e molti positivi per me, sia per il risultato della squadra,
sia per la prestazione personale, condita da goal vittoria. Da team manager ricordo con
piacere la partita d’andata visto che arrivò prima della sosta natalizia, fu una bellissima
vittoria in rimonta che ci permise di passare un piacevole natale con le famiglie.
 

Conosci bene Pioli, raccontaci un aneddoto che vi riguarda.
 
Conosco benissimo Stefano, con cui ho avuto la fortuna di lavorare insieme a Parma,
persona straordinaria, uno dei miei migliori amici nel mondo del calcio, tecnico di valore
con uno staff di primo livello. Abbiamo passato quasi un anno insieme a Parma, purtroppo
per lui è finito male ma, come ho spesso detto a lui, quell’anno si è rivelato importante per
la sua crescita da tecnico. All’epoca, a mio avviso, Stefano lavorò in grosse difficoltà, con
assenza totale di proprietà, visto che eravamo in commissione straordinaria dallo stato,
nella figura di Enrico Bondi e dei suoi uomini, gente di spessore ma con nessuna qualifica
calcistica. Stefano fu, a mio avviso, destabilizzato da alcuni elementi in squadra, i quali,
sapendo benissimo della totale assenza di una proprietà, ebbero spazio per fare ciò che
volevano mettendo in grosse difficoltà lo staff tecnico, all’epoca alla prima gestione di uno
spogliatoio di serie A. Credo che da quella esperienza Stefano abbia imparato molto e che
l’abbia aiutato a diventare il tecnico che oggi molti apprezzano .
 
Tornando al calcio giocato, nell’ultimo periodo vi è stato un calo tecnico (e fisico) di
Belfodil. A tuo avviso a cosa è dovuto?
 
Ritengo Belfodil un giocatore di prospettive importanti, credo stia solo passando un
periodo di formazione psicofisica che spesso può accadere nei giovani. Isack deve solo
capire che ha grandi potenzialità, le quali però vanno allenate tutti i giorni, questo è un
passaggio fondamentale per diventare un grande giocatore, alcuni ce l’hanno di natura,
altri, tipo Isack, devono sforzarsi per conquistarlo. Se riuscirà a vincere questa battaglia
sarà un grande giocatore. Siccome è un ragazzo intelligente credo che sia sulla buona
strada per arrivarci.
 
Qual è stata l’emozione più bella che il calcio ti ha regalato?
 
Ho avuto la fortuna di vivere bellissimi momenti e di avere successi sia personali che di
squadra, ma forse la vittoria di Wembley della coppa delle coppe rimane il momento più
emozionante della mia carriera.
 
Sei favorevole o contrario alla figura del mental coach per giocatori/allenatori?
 
Personalmente penso che il mental coach debba essere il mister e la società, non sono
d’accordo sull’entrata nello spogliatoio di altre figure, per quanto professionali.
 
Qual è la squadra che più ti ha deluso e quella rivelazione di questa stagione?
 
L’Inter rimane la delusione del campionato, soprattutto dopo che era andata a vincere allo
Juventus Stadium pensavo potesse lottare di più per il campionato. C’è anche da dire che
è stata devastata dagli infortuni e, spesso, questo comporta grosse difficoltà nel dare un
assetto di base ad una squadra. La rivelazione credo si chiami Fiorentina, soprattutto per
il gioco che pratica, faccio i miei complimenti al mio amico Montella che si sta rivelando un
ottimo tecnico.
 

Nel calcio posso nascere delle “vere amicizie”? Tu hai amici calciatori o colleghi
dirigenti?
 
Le amicizie nel calcio sono talmente forti e intense quando le vivi nello spogliatoio ma
altrettanto deboli al momento che ci si allontana dal calcio. Comunque amici nel calcio
ne ho e li avrò sempre ma, logicamente, non saranno mai forti come quelli che si trovano
nell’infanzia.
 
Il sogno nel cassetto di Alessandro Melli?
 
Mi piacerebbe vivere una vittoria di una coppa da dirigente, sarebbe, credo, una bellissima
esperienza.
 
Dulcis in fundo, un calciatore che desideri in futuro vesta la maglia del Parma?
 
Mi piacerebbe che uscisse dal nostro vivaio, ma se proprio devo dirti un nome attuale ti
direi Giovinco.

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