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Bologna

A tu per tu con Massimo Loviso – 12 feb

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“Tornare in rossoblù resta un grande sogno” – parole di Massimo Loviso, bolognese (di Bentivoglio), cresciuto nelle giovanili del BFC (nelle cui fila ha vinto il Campionato Allievi Nazionali 2000-2001), nonché protagonista del “miracolo Alessandria” in Coppa Italia.

 

L’esordio in Serie A con il Bologna nel 2003-2004, collezionando 12 presenze. La stagione successiva, 27 presenze e 1 rete. Indelebili emozioni.

“L’emozione più bella è stata esordire in serie A contro il mio grande idolo Roberto Baggio. Un’altra grande emozione … segnare per la prima volta in A contro il Messina e vedere tutto lo stadio che ti applaude”.

 

Degli anni a Bologna ti manca … 

“La mia città in sé e l’amore per questa”.

 

Come valuti il cammino rossoblù e cosa pensi degli innesti di mercato: Zuniga, Floccari, Constant? Inoltre, dove può arrivare quest’anno il Bfc? 

“Il cambio d’allenatore ha portato grandi risultati e questi innesti possono contribuire al primo grande obiettivo: la salvezza”.

 

Assonanze e differenze coi tempi in cui vi militavi

“Il calcio negli ultimi anni ha perso qualità, quando giocavo io il livello era superiore… Adesso in serie A giocano persone che anni fa non avrebbero giocato. Questo vale anche per le altre categorie. Il calcio di adesso è praticamente fondato su chili e centimetri…”

 

La stretta attualità. Hai firmato un biennale con l’Alessandria. Un infortunio ti ha tenuto fuori 2 mesi ad inizio stagione (gesso alla mano e 9 punti sullo zigomo destro) e al rientro ti sei rivelato subito protagonista, soprattutto in Coppa Italia dove hai realizzato 3 reti in 6 partite, contribuendo al raggiungimento della storica impresa-qualificazione agli ottavi di finale, con il Milan. Com’è nata la “favola” Alessandria?

“La favola Alessandria è nata da una squadra e da un gruppo che hanno voluto veramente questo cammino. Sono state emozioni grandissime già dal primo gol con l’Alto Vicentino. Poi il gol contro la Juve Stabia che ci ha concesso l’avventura al Barbera e poi… Poi il gol a Palermo, emozioni fantastiche”.

 

Dedichi questi successi a … 

“Vedere persone che piangono di gioia  per ciò che hai fatto è indescrivibile. Dedico questi successi ai miei tifosi ‘grigi’, ci hanno sostenuto ovunque, ci hanno seguito dappertutto”.

 

Corri spesso ad abbracciare chi è in panchina, dopo ogni gol. Ci racconti “la tua esultanza”? 

“Abbracciarmi con tutti i miei compagni, specialmente con quelli della panchina, è segno di squadra…di gruppo! Tutti insieme si vince e si fa gol e quelli che non giocano meritano ancora di più di esultare”.

 

“Nella lista dei registi è il numero uno” :  Luca di Masi, presidente dell’Alessandria, ad inizio stagione parlando di te.

“Le parole del presidente mi lusingano e quando ci siamo parlati per la prima volta il nostro obiettivo comune era quello di rimettere il nome sul retro delle maglie (dato che in Lega Pro ogni giocatore può cambiare numero da partita a partita e di conseguenza non si hanno maglie personalizzate)”.

 

“Mister Gregucci cura molto i particolari, quei dettagli che fanno vincere le partite…” Cos’ha portato da quando è subentrato? 

“E’ un allenatore ermetico però quando parla si fa capire bene. È schietto, genuino. Ha portato tanti importantissimi risultati. Quelli che servono per arrivare in alto”.

 

Tre motivi per cui credere nell’Alessandria? 

“L’Alessandria è una squadra estremamente particolare: si respira un’aria diversa, un entusiasmo elettrizzante. Crederci è all’ordine del giorno. Il ‘primo’ motivo per cui crederci sono i tifosi: sono meravigliosi. Simpatici, spontanei, calorosi. Meritano quella serie B più di chiunque altro. Il ‘secondo’ è il presidente: giovane imprenditore che ha deciso di investire in questo sogno… Merita che i suoi sforzi vengano degnamente ricompensati. Il ‘terzo’ è la città: una città che ha bisogno di rilancio e di riscatto. Una città che è viva ma che deve sbocciare. Una città che deve rifiorire. E noi vogliamo essere quelli che fanno la prima mossa”.

 

Nel calcio “non si sa mai”. Il 1 marzo cosa succederà a San Siro?

“Continuiamo a sognare come abbiamo fatto sino ad ora e saremo ripagati!”


Non succederà, ma se succede … strappa una promessa agli amici di 1000cuorirossoblu?

“Prometto di invitarli tutti a Roma!”

 

Considerato il valore delle compagini di Lega Pro, l’hai definita una sorta di B2 

“Il nostro girone l’ho considerato impegnativo perché ci sono squadre all’altezza di un campionato di serie B. Sarà un girone di ritorno combattuto, fino alla fine”.

 

La canzone da ascoltare e il libro da leggere prima di una partita importante? Cosa ti dà la carica?

“Le canzoni da ascoltare prima di una partita per me sono “Born in The USA” di Springsteen e “Thunderstruck degli Ac-Dc”. Mi caricano perché mi fanno ripensare ai bei momenti che il calcio mi ha regalato. Il libro che consiglio invece è “The Secret” di Rhonda Byrne”.

 

Fotografa un momento positivo ed uno negativo della tua carriera calcistica

“Momento ‘si’: campionato vinto con il Livorno nel 2008-2009 dalla B alla serie A.

Momento ‘no’: tre mesi fuori rosa nel Torino l’anno successivo”.

 

Hai segnato 3 gol in Serie A: Eleftheropoulos (punizione), Júlio César (rigore) e Buffon le tue vittime. Sogni una finale di Coppa Italia contro la Juve per replicare…?

“Si, assolutamente!!! La voglio e la vogliamo tutti. Presuntuoso? No. Sognare è la vitamina della vita!”

 

Concentrazione, cattiveria, preparazione, giusta mentalità, entusiasmo. Cosa conta maggiormente per fare bene?

“Sono tutte importanti. Giusta mentalità ed entusiasmo sono fondamentali”.

 

Mental coach, si o no? 

“Il mental coach potrebbe essere un personaggio importane in una squadra di calcio dato che si gioca in gruppo”.

 

C’è chi sostiene che nel calcio non possa esistere l’Amicizia. Il tuo parere in merito? 

“Nel calcio l’amicizia esiste eccome, io ho amici in ogni città in cui sono stato. Tra tutti con Diamanti forse si è stretto il legame più forte. Lo sento spesso ancora adesso!”.

 

La domanda più antipatica in un’intervista, la più bella, quella che vorresti ti venisse fatta…?

“La domanda meno gradita penso sia …  ‘come mai non giochi?’

Quella che ho preferito … ‘a chi dedichi questo gol?’

E quella che vorrei mi venisse fatta direi questa … ‘quanto sei contento per questa inaspettata vittoria della Coppa Italia?’”

 

Siamo sotto Sanremo, la musica fa da padrona – “Un’emozione per sempre” – quale non dimenticherà mai Massimo Loviso?

“L’esordio in serie A contro Roberto Baggio… Il mio idolo di sempre”.

 

Cosa ti manca, cosa non hai, cosa insegue… Massimo Loviso?

“Mi manca la serie A, non ho il “nome dietro la maglia” e inseguo la vittoria del Campionato!”

 

Un segreto che non hai confessato a nessuno?

“Sono un libro aperto, di segreti inconfessabili non ne ho!”

 

Dulcis in fundo, che bambino eri e che adulto sei?

“Ero un bambino che sognava tanto, sono un uomo che sogna, ancora adesso. Il ‘bambino’ che ho in me continuo a coltivarlo svegliandomi tutte le mattine per fare ciò che ho sempre sognato: giocare a pallone!” 

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