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A TU per TU – Intervista esclusiva a Giancarlo Padovan: “Ingiuste le critiche a Mihajlović, bisogna capirlo. Conte-Inter, è la sconfitta di Zhang; resto perplesso su Pirlo alla Juve. Su Messi…”

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L’ultima settimana calcistica  ha vissuto fasi travagliate: da Antonio Conte confermato sulla panchina dell’Inter ad Andrea Pirlo e le sue prime parole da allenatore della Juventus, fino ad arrivare a Siniša Mihajlović positivo al Covid e all’addio di Messi al Barcellona. Abbiamo affrontato questi temi in un’intervista esclusiva con Giancarlo Padovan, noto scrittore, giornalista e opinionista sportivo.

Conte resta all’Inter, questa è una vittoria o una sconfitta per la società nerazzurra?

“Questa è la sconfitta di Steven Zhang. Conte aveva già manifestato diverse volte, attaccando la società, l’intenzione di andarsene: una società che si fa attaccare in maniera così plateale sbaglia. Zhang ha perso perché ha concesso a Conte di poter dire quello che vuole, e ora in avanti qualsiasi tesserato dell’Inter potrà fare la stessa cosa perché si è creato un precedente. Un precedente gravissimo. Conte andava licenziato dopo Atalanta-Inter, quando per la prima volta fece delle sceneggiate; le stesse esternazioni le ha ripetute dopo la sconfitta contro il Siviglia, c’erano dunque le condizioni per esonerarlo ma così non è stato fatto. Chi si comporta così non può averla vinta senza pagare dazio. Lui non solo non paga dazio, ma sicuramente avrà ottenuto qualcosa per poter continuare. L’Inter, con questa vicenda, ha fatto una pessima figura: il club avrebbe dovuto tutelare sé stesso. Alla fine è emerso che Conte può fare quello che vuole e lo pregano anche di rimanere. Questa è la sconfitta di Zhang e la vittoria di Conte, perché l’Inter ha accolto tutte le sue condizioni”.

Cosa pensa della prima conferenza stampa di Pirlo da primo allenatore della Juventus?

“La conferenza stampa è stata significativa, chiara: ha comunicato diverse cose importanti, come l’incedibilità di Dybala e l’esclusione dal progetto tecnico di Higuain. L’impatto con il mondo bianconero è stato positivo, ma io resto molto perplesso: Pirlo non ha mai fatto l’allenatore, e iniziare dalla Juventus mi sembra anomalo. Da calciatore ha vinto tutto, da allenatore non possiamo giudicarlo perché non c’è nulla di giudicabile. C’è poi un paradosso: Tudor e Baronio, entrambi nello staff di Pirlo, hanno più esperienza di lui. Questo è stato un grande azzardo della Juventus, si è lasciata affascinare dall’operazione. La società bianconera è in una fase delicata, deve ringiovanire la rosa e deve stare attenta al bilancio; Pirlo è la parte emergente di un disagio che la società ha manifestato nella seconda parte della gestione Sarri. Ecco un altro punto: l’esonero di Sarri non sta né in cielo né in terra, come minimo bisognava concedergli un altro anno. Il suo rapporto con la società era però ai minimi termini, e Agnelli ha dovuto fare questa scelta drastica”. 

Il rinnovo di Ibrahimović sarà fondamentale per il Milan o, al contrario, crede che l’effetto Zlatan stia lentamente svanendo?

“Appoggio la seconda ipotesi. L’effetto Zlatan sta svanendo, anche tra i tifosi; lo svedese sembrava potesse giocare nel Milan anche gratis, ora tutti stanno notando come sia attaccato al denaro. Io non avrei rinnovato con Ibra, bensì avrei cercato di rinnovare e innovare la squadra. Il Milan aveva un progetto preciso con una squadra giovane, tale obiettivo è stato abortito con la conferma di Pioli e la rinuncia a Rangnick. La società rossonera è rimasta a metà strada: voleva fare la rivoluzione, ha iniziato a farla ma poi si è fermata”.

Cosa pensa delle critiche rivolte a Mihajlović dopo la sua positività da Covid-19?

“Ognuno fa cosa vuole della propria vita; il serbo ha il diritto di vivere le proprie esperienze con gioia e pienezza. Serviva più attenzione? Non lo so. In Italia siamo sempre pronti a criticare personaggi più famosi di noi, diamo sempre consigli soprattutto quando non servono più. Mihajlović si è goduto la vacanza come molti altri, ha solo avuto la sfortuna di essere risultato positivo al Covid-19. In questa sfortuna ha una piccola fortuna: è asintomatico, quindi non ha i sintomi tipici del contagio. Ripeto: sono contrario a criticarlo. Forse ha esagerato nei festeggiamenti, ma ricordiamoci che ha passato 10 mesi terribili, con la vita sospesa a metà: è normale che abbia voglia di vivere”.

L’allenatore serbo ha affermato che per raggiungere l’Europa servono almeno due anni, la sua opinione a riguardo?

“Dipende dal mercato che farà, ma penso anche io che ci voglia un po’ di tempo. Se andiamo a contare le squadre che, per cultura, storia e attrezzatura possono andare in Europa, in questo gruppo io non vedo il Bologna. Credo sia una previsione giusta e logica, quella fatta da Mihajlović. Ci vogliono gradualità, tempo e pazienza, perché raggiungere l’Europa non è facile. La strada è quella giusta, la dirigenza è sera e sta ha grandi progetti per il futuro felsineo. Forse Saputo avrebbe dovuto porsi questi obiettivi un po’ prima, ma è anche vero che bisognava risanare una società che non era certo nelle condizioni migliori. Nel calcio tutto può accadere, mai dire mai. Negli ultimi due anni l’Atalanta è arrivata tra le prime quattro: chi lo avrebbe mai detto? Natura non facit saltus, questo motto può valere per il Bologna”.

Un giudizio sulla rivoluzione di Koeman al Barcellona? Messi all’Inter: realtà o utopia?

“La rivoluzione di Koeman è necessaria perché il Barcellona è una squadra vecchia, con tanti calciatori che hanno già dato e vinto tutto. L’olandese è stato scelto da Bartomeu e non so quanta vita avrà questo presidente, perché la richiesta di Messi di andarsene a parametro zero mette in difficoltà l’intera dirigenza blaugrana. Con uno svincolo a zero di Messi l’Inter potrebbe provarci; al contrario, se si dovesse pagare per il cartellino allora no, diventerebbe un’operazione impossibile per il 95% dei club del mondo. Ho la sensazione che Messi, il suo futuro, l’abbia già deciso: non so se all’Inter o al City, conta poco dov’è andato a vivere il padre. Lui vuole andare via gratis perché è consapevole del fatto che acquistarlo, tra cartellino e ingaggio, sarebbe folle. Il Barcellona farà di tutto per evitare questo svincolo, non so se si possa allungare questa norma anche perché questa clausola è scaduta a giugno. Sarebbe bello vedere Messi in Italia, si rivedrebbe di nuovo il duello con Cristiano Ronaldo; sono anche dell’avviso che, in caso di arrivo dell’argentino all’Inter, la società nerazzurra sopravanzerebbe la Juventus come organico. Il calcio va comunque vissuto, ricordiamoci che l’ultima partita di Messi è finita 2-8. Per concludere, non so se l’Inter ce la possa fare: potrebbe tornare in corsa solo con lo svincolo della Pulce”.

 

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