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A TU per TU – Intervista esclusiva a Stefano Barigelli: “Il Bologna deve investire. VAR, bisogna lavorare; l’Inter cederà Eriksen. Sul Milan…”

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Continua il tour de force delle squadre italiane che, tra campionato e coppe varie, si trovano in un periodo pieno. Abbiamo parlato delle diverse situazioni dei club di A con un ospite d’eccezzione: Stefano Barigelli, direttore de”La Gazzetta dello Sport“.

L’Inter, dopo un inizio convincente, ha un po’ frenato. Cosa c’è che non va e quali soluzioni dovrebbe attuare Conte? Come dovrebbe risolvere la grana Eriksen?

“Quest’anno l’Inter ha un atteggiamento più spregiudicato in campo, e in termini di risultati questo aspetto si paga: la difesa prende più gol dell’anno scorso. In campionato i nerazzurri hanno le possibilità per risalire, in Champions la situazione è più compromessa. Quello di Eriksen è un problema difficile da risolvere perché è un calciatore che Conte non voleva. Il danese, nonostante le tante occasioni che gli sono state concesse, non ha mai dimostrato di essere adatto al gioco dell’Inter: credo che a gennaio andrà via”. 

Al contrario, il Milan è partito molto bene. Quali sono i meriti che andrebbero attribuiti a Pioli? E’ tra le favorite per lo Scudetto?

“Pioli ha avuto il merito di aver trovato le motivazioni giuste ma, soprattutto, un equilibrio in campo che ha permesso al Milan di essere l’unica squadra europea a non aver mai perso – fino a ieri sera -, nel post-lockdown. La squadra è equilibrata, alcuni calciatori sono stati trasformati da Pioli; il mister è poi riuscito a inserire una personalità forte come Ibrahimovic in un gruppo. Il merito della società è quello di aver scelto Pioli quando ormai aveva l’accordo con Rangnick. Il Milan ha tutto il diritto di puntare allo Scudetto”.

La convince questa prima Juventus di Pirlo? Quali sono i punti deboli di questa squadra? 

“E’ costruita male, ci sono calciatori forti che però non si capisce a quale progetto tecnico-tattico appartengano. Pirlo è un allenatore nuovo ed è sulla panchina più importante della Serie A, è normale un rodaggio iniziale: nonostante tutto, la Juventus ha sempre la rosa più forte d’Italia. In una stagione così lunga questo sarà un valore aggiunto”.

Come giudica l’inizio del Napoli di Gattuso e come mai le prestazioni perfette si alternano con prestazioni deludenti?

“Questa è una stagione strana, alti e bassi ci saranno per tutti i club perché quest’anno non hanno svolto una preparazione adeguata prima dell’inizio del campionato. Gli alti e bassi sono ancora più normali perché all’interno della rosa ci sono nuovi acquisti che piano piano devono adattarsi al gioco partenopeo. Al Napoli, a inizio stagione, non gli si chiedeva di vincere il campionato: l’obiettivo degli azzurri è la Champions League”.

L’Atalanta ripeterà il cammino dello scorso anno o crede che in questa stagione le cose possano andare diversamente?

“L’Atalanta è una squadra che l’anno scorso ci ha sorpreso, ma la società non ha né il fatturato né l’ambizione di vincere il campionato o di arrivare ogni anno tra le prime otto d’Europa. Come ha detto Gasperini, quest’anno c’è qualcosa che funziona meno: secondo me la squadra avrà diversi alti e bassi. Quella nerazzurra resta comunque una squadra che gioca un grande calcio, ma non gli si può chiedere di fare l’exploit ogni anno. Ci sono club strutturati per arrivare fino in fondo, l’Atalanta ha una rosa abbastanza larga ma non è costruita unicamente per vincere”.

Il Sassuolo sta facendo grandi cose. Cosa pensa di De Zerbi e quanto è importante una programmazione seria per una squadra di A?

“De Zerbi è un bravissimo allenatore e il Sassuolo, come l’Atalanta, ha un’identità precisa, a prescindere dai calciatori che vanno in campo. Domenica contro il Napoli, nonostante assenze importanti, ha vinto: questo è un merito importante dell’allenatore. Nel progetto neroverde ci sono calciatori che sono arrivati lì per errori di grandi club, vedi Locatelli che ora è uno dei centrocampisti italiani più forti e che, secondo me, è quel tipo di calciatore che manca alla Juventus: lì potrebbe fare la differenza. A volte ci sono dei piccoli club che sul mercato sono più intelligenti dei grandi club”.

Cosa manca al Bologna di Mihajlovic per puntare definitivamente al salto di qualità?

“Al momento il Bologna ha una rosa troppo corta, ci sono molti giovani che devono ancora essere valorizzati: Mihajlovic sta già facendo un grande lavoro. Al momento è complicato competere per l’Europa League: il Bologna fa un bel gioco, Sinisa è bravo ma la società deve investire per alzare l’asticella”.

Sinisa ha protestato contro il VAR dopo le gare contro Lazio e Cagliari, Rizzoli gli ha dato ragione: la sua opinione a riguardo?

“Rizzoli ha avuto il merito di parlare apertamente degli errori arbitrali: è stato un segno importante. I club chiedono una figura di raccordo tra club, calciatori e arbitri: in Italia il mondo arbitrale è sempre stato un mondo a parte. C’è ancora molto da lavorare rispetto ad altri paesi europei: basta pensare che in Germania hanno un account dove spiegano perché hanno preso determinate decisioni arbitrali. Bisogna lavorare: siamo ancora ai primi passi”.

 

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