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Bologna

Alé Bulåggna: “A cavâll d’un bà rass”

La rubrica “Alé Bulåggna” esplora il dialetto bolognese e lo collega al calcio. “A cavâll d’un bà rass” è un modo di dire popolare, che prende spunto da qualcosa di non reale, ma creduto vero dal popolino

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Nuovo appuntamento con Alé Bulåggna, la rubrica dialettale che propone frasi tratta dal libro “La fantasia popolare nei modi di dire della parlata bolognese” di Gaetano Marchetti (edizione Officina Grafica Bolognese del 1977) e cercheremo di utilizzarla in un contesto da stadio, sperando di darvi uno spunto per riscoprire e riutilizzare i modi di dire dei nostri avi. A questo link potete trovare le altre frasi già pubblicate oltre che i “vecchi” articoli di Alé Bulåggna, scritti da Federico Galloni nel 2013.

A cavâll d’un bà rass

La frase di oggi letteralmente significa “Siamo a cavallo d’un bue rosso”, ed è un detto che si lega chiaramente alla cultura contadina del nostro passato, sebbene non risulti chiaro ad una prima lettura cosa possa significare realmente essere a cavallo di un bue rosso. Era credenza popolare che i buoi con pelo rossiccio nel collo possedessero una forza quasi innaturale e comunque certamente maggiore a quella dei propri simili; questa credenza li rendeva perfetti per trainare aratri e carri, aiutando il contadino di turno nel proprio lavoro in modo più consono rispetto a quelli meno forti.

Sarà più facile ora capire che essere “a cavâll d’un bà rass” vuol dire essere nelle condizioni migliori possibili per eseguire un lavoro.

Spostiamoci ora sul nostro consueto ambito calcistico. In tanti a Bologna hanno ricordato, in passato come nel presente, come in questa piazza ci siano sempre ottime condizioni per lavorare bene e rinalciarsi: i casi sono molteplici, da Baggio a Signori, da Di Vaio a Fontolan, e questa particolarità è stata recentemente segnalata anche da Verdi durante il ritiro di Castelrotto 2017.

Ecco quindi che giocatori ed allenatore possono calarsi al 100% nella cultura dialettale bolognese, dicendo: “a san a cavâll d’un bà rass!”.

Queste affermazioni però, soprattutto nel recente passato, sono però rimaste spesso solo parole, un po’ come era solo una credenza quella che il pelo rosso desse più forza al bue. A noi non resta che avere pazienza come un contadino che attende i frutti dei suoi campi, lasciare lavorare con serenità la squadra sperando che queste condizioni favorevoli portino davvero buoni risultati e permettano anche a noi tifosi di dire che finalmente “a san a cavâll d’un bà rass!”.

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