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Amarcord – 10 marzo 2013, Inter-Bologna 0-1

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Inter e Bologna si troveranno l’una contro l’altra, ancora una volta, sabato alle ore 15. Il teatro sarà quello di Milano San Siro, la partita rivelatrice circa la (vera) natura delle due squadre: l’Inter è chiamata alla riconferma interna dopo lo stop col Sassuolo, a cui ha seguito la prova non brillantissima di Salerno (fino all’ingresso di Lautaro, ovviamente), il Bologna a comprendere davvero la sua dimensione di riferimento, dopo aver ritrovato, nell’ultima casalinga contro l’Empoli, il successo e un Orsolini in grande spolvero.

Per il nostro episodio di Amarcord, abbiamo scelto di riportarvi a poco più di dieci anni fa, quando il Bologna guidato da Pioli coronava un ottimo periodo di forma con un successo inaspettato, maturato col risultato di 1-0, in casa di un’Inter stramaccioniana che mostrava già da tempo più di qualche crepa.

Il 2013 delle due squadre

La stagione ’12-’13 si annuncia complessa per ambedue le formazioni. L’Inter è nel pieno del suo fine ciclo post vittoria del triplete, e la formazione amalgamata da Stramaccioni (lasciato alla guida della squadra dopo l’ottimo subentro della stagione precedente) vive di continui saliscendi, soffrendo dell’invecchiamento di alcuni (storici) elementi chiave e dello scarso impatto dei nuovi. Il quarto posto di fine girone d’andata si rivelerà illusorio, anche se alle porte della gara contro i felsinei, la beneamata si trova ancora lì, in coabitazione con la Lazio e un punto dietro al Milan, squadre con cui si gioca l’accesso ai preliminari di Champions.

Non molto meglio, almeno sino a quel momento, l’annata del Bologna. Lasciata la squadra in mano a Pioli (entrato l’anno prima e rimasto in sella, alla stregua di Stramaccioni), i risultati stentano ad arrivare, e al giro di boa i felsinei godono di un risicatissimo margine di due punti sulla zona retrocessione, in ritardo soprattutto a causa del pessimo periodo di ottobre-novembre (dove in sei partite viene raccolto solo un pareggio con l’Udinese). 

Tuttavia, il mese di gennaio inizia con un netto 4-0 ai danni del Chievo e – seppur con le consuete ricadute –Pioli sembra riuscire a schierare una squadra indubbiamente più solida e capace di vincere le partite. Grazie anche al passaggio al 4-2-3-1, infatti, sono ben sei i punti messi in cascina nelle due gare precedenti al match coi nerazzurri, frutto delle belle vittorie contro Fiorentina e Cagliari. E tutto sembra pronto per un ulteriore colpaccio.

Le formazioni

Come detto, Pioli è passato al 4-2-3-1, in cui figurano Curci tra i pali, Morleo, Antonsson, Sorensen e Garics sulla linea di difesa, quindi la coppia Taider-Perez a centrocampo, e il trio Gabbiadini-Diamanti-Christodoulopoulos alle spalle di Alberto Gilardino.

Stramaccioni risponde con un modulo speculare, in cui Pereira, Juan Jesus, Ranocchia e Zanetti agiscono a protezione di Carrizo, Gargano e Stankovic fungono da motore al centro, mentre l’unica punta Palacio è assistita da Benassi, Guarin e Schelotto.

La partita

Pronti via, e dopo 1’ di gioco il primo squillo è rossoblù: è Sorensen, con un colpo di testa, a sorprendere la retroguardia nerazzurra da punizione di Diamanti, creando il primo dei tanti grattacapi che caratterizzeranno la serata di Juan Carrizo. Neanche 120 secondi dopo è ancora il Bologna a fare la voce grossa: splendida combinazione tra Gabbiadini e Christodolopoulos, col greco che restituisce al numero 18, colpevole però di sparare all’esterno della rete.

Al 14’, protagonista è Diamanti che con una pregevole apertura serve Gilardino: la punta è abile a far scorrere lievemente il pallone e a calciare al volo, ma la sua conclusione si spegne poco a lato del palo lontano. Per tutto il restante primo tempo, la squadra di Pioli si rivela assoluta padrone del campo, sfiorando più volte il goal con gli inserimenti di Gabbiadini.

Nella ripresa, Stramaccioni prova a scuotere i suoi buttando dentro Antonio Cassano, mentre Pioli rileva Sorensen per l’esperto Naldo.

La musica, comunque, sembra cambiare poco: è ancora Taider pericoloso su colpo di testa, ed è il preludio al goal di Gilardino: Perez lo pesca libero in area con un’ottima imbucata, l’ex campione del mondo è bravissimo a controllare e fulminare Carrizo con un destro al volo che si insacca alla sua destra, gelando il pubblico di San Siro.

Arriva poco dopo la prima – vera – conclusione dei nerazzurri verso la porta avversaria, con Palacio abile a sgusciare tra i difensori in bianco ma non a capitalizzare la sua azione. Guarin non impensierisce troppo Curci con un tiro forte ma defilato, mentre più paura fa Cassano al 72’, che con una grande giocata rientra sul destro e scarica trovando l’opposizione di Naldo. Al 79’ Krhin sfiora il goal dell’ex incornando su calcio d’angolo, poi Ranocchia spedisce fuori una rovesciata e l’impresa sembra a un passo sino all’ultimo minuto, in cui Cambiasso colpisce di testa chiamando Curci al miracolo di giornata.

Ma è l’ultima emozione prima del triplice fischio arbitrale, che significa terza vittoria consecutiva per il Bologna, ormai issatosi al dodicesimo posto e distante più di undici lunghezze dal Siena terzultimo. È al contrario solo uno dei (primi) tasselli della definitiva crisi interista, che dopo la sconfitta si ritrova sesta, scavalcata da Lazio e Fiorentina. Lo stadio fischia i padroni di casa, mentre gli ospiti, alla fine sì: hanno fatto il colpaccio. 

 

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