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Bologna

Amarcord – 120 minuti di fuoco per un finale drammatico

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Fonte immagine: Inter.it

Ottavi di finale di Coppa Italia. Si comincia a fare sul serio. Il Bologna di Thiago Motta, che sta stupendo tutta Italia con un calcio spumeggiante coadiuvato anche da risultati eccezionali, si prepara ad affrontare l’Inter nel più suggestivo tra gli ottavi di finale in programma. 

I rossoblù saranno ospiti della squadra di Simone Inzaghi sempre più prima in campionato e attesa dall’affascinante ottavo di Champions contro l’Atletico Madrid. 

Domani le squadre scenderanno in campo alle ore 21 per giocarsi un posto tra le prime otto.

 La cornice, suggestiva, è quella di San Siro.  

Per il nostro match Amarcord abbiamo scelto il quarto di finale del 15 gennaio 2013 in cui, sempre a San Siro, i nerazzurri trovarono la vittoria per 3-2, ma solo dopo i tempi supplementari.

La stagione delle due squadre

Il Bologna di Stefano Pioli nella stagione 2012-13 deve fare a meno della bandiera Marco Di Vaio che saluta la città dopo quattro indimenticabili stagioni per trasferirsi al Montreal Impact. I rossoblù in campionato, dopo un inizio difficile, si accomodano placidamente nella metà della classifica, chiudendo poi il campionato con un non indimenticabile tredicesimo posto. Diverso il discorso per il cammino nella coppa nazionale: dopo aver eliminato il Varese nel terzo turno eliminatorio ancora ad agosto, la squadra di Pioli fa fuori il Livorno in un’insidiosa trasferta in terra toscana e poi, clamorosamente, elimina il Napoli campione uscente con un rocambolesco 1-2 al San Paolo

Arriva così alla sfida di Milano con un obiettivo molto chiaro in testa: la semifinale.

Discorso diverso, invece, per l’Inter di Stramaccioni che in campionato non convincerà mai, chiudendo la stagione con un deludente nono posto. In Coppa in nerazzurri hanno un cammino sostanzialmente lineare: vincono le partite in cui partono favoriti e perdono appena non hanno più i favori del pronostico. Agli ottavi la squadra milanese fa fuori l’Hellas Verona in una partita passata alla storia per i minuti da estremo difensore giocati da Rodrigo Palacio. Ai quarti la squadra di Stramaccioni, appunto, supera a fatica il Bologna per poi infrangersi su una grande Roma in semifinale.

Le formazioni

Stramaccioni, in vista della sfida di campionato con la Roma, fa rifiatare alcuni titolari e lancia dal primo minuto l’inedita coppia d’attacco Cassano-Rocchi. A centrocampo occasione dal primo minuto per Marco Benassi che nel 3-4-1-2 occupa la posizione di mezzala sinistra con di fianco l’intramontabile Javier Zanetti. Al contrario Pioli non fa calcoli e mette in campo tutto il talento che ha: nel 3-4-2-1 schierato dall’allenatore parmigiano la coppia di trequartisti è Diamanti-Pasquato a supporto dell’unica punta. Ma che punta, però. In quella stagione Alberto Gilardino sarà recordman sia sotto la voce presenze, con 37 apparizioni, che sotto la voce gol, con 13 marcature. Parte dalla panchina Kone, l’eroe del San Paolo.

Il primo tempo

Dopo un inizio un po’ timido, la squadra di Pioli prende le misure e si rende pericolosa in due occasioni. Al 20’ Alino Diamanti raccoglie una corta respinta di Zanetti, si sposta la palla sul sinistro e calcia forte sul primo palo, sfiorando lo stesso montante; sei minuti dopo è lo stesso numero 23 che imbuca per Pasquato, ma il suo diagonale è debole e centrale: non ha problemi Handanovic. Al 32’ si rifà vedere l’Inter: Cassano ben servito da Benassi, si accentra e lascia partire un destro a giro spettacolare che Agliardi mette in angolo. Ma è un campanello d’allarme perché, due minuti dopo, i nerazzurri vanno in vantaggio. Cassano serve Guarin al limite dell’area, il colombiano controlla, finta e poi spara un destro meraviglioso che si incastra sotto al sette. Un gol di una bellezza travolgente. Incredibile la velocità di esecuzione con cui Guarin trova la conclusione, senza dare il tempo alla difesa di affondare l’intervento. Ma la partita ha ancora tanto, tantissimo da dire.

Al 40’ il Bologna sfiora il pari. Cross preciso di Motta per Gilardino che fa un perfetto movimento da centravanti, attacca il primo palo e impatta, ma trova sulla sua strada una fantastica risposta di Handanovic. Il portiere sloveno, prima del fischio finale del primo tempo, chiude la saracinesca anche sul mancino dalla distanza di Diamanti per certificare l’1-0 con cui le squadre vanno negli spogliatoi.

Il secondo tempo

La ripresa parte a ritmi più bassi e comincia la girandola di cambi. La prima occasione è per Alvaro Pereira che chiude un lungo triangolo con Cassano, ma Agliardi è bravo a chiudergli lo specchio della porta in uscita. È solo questione di tempo, però, perché al 77’ l’Inter raddoppia. Il gol è di Palacio, subentrato all’impalpabile Rocchi, ed è un’altra perla d’autore. El Trenza scappa centralmente, elude con una finta l’intervento di Pazienza e poi dai venti metri lascia partire un destro all’incrocio su cui Agliardi non può nulla. 

2-0. Partita chiusa? Neanche per idea. Il Bologna con in campo una grande quantità offensiva trova la rete che accorcia le distanze a nove minuti dalla fine. L’autore è Diamanti, il quadro è un calcio di punizione. Leggermente defilato sulla destra il fantasista pennella col mancino e la palla finisce sotto lo stesso incrocio che Guarin aveva sfiorato nel primo tempo. 2-1. Con tre gol spettacolari. Ma non è ancora finita perché, due minuti dopo, Ranocchia rischia la frittata spizzando il cross di Morleo. Lo salva il palo ad Handanovic battuto. Ma il gol è nell’aria. E infatti all’84’ arriva. Cross a tagliare la difesa di Motta, Jonathan si dimentica della diagonale e Gabbiadini, anche lui subentrato, legge la situazione e col piatto sinistro trova il 2-2. Tripudio per i tifosi rossoblù al seguito. 

Nel finale c’è ancora tempo per un doppio e clamoroso brivido. Da una parte Handanovic mette in angolo l’insidioso sinistro di Gabbiadini dalla distanza; dall’altra è Agliardi a salvare il risultato, deviando in calcio d’angolo un cross di Palacio senza pretese toccato da Morleo. 

Ma il risultato al termine dei novanta minuti è questo: parità, 2-2.

I supplementari

Il primo tempo supplementare scivola via senza emozioni: la stanchezza si sente e la fatica pesa sulle gambe dei giocatori. Ma, neanche a dirlo, l’occasione più grande ce l’ha colui che l’elevato minutaggio dovrebbe sentirlo più di tutti. Minuto 20, a 39 anni suonati Javier Zanetti si mette in proprio e arriva a tu per tu con Agliardi. Pupi prima calcia addosso al portiere col sinistro e poi sulla respinta, un po’ fortunosamente, centra il palo con il destro. Sembra tutto apparecchiato per i calci di rigore che, forse, sarebbero la conclusione degna di una bellissima partita giocata a viso aperto da entrambe le squadre. Ma il calcio è strano e, a volte, anche crudele. Minuto 120. Calcio d’angolo battuto da Guarin, Agliardi calcola malissimo il tempo dell’uscita e, nel tentativo in extremis di recuperare la posizione, scivola e viene beffardamente superato dal colpo di testa di per la rete che vale la semifinale. 

Grande delusione per la squadra di Pioli che culla per 120 minuti il sogno della semifinale per poi arrendersi al più inatteso tra i goleador.

 

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