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Amarcord – 25 agosto 2019, Verona-Bologna 1-1

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bolognafc.it

Lunedì, alle ore 20.45, andrà in scena il quarto atto di questo nuovo campionato a tinte rossoblù. L’avversario è il Verona di Baroni, rivelazione nelle prime due gare – con un bottino di sei punti racimolato tra Empoli e Roma – e frenato solo nell’ultimo match esterno contro il Sassuolo. I toscani affrontano un Bologna in crescita, sia in termini di prestazione che di risultati, attualmente con due punti in meno ma già imbattutasi in corazzate del calibro di Juve e Milan.

Attendendo il calcio d’inizio, per la nostra puntata di Amarcord, abbiamo scelto la gara dell’agosto 2019 che vide i felsinei impattare per 1-1 al Bentegodi. Impressa nella mente dei tifosi rossoblù, soprattutto, per la forte sorpresa nel vedere Sinisa Mihajlovic di nuovo in panchina, ostinatamente alla guida dei suoi ragazzi.

Il 2019 delle due squadre

Non semplice tracciare lo stato di forma delle due compagini, essendo alla prima giornata, e non disponendo quindi del classico cammino a cui fare riferimento. Tuttavia, volendo riprendere l’arrivo delle squadre al fischio d’avvio, si può ricostruire il percorso che ha portato alla nuova stagione di entrambe.

Il Bologna, dopo la terribile (mezza) stagione precedente (culminata con lo 0-4 di matrice inzaghiana contro il Frosinone) decide di continuare il suo percorso con Sinisa Mihajlovic e di intraprendere una sostanziosa opera di rinforzo della rosa, che vede gli arrivi – tra gli altri – della coppia Soriano-Sansone, di Orsolini e Dominguez, quindi di Denswil, Schouten, Tomiyasu e Skov Olsen.

Il Verona, dopo il roller-coaster del campionato cadetto appena concluso, con l’incredibile vittoria ai playoff a spese del Cittadella, reimposta interamente la sua struttura ponendo Ivan Juric alla guida e ingaggiando giocatori d’esperienza come Veloso, Bocchetti e Lazovic, oltre che promesse come Rrahmani e Amrabat.   

Le formazioni

Sinisa schiera i suoi con un 4-2-3-1 dove figurano Skorupski in porta, Tomiyasu, Danilo, Denswil e Dijks sulla linea difensiva, quindi Poli e Kingsley Michael in cabina di regia a supporto del terzetto Soriano-Orsolini-Sansone, con unica punta Rodrigo Palacio.

Il Verona risponde invece con un 3-4-3 che vede Silvestri tra i pali, Rrahmani, Kumbulla e Dawidowicz alla guida del reparto arretrato, Henderson e Veloso interni con Faraoni e Lazovic sulle fasce, ed infine la coppia Tutino-Verre ad agire attorno al falso nueve Zaccagni.

La partita

Dopo una prima fase di studio da parte delle due squadre, in cui il Verona mostra linee molto compatte (nel tipico stile di Juric) e il Bologna ricerca maggiormente il controllo del pallone, ecco l’episodio che sblocca il match; al 12’ Danilo con una sventagliata trova Orsolini e anche un Davidowicz disattento: l’esterno ruba il tempo al giocatore scaligero, gli passa davanti e si fa stendere in area di rigore. Rosso diretto per il polacco, dal dischetto va Sansone che non sbaglia: è 1-0 al Bentegodi, Bologna in vantaggio.

Juric è subito costretto a rincorrere, oltre che a passare ai ripari: toglie Zaccagni per Bocchetti, ma la partita inizia a sporcarsi e qualche minuto dopo Henderson viene ammonito per un fallo da dietro su Poli.

Al 24’ una nuova chance per i rossoblù; combinazione un po’ fortuita tra Palacio e Kingsley, che mette Soriano in buona posizione all’interno dell’area: il numero 21 rientra sul sinistro e incrocia sul palo vicino, trovando la risposta di Silvestri in calcio d’angolo.

La gara sembra appiattirsi e poggiarsi sui binari voluti dal Bologna, quando al 36’ un calcio piazzato di Veloso scavalca la barriera e si insacca alle spalle di Skorupski: è una pennellata che vale la copertina del match, su cui il portiere poteva forse fare di più, ma che nel frattempo sigla il pareggio veronese e riporta il match in equilibrio. La prima frazione si chiude quindi con l’occasione ancora di Orsolini, che sbuca all’improvviso su un cross di Soriano mandando di testa poco alto sopra la traversa, decretando il duplice fischio dell’arbitro.

La ripresa inizia con la sostituzione di Verre per Amrabat e poco dopo di Sansone per el Ropero Santander. Poli ci prova da fuori con poca convinzione, spedendo alto, ed è il preludio all’assedio rossoblù, che perdurerà per tutto il secondo tempo.

Al 68’ è proprio Santander a sfiorare il vantaggio, con una gran incornata da calcio d’angolo, ma la palla sfila qualche centimetro a lato del palo. Sinisa spedisce in campo Destro e Dzemaili al posto di Palacio e Michael: il primo destro dello svizzero arriva pochi istanti dopo, finendo però alle stelle come quello di Orsolini a cinque dalla fine.

È l’ultimo sussulto di una partita-resistenza da parte del Verona, che riesce comunque a portarsi a casa un punto prezioso vista l’inferiorità numerica. Meno contenti i rossoblù, che hanno giocato un ottimo primo tempo, mancando però di cattiveria nel cercare il raddoppio e finendo per pagare le troppe imprecisioni e la poca concretezza nella ripresa.

Il protagonista

Tuttavia, il risultato passa velocemente in secondo piano. L’uomo copertina del match è infatti, e prevedibilmente, Sinisa Mihajlovic. L’allenatore serbo, per la totale sorpresa di tifosi e addetti ai lavori, si presenta nel pomeriggio a Verona, raggiungendo la squadra nell’hotel dove alloggia per dare seguito alla riunione tecnica pre-gara. Ma non finisce qui: perché Sinisa va oltre, e un paio d’ore più tardi è sempre lui a impartire i vari dettami sul rettangolo di gioco. Lasciando il Sant’Orsola solo 40 giorni dopo il suo ricovero per tornare a fare il suo mestiere preferito – allenare – nel suo luogo naturale: il campo. E riservandosi gli applausi di tutto lo stadio, compresi i rivali veronesi.

Alla fine della partita, poi, le dichiarazioni del capitano Poli svelano un nuovo retroscena, capace di aggiungere un ulteriore velo di poeticità: neanche i giocatori sapevano nulla. “Siamo rimasti scioccati, non ce lo aspettavamo, anche se ce l’aveva promesso. Siamo rimasti colpiti, ma siamo contenti che sia qui con noi, dimostra di avere un coraggio eccezionale. Al suo arrivo in albergo ci siamo emozionati, rimanendo senza parole“.

 

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