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Amarcord Bologna-Juventus: l’articolo scritto da Voi

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Bologna-Juventus è una storia piena di ricordi che si affacciano alla mente dei tanti tifosi che hanno voluto rispondere al nostro invito nel riportare alla luce le loro memorie, anche vissute in prima persona, di questa partita che, per moltissimi di noi, è da sempre la partita più sentita delle 38 del campionato di serie A rossoblù. Come dice Enrico Profico,  per lui è la partita “più sentita, perchè a Bologna la maggior parte della gente è tifosa juventina“.

E le reminiscenze camminano sulle gambe delle persone e alcune ci arrivano da molto lontano, come nel caso di’ Roberto Bautti che ci teletrasporta addirittura a cinquant’anni di distanza, nel  74/75, dove il risultato fu “2 a 1 per il Bologna, con gol di Savoldi e Cresci e rigore parato da Buso su Cuccureddu. Io c’ero...”, e conquista la targa del ricordo più lontano nel tempo. Mentre è Roberto Grisafi a salire sul secondo gradino del podio dell’albo dei ricordi, raccontandoci la sua prima volta allo stadio: “Era il lontanto ’78, portato da uno zio juventino in curva San Luca per farmi innamorare dei colori bianconeri, ma appena entrarono le squadre in campo e vidi quella straordinaria curva che avevo di fronte è stato subito amore per i colori rossoblù“. Potere dell’Andrea Costa (che oggi si chiama Bulgarelli, in onore di un grandissimo che il rossoblù non lo ha mai lasciato)!
Ma ci sono anche Tifosi che non hanno ricordi particolari, come Paolo Tassinari.
Ci sono dolci reminiscenze che parlano di giornate felici per i rossoblù come per Docvet Mba (“I due gol di Di Vaio a Torino”) e per  Franca Spisni (“ricordo un Bologna Juve  3-0“), mentre Dario Petriccioli ritorna a parlare della doppietta di Di Vaio, definendola come “uno spiraglio di sole“, in mezzo a partite (e di questi commenti ne abbiamo letti molti), dove gli arbitraggi non sono stati indimenticabili, eufemisticamente parlando. E spesso è la passione che parla, sostituendosi all’oggettivo buon senso.
 
Ma il ricordo più nitido è sicuramente quello legato al 2007, “più o meno 16/17 anni fa, dove Zalayeta fece stop di mano e palla che non era neanche entrata in porta...” racconta come se fosse ieri Trombetti Giacomo. 
E’ Luca Tancini che estrapola la data e analizza quell’azione .”Anno 2007, ci scippano la partita con un gol fuori di mezzo metro e azione iniziata con uno stop di mano”: per i puristi dell’anatomia umana quella mano era un braccio, ma il fallo invocato era comunque netto.
E dal 2007, si passa al 2004, altro episodio che, con amarezza, ci ricorda Michele Manfredi.Perdemmo 0-1 (gol di Nedved) con una partita che ancora grida vendetta. Almeno 2 rigori netti su Cippo (Giacomo Cipriani, al secolo, ndr) e punizione decisiva invertita“.  L’episodio riaccende le stanze della memoria di Luca Tancini che risponde a Michele  Manfredi. ” Ricordo bene: Caressa era esterrefatto. Thuram falcia Cannavaro, cercando di fermare Cipriani, che era già lontano almeno un metro, già solo davanti al portiere, FALLO PER LA JUVE”!
La ricostruzione non ha i crismi dell’esattezza, per quanto riguarda la posizione del giovane attaccante rossoblù, ma tutto il resto combacia dannatamente. “In quella partita, continua Michele, fallo di Ibra su Capuano, invertito dall’arbitro Pieri”. La punizione e il successivo gol di Nedved all’86esimo, viene percepita ancora oggi come uno dei peggiori torti subiti in 114 anni di storia del Bologna.
 
Ma non tutti ritengono la partita contro la Juventus, è “la madre di tutte le partite”: Stefano Serenari elegge quella contro la Società Polisportiva Ars et Labor. “La partita più sentita da noi quella contro la Spal. Non per nulla contro di loro in qualunque serie si è giocata (A B e C) lo stadio era sempre esaurito“. Punti di vista, assolutamente condivisibili.
Mentre per altri due followers della nostra pagina è contro la compagine viola la partita dell’anno “ A livello di rivalità dovrebbe essere quella con la Fiorentina – si esprime Gamble Gamquella più sentita”,parere condiviso anche da Roberto Grisafi. Il Calcio è bello anche per questo: ognuno lo vive esattamente come vuole. 

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