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Amarcord – Raffaele “Faele” Sansone: mezzo secolo a servizio del Bologna
L’11 settembre 1994 ci lasciava Raffaele Sansone, con il Bologna vinse 2 Coppe dell’Europa Centrale, 4 scudetti e il Torneo dell’Esposizione di Parigi.
Raffaele Sansone è stato uno dei giocatori che più hanno inciso nella storia del Bologna Football Club, sia come giocatore sia da “dietro le quinte”, come ricercatore di nuovi talenti da portare sotto le Due Torri.
“Faele” Sansone: l’inizio di carriera in Uruguay
Raffaele Sansone, chiamato dai bolognesi “Faele”, nasce il 20 settembre 1910 a Montevideo in Uruguay, dove i suoi genitori originari di Salerno, immigrano a inizio secolo. In Uruguay, Sansone gioca per il Peñarol e per guadagnarsi da vivere – non potendo contare unicamente sui premi partita – lavora in un cantiere per carico e scarico merci. Ma il talento di Sansone non passa inosservato e ben presto viene selezionato tra i 30 calciatori che avrebbero preso parte ai Mondiali del 1930, insieme ai suoi due connazionali Pedro Petrone e Francisco Fedullo.
Figurina distribuita dall’industria di Cioccolato Principe di Casale Monferrato che ritrae Raffaele Sansone (© Museo di Pignaca)
Dall’Uruguay all’Italia: il Bologna lo strappa alla Fiorentina
A volere Sansone in Italia fu proprio Petrone. “Perucho” allora giocava alla Fiorentina e aveva posto come condizione alla dirigenza Viola l’ingaggio di Sansone, l’unico – a suo dire – in grado di passargli la palla come voleva. La Fiorentina accetta e propone a Sansone un contratto da 25mila lire per due anni, impossibile da rifiutare. Così, una volta ottenuta l’approvazione del padre Pantaleone, Sansone prepara le valigie e parte per l’Italia.
Ma al momento dell’imbarco accade una cosa insolita. Il console italiano prende Sansone da parte e gli comunica che non sarebbe più andato alla Fiorentina, ma al Bologna. Le cifre di ingaggio rimanevano le stesse, ma cambiava la destinazione finale.
Il motivo? Il mago Hermann Felsner con cui il Bologna aveva fatto tremare il mondo vincendo due scudetti, si era infatti trasferito alla Fiorentina e in cambio i rossoblù chiedevano proprio Sansone. L’uruguagio, tra l’altro, non rientrava nei piani di Felsner, intenzionato ad ingaggiare una mezzala danubiana. Sansone arriva quindi (non privo di dubbi) sotto le Due Torri dove viene accolto da Fedullo.
Sansone e l’intervista in occasione degli 80 anni del Bologna: “Non avevo capito che ero arrivato in Paradiso”
“Anche se è vero che la prima impressione di Bologna fu scioccante e terrificante…- ha raccontato Sansone in un’intervista nel 1989 – io me la ricordo ancora quella notte d’agosto del ’31. Ma in che cavolo di posto sono capitato? Mi chiedevo. Era mezzanotte, il buio, il deserto. Fedullo mi accompagnò alla pensione di via San Vitale. Buio anche in quella strada e poi tutti quei portici che mi fecero pensare di essere capitato nel paese delle streghe”.
“Ma che città poteva mai essere? Io il nome di Bologna e del Bologna non li avevo mai sentiti. E presi sonno solo perché ero stanco da morire. Ma il mattino dopo cominciai a passeggiare per via San Vitale e vidi che la gente vestiva benissimo e alle Due Torri fui come folgorato. Tutte persone elegantissime, mi pareva che la ricchezza colasse dai muri. Non avevo capito niente, non avevo capito che ero arrivato in paradiso”.
“Sansullo” e “Fedone” a servizio di Schiavio
Negli allenamenti con la squadra, Sansone si fa subito notare con le sue finte da mal di testa, ma è nella sua primissima partita che il pubblico rossoblù se ne innamora perdutamente. Sansone e Fedullo formano una coppia formidabile, tant’è che spesso a Bologna, per sottolineare il loro saper fondersi in una persona sola, li chiamano “Sansullo” e “Fedone”. I due talenti uruguagi fanno brillare ancora di più Angelo Schiavio fornendogli passaggi a dir poco perfetti.
Il primo anno di Sansone al Bologna, la squadra arriva seconda in campionato, vince la Coppa Europa e Anzlèn Schiavio ottiene il titolo di capocannoniere con 25 reti, a pari merito proprio con Petrone. La stagione successiva il Bologna arriva terzo e il club propone a Sansone il rinnovo di contratto. Il rinnovo, già firmato dal connazionale Fedullo, prevede 32000 lire per quattro anni: prendere o lasciare.
Quaderno 1932/33 della serie “Campi sportivi d’Italia” con quattro glorie rossoblù: Angelo Schiavio, Gastone Baldi, Eraldo Monzeglio e Raffaele Sansone (© Museo di Pignaca)
Il ritorno in Uruguay per poi tornare a Bologna chiamato da Dall’Ara
Ma Sansone, messo davanti all’ultimatum e con nostalgia di casa, decide di lasciare Bologna e nel 1933 torna in Uruguay al Peñarol. L’anno successivo, Renato Dall’Ara divenuto nuovo presidente del club, è determinato a riportare Sansone a Bologna e gli offre un contratto oneroso da 50000 lire per due anni, mentre al Peñarol una cifra di 500 pesos.
Sansone accetta l’offerta del presidente e Bologna diventa la sua nuova casa. Con la maglia rossoblù, Sansone vince quattro scudetti tra il 1936 e il 1941, oltre che 2 Coppe dell’Europa Centrale e il Torneo dell’Esposizione di Parigi. Colleziona un totale di 315 presenze e 46 reti.
Raffaele Sansone: la carriera da allenatore non decolla
Al termine della guerra, Sansone si trasferisce a Napoli dove nel 1945-46 diventa allenatore dei partenopei portandoli al quinto posto in classifica. Nella stagione successiva il Napoli arriva all’ottavo posto e l’anno dopo, nel 1947, Sansone viene esonerato dopo solo cinque partite.
A quel punto, Renato Dall’Ara che si trovava con il Bologna in penultima posizione, decide di esonerare Edmund Crawford e di affidare le redini dei rossoblù proprio all’ex giocatore felsineo. Ma Sansone non riesce a portare il Bologna più in alto della zona retrocessione e viene sostituito da Giuseppe Galluzzi.
Dall’Ara lo ingaggia come talent scout e Faele non delude
Dopo una stagione deludente al Bari nel 1952-53, Dall’Ara lo richiama a Bologna, ma sta volta lo ingaggia come talent scout. Il ruolo gli calza a pennello ed è infatti Sansone a consigliare al presidente quelli che sarebbero diventati alcuni dei protagonisti del settimo scudetto ovvero Capra, Pascutti, Haller, Furlanis e Tumburus.
In questo ruolo, Sansone vince con il Bologna il Torneo di Viareggio nel 1966-67 e ottiene la Targa d’Oro di migliore tecnico delle giovanili. Faele si è spento a Bologna l’11 settembre 1994, esattamente 31 anni fa, dopo aver aver dedicato più di mezzo secolo alla squadra rossoblù.
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