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Analisi tattica – La fase difensiva è buona, ma non c’è inventiva

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Sportmediaset


Si cresce a piccoli passi. Contro la Spal non si era visto praticamente nulla in campo, e solo un jolly come quello pescato da Kurtic poteva sbloccare una partita ipertattica e ingabbiata dai due moduli a specchio. A Torino con il Frosinone la squadra è cresciuta ancora, soprattutto nel primo tempo, in cui meritava ampiamente il vantaggio. Con il passare dei minuti però forse complice un calo fisico e “la troppa voglia di ribellarsi alla non vittoria” come ha detto Inzaghi, i rossoblù si sono allungati rischiando anche di perderla.

Sabato contro l’Inter ancora un piccolo passetto in avanti, soprattutto per quanto riguarda l’attenzione difensiva e l’ordine tattico. I reparti sono rimasti corti per (quasi) tutta la partita e la grinta e la voglia di rifarsi si è vista negli occhi e nelle gambe dei rossoblù per più di un’ora di gioco. Portare a casa un pari contro un’Inter affamata di punti e obbligata a vincere non era di certo scontato, ma per buona parte del match i rossoblù non hanno dato la sensazione di soffrire troppo le avanzate dei nerazzurri, che venivano ingabbiati dai ragazzi di Inzaghi, ben messi in campo in ogni reparto.
Santander, il migliore del Bologna, ha distrubato ogni azione interista in partenza, sporcando tantissimi possessi e mettendosi spesso nella posizione corretta ad occupare le linee di passaggio avversarie. Anche Dijks ha fatto (ancora) una buona partita, soffrendo pochissimo sul suo lato, mentre i tre centrali si sono dimostrati per la terza partita di fila parecchio solidi.

E l’attacco?

La fase offensiva per ora è il grande problema del Bologna, fermo ancora a 0 gol segnati dopo tre turni di campionato. La manovra fatica a partire con incisività dalla difesa, a causa anche dei movimenti delle due mezz’ali che difficilmente creano linee di passaggio interessanti, schiacciandosi troppo verso le punte. I due attaccanti faticano a muoversi in sintonia, mentre i due esterni per ora stanno lavorando bene, soprattutto per come danno ampiezza alla squadra. Dijks e Mattielo devono migliorare tanto ancora, soprattutto una volta che bisogna mettere la palla in mezzo verso le punte, ma si vedono già cose interessanti da parte loro.
Oltre agli automatismi offensivi, che arriveranno col tempo, manca inventiva. Contro l’Inter, poco prima della rete di Nainggolan, i rossoblù hanno avuto l’opportunità di ripartire con tanto campo davanti almeno 3 volte. In quelle occasioni è mancata la giocata, il passaggio smarcante verso le punte o il dribbling decisivo per creare superiorità; insomma a questo Bologna manca un po’ di fantasia e coraggio.

Analizzando gli “Expected Goals” (che è un indice che assegna ad ogni tiro una probabilità basata su dati statistici storici che può essere determinata dalla posizione, tipologia di assist, ecc. Una metrica moderna che consente di studiare i risultati delle partite in base alla qualità/quantità delle occasioni create e non in base alla fortuna) il Bologna è tra le ultime posizioni. I rossoblù quindi producono occasioni con il contagocce e di bassa qualità, anche se un solo punto e nessun gol segnato sono numeri troppo pesanti per una squadra che nelle ultime due partite ha creato almeno 3 occasioni clamorose.

 

Quello sopra è il grafico degli expected goals contro l’Inter, in cui si può notare come il colpo di testa di Helander sia valutata come la seconda occasione più nitida della partita. L’Inter ha però creato di più, soprattutto con Nainggolan, Keita e Perisic, ma i rossoblù meritavano almeno una rete.

La prossima trasferta contro il Genoa non sarà decisiva, ma si può già considerare come uno scoglio importante. Dopo arriveranno Roma e Juvenus, indi per cui sarebbe importante portare a casa dei punti pesanti dal Ferraris.
Servirà più coraggio e intraprendenza, sperando che in queste due settimane di lavoro migliori anche l’intesa.

(Dati partita: WyScout)

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