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Atteggiamento e organizzazione: così si vincono le partite

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La Stampa


Come una boccata d’aria fresca. E’ questa la sensazione post Bologna-Roma, in cui è arrivata la scintilla tanto attesa; quella desiderata da squadra, Mister e tifosi, che anche ieri sono stati straordinari. Prima l’affetto e il calore della vigilia, poi la bolgia domenicale al Dall’Ara, che ha trascinato i rossoblù in una prestazione maiuscola, che è il risultato del lavoro svolto fino ad adesso.
Decisiva la splendida rete di Mattiello e la corsa di Santander, ma anche, e in primis, l’atteggiamento mentale e l’organizzazione messa in campo.

Inzaghi l’ha preparata perfettamente: togliendo ogni tipo di profondità ai giallorossi, rompendo tutte le linee di passaggio e assorbendo l’1 contro 1 sugli esterni, organizzando un sistema di uscite nei raddoppi che ha fatto vivere un incubo a Kluivert alla prima da titolare in Serie A.
Squadra cortissima e stretta, che sapeva allargarsi in ampiezza quando ce n’era bisogno.
Nella prima frazione i rossoblù hanno mantenuto un baricentro sui 44 metri, con una lunghezza di 22 (!) metri. Nella seconda frazione, nonostante la stanchezza (il Bologna ha corso in totale più di 112 km) la squadra di Inzaghi è rimasta compattissima, con linee parecchio strette e una lunghezza pari a 25 metri, 7 metri più corti dei capitolini. Ovviamente il baricentro in fase di non possesso, ma anche una volta che si riconquistava la sfera, era molto basso, ma è normale visto il piano tattico precedentemente impostato.
Grande organizzazione, ma anche un impeccabile atteggiamento mentale. Di Francesco nel post partita ha parlato di una differenza evidente di voglia e di fame, e penso sia stato il fattore decisivo della sfida del Dall’Ara.
Ogni seconda palla, ogni contrasto, ogni palla vagante era rossoblù, con il più attivo Svanberg a rubare e intervenire in contrasto una miriade di volte. Anche lo stesso Nagy è stato bravo e deciso cercando di colmare il deficit fisico, posizionandosi sempre molto bene con il corpo, leggendo in anticipo le intenzioni degli avversari. Menzione d’onore se si parla di contrasti per due giocatori: Santander e Calabresi. Quest’utlimo è quello che più mi ha impressionato per personalità e tempi, mentre El Ropero difficilmente perde un duello fisico, anche se i due centrali si chiamano Manolas e Fazio.
Il discorso dei contrasti è strettamente legato con l’atteggiamento mentale, che è decisivo in questo senso. Ogni volta che capisci che è arrivato il momento di intervenire, devi essere pronto mentalmente; se reagisci in ritardo puoi metterci tutta l’energia che vuoi, ma quel contrasto lo perdi. Ecco, il Bologna ci ha messo voglia, tempi ed energia.

Parlando anche di azioni ben fatte, analizziamo l’occasione con protagonista Falcinelli e le due reti segnate.

Al 18′ Falcinelli cestina una clamorosa occasione da gol, ma è interessante vedere l’azione che porta al liscio dell’ex punta del Sassuolo, perchè si ripeterà anche successivamente.
De Maio è molto bravo a vedere il movimento di Mattiello, che si muove perfettamente alle spalle di Marcano, che non lo guarda mai, rimanendo nella zona di nessuno, senza andare a chiudere sull’esterno e non chiudendo lo spazio a Falcinelli. La palla di De Maio è perfetta sulla testa dell’ex spallino, che pesca un solisso numeri 91 che da pochi passi manca l’appuntamento con il gol.

Meno di 20 minuti dopo ed ecco l’azione decisiva: non vi ricorda qualcosa? Avanzata di De Maio, cross sul secondo palo (questa volta a rientrare col sinistro) e movimento di Mattiello. Anche questa volta i giallorossi non sono stati efficaci nella difesa del quinto di centrocampo, che si è trovato completamente libero sul lato debole. Santander si muove bene, Mattiello (ancora) anche. L’uscita di Olsen un po’ incerta lascia l’opportunità all’esterno, che stoppa, si gira e fulmina il portiere svedese.

Nell’azione del terzo gol si vede tutta la voglia e la determinazione di Santander nell’andare a recuperare il pallone e a ripartire velocemente, ma l’errore dei difensori di Di Francesco è imbarazzante.
In primis è incredibile come la Roma abbia subito un contropiede così clamoroso a mezz’ora dalla fine, poi sono grotteschi gli errori individuali. Manolas ad esempio, sul passaggio di Dzemaili per Falcinelli, invece che andare in chiusura scappando verso la propria area, fa un passetto in avanti, come se volesse mettere in fuorigioco l’attaccante rossoblù, non contando che Falcinelli si trovava al di là della linea di metà campo, quindi in ogni caso in gioco. Il greco parte dopo, e quindi arriva tardi, consentendo a Falcinelli di trovare l’avanzata di Santander. Anche qui: El Ropero vuol dire “l’armadio”, non “il fulmine”; com’è possibile che ben 3 giocatori della Roma, che erano in vantaggio, si siano fatti superare in velocità? La risposta è solo una: atteggiamento mentale completamente diverso, ricordate il discorso di prima?

Si sono viste tante ottime cose contro i capitolini, ma ora non bisogna fermarsi, anzi è necessario continuare a insistere sui principi che Inzaghi sta facendo interiorizzare ai suoi ragazzi. La strada è quella giusta, avanti così!

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