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Auguri Rossoblù: Roger de Carvalho – 10 dic

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Come si scrive Giacomo?

Facciamo un salto indietro: è il 2012, fine marzo. Clima caldo ma freddo pungente, quello che ti entra nelle ossa e non ti fa godere appieno il sole che splende in cielo; è domenica mattina e, nell’attesa di un cappuccino nel solito bar dove, per anni, ho consumato la prima colazione del dì di festa, sfoglio con poca attenzione e voglia un giornale sportivo, capitatomi sotto il naso. Il pomeriggio scende in campo la Serie A ed io, in modo quasi disinteressato, inizio a leggermi le probabili formazioni delle squadre che, di lì a poche ore, avrebbero calcato i campi dell’Italia calcistica. Il Genoa era impiegato in una sfida dal poco valore, se non per accaparrarsi qualche punto che, leggendo la classifica, non avrebbe comunque portato a chissà quale piazzamento. In porta Seba Frey mentre in difesa un nome catturò la mia attenzione: Carvalho. Va mò là – pensai tra me e me – han fatto il colpaccio! Giovane, poco esperto e in quel momento davvero ignorante in materia genoana, mi misi a guardare la partita il pomeriggio odierno, sperando di veder svettare nella retroguardia l’ex difensore del Real Madrid, Ricardo Carvalho. Non potete immaginare la mai delusione quando, al posto del portoghese, vidi un difensore di chiare origini brasiliane, scarpette azzurre che ricordavano le bianche spiagge di Copacabana; faccia sorridente, questo sì, ma non certo chi mi aspettavo di vedere. Panico, ansia e comprensione di aver detto un’enorme stupidata mi gettarono nello sgomento più profondo. Scherzo, finita lì, non ci pensai più. Fino a quando, l’estate successiva, il mio amato Bologna non mise a segno un colpo nel reparto arretrato: difensore proveniente dalla Tombense, squadra brasiliana, che aveva trascorso l’ultima stagione in Italia. Non è che è davvero Lui? Ebbene sì, il Bologna aveva tesserato Roger de Carvalho. Sarò sincero quando dico che di lui, in campo, non ricordo granché: sarà per le presenze limitate o perché non mise a referto errori imperdonabili o giocate straordinarie; fatto sta che di Roger ricordo poco. Se non un fatto, accaduto a Casteldebole, quando ancora andavo a vedere I ragazzi per strappar loro un saluto o, soprattutto, un autografo. Passa Gilardino, passa Diamanti, passa Kone. Poi si ferma Lui, e capisci che il Destino ha voluto che, finalmente, poteste incontrarvi. “Ciao, me la fai una dedica?” chiesi, con un sorriso a 32 denti ed un apparecchio che splendeva di luce propria. “Certo! Come ti chiami?” chiese lui, sempre sorridendo, com’era solito fare in campo e davanti alle telecamere. Dopo avergli detto il mio nome, vide il terrore dipinto sul suo volto: “Come si scrive Giacomo?”

Con la ‘G’ di Roger” risposi, senza essere a conoscenza della conversazione che stava per investirci da lì a poco. Dopo una discussione di 5 minuti su come si scrive correttamente il nome Giacomo (scoprì che in Brasile la ‘G’ si scriveva come una sorta di ‘J’ ottenni finalmente la mia dedica, orgoglioso più che mai. Tornato a casa i miei genitori non potevano ovviamente capire quell’entusiasmo smodato, e si limitarono a sorridere ed annuire.

Ebbene, la storia è giunta alla fine: oggi Roger, che gioca nel Palmeiras, compie 30 anni. Tanti auguri Roger, ancora oggi custodisco gelosamente quel bigliettino …

Un abrazo de Amigo,

Roger #45

 

 

Foto sito OddShark

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