Bologna FC
Benjamín Domínguez: la fiamma arde?
Alla ripresa del campionato, il Bologna si presenterà con molti elementi in meno a causa degli infortuni: con Rowe e Cambiaghi fuori (tra gli altri),Benjamín Domínguez è chiamato a rievocare quanto fatto nella passata stagione
Bologna decimato. La pausa per le nazionali ha emesso verdetti tutt’altro che piacevoli: ai lunghi stop di Freuler e Skorupski, al lieve infortunio di Rowe, si sono aggiunti Holm e Cambiaghi. E proprio sulla fascia sinistra offensiva, il posto è rimasto vacante. Benjamín Domínguez si candida così, come prima scelta per sostituire le prestazioni degli esterni offensivi. Un inizio sottotono non può determinare il futuro, a questi livelli.
La fiamma arde…
La duttilità del talento di La Plata è evidente. Dribblomane vecchia scuola, rapidissimo e brevilineo: tecnicamente ineccepibile. Uno di quei giocatori che allo stadio fa strabuzzare gli occhi e che da casa non ti fa capire se il pallone lo abbia nascosto lui o lo abbiano calciato via gli avversari per esasperazione. Può accentrarsi e correre sulla fascia senza abbassare il grado di pericolosità. Il fisico sembrerebbe non aiutarlo e, invece, è un altro fattore di punta di Domínguez. ‘El Nene’ (il bambino), uno dei soprannomi argentini, non si lascia attrarre dal gioco fisico che il calcio italiano (troppo) spesso impone. Non si tira indietro quando necessario: l’intensità sudamericana non si smorza per un semplice viaggio oltreoceano.
…ancora?
Se ci sono pochi dubbi sulle sterminate possibilità di questo giovane ragazzo venuto dall’Argentina, altrettanto non può dirsi per l’anarchia che tende ad inglobarlo in mezzo al campo. Uno dei suoi maggiori punti di forza, rappresenta anche, paradossalmente, la sua vulnerabilità. La palla incollata al piede, le gambe che si muovono veloci e che cercano e trovano lo spazio libero, non canalizzano le altre possibilità che il gioco richiede. Domínguez su questo versante deve fare un notevole salto di qualità. Il Bologna può aspettare ma non attendere. Tradotto, le occasioni ci sono, è tempo di coglierle. Trascorso un anno, il calcio non si ferma a ricordarlo; e anche se si possono rievocare ricordi ancora vividi e bellissimi, non si possono riattualizzare. É tempo di scrivere altre pagine memorabili.
Ultima chiamata?
Se ne parla in città e ancora di più a Casteldebole. Chi raccoglierà l’eredità sulla fascia sinistra? Il ruolo naturale è quello di Benjamín Domínguez, ma occhio al possibile ribaltone con Bernardeschi schierato sul lato mancino del terreno di gioco. Per le caratteristiche del giovane argentino sarebbe interessante vederlo agire dietro la punta. Azzardo, provocazione? Eppure, il ruolo di trequarti sembra essere tagliato a misura su di lui. Certo, Odgaard è una delle spine dorsali dei rossoblù, ma la vivacità di ‘Benji’, unita alla sua proverbiale fluidità tecnica, potrebbe aprirgli nuove autostrade da percorrere. Passa tutto da lui: ‘El Nene’ deve diventare grande, perché forte lo è già. Prima la titolarità e poi tutto il resto. Un passo alla volta, o in un’unica volta, per non far sopire la fiamma, per renderla danzante, come in un tango argentino.
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