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Benjamín Domínguez, l’occasione dell’anno

Complici gli infortuni di Rowe e Cambiaghi, si aprono scenari diversi per la stagione di Domínguez

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Benjamin Dominguez in Bologna-Monza di Coppa Italia (©Bologna FC 1909)
Benjamin Dominguez in Bologna-Monza di Coppa Italia (©Bologna FC 1909)

Undici mesi fa, il 30 dicembre 2024, Benjamín Domínguez realizzava la sua prima doppietta in Serie A, nel match casalingo contro l’Hellas Verona. Ad oggi, il rendimento e l’impiego del giovane argentino sono calati. Escluso dalla lista Uefa ad inizio settembre, utilizzato con il contagocce fin qui: sono 4 le presenze stagionali, condite da un assist a Cagliari per il definitivo 0-2 di Orsolini. Il complessivo recita 110 minuti giocati. Pochi, considerando la voracità calcistica con cui Domínguez si era preso il posto da titolare nel 2024-2025. La convocazione in nazionale maggiore argentina, la Selección, sembrava essere il preludio di una storia meravigliosa.

Lo spiraglio

E invece, siamo rimasti legati a dei -dolcissimi, sia chiaro- ricordi. Lo scorso anno, l’ala sinistra argentina, ha collezionato 28 presenze tra Serie A e Coppa Italia, realizzando 4 gol e 3 assist. Ora è il momento del riscatto: complici gli stop fisici di Rowe prima e Cambiaghi ieri, il talento di La Plata è l’indiziato numero uno per sostituirli e, possibilmente, non farli rimpiangere. Il talento di Domínguez non si discute: brevilineo, rapido, con la palla incollata al piede, o accarezzata in ricerca di un compagno, di un dribbling fulmineo. Ha tutte le carte in regola per invertire un periodo opaco.

Testa al Bologna

Sarà un motivo in più per tornare a primeggiare sulla fascia sinistra. L’occasione si mescola alla responsabilità: Domínguez ha tutto nei suoi piedi, sia in senso letterale che figurato. A fine stagione si potrebbero aprire palcoscenici impensabili in questo soleggiato autunno. Il Mondiale potrebbe essere un punto di svolta per la carriera del platense. Ad oggi però, testa al Bologna, per dimostrare che le accelerazioni, le finezze tecniche non sono state una mera illusione, bensì, qualità pregevoli di un talento disincantato da innescare.

Fonte: Stadio

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